A chi dobbiamo la scoperta dell’ossigeno? Cos’è la “geopolitica del mare”? E come si è generata ed evoluta l’arte del tappeto, testimone di scambi secolari fra popoli e nazioni? Sono solo alcuni degli spunti che offriranno, da oggi a venerdì 26 febbraio, le lezioni programmate dall’Università della Terza Età di Pordenone.
Odette Copat
Si parte oggi 22 febbraio, alle 15.30, con il terzo e ultimo appuntamento dell’edizione 2021 di Storie di chimica, proposto dal chimico Lucio Dell’Anna. Tre scienziati e una scoperta titola questa lezione, legata a un interrogativo dibattuto nel tempo: la paternità della scoperta dell’ossigeno, tra rivendicazioni e polemiche. «C’erano – spiega Lucio Dell’Anna – un inglese, Joseph Priestley, uno svedese, Carl Wilhelm Scheele, e un francese, Antoine Laurent de Lavoisier. Ma quale di questi tre autorevolissimi ricercatori ha scoperto per primo l’ossigeno? Le cose sono spesso complesse e i percorsi della scienza sono talvolta poco lineari. L’ossigeno venne scoperto dal farmacista svedese Karl Wilhelm Scheele nel 1771, ma la sua scoperta non venne immediatamente riconosciuta, mentre quella indipendente fatta nel 1774 da Joseph Priestley (1733-1804) ricevette maggiore riconoscimento pubblico. Priestley infatti scoprì l’esistenza di un gas, che oggi chiamiamo ossigeno, constatando che era piacevole a respirarsi e che i topi diventavano particolarmente vivaci quando venivano posti in una campana di vetro contenente questo gas, e che una fiamma sotto una campana di vetro continuava a bruciare più a lungo introducendo questo gas. Antoine Laurent de Lavoisier (1734-1794) ripeté gli esperimenti di Priestley e tra il 1775 e il 1780 diede i nomi ai due principali componenti dell’aria: l’“ossigeno”, che vuol dire “genero acido”, e l’”azoto”, che significa “senza vita”. Nel 1777 Scheele riconobbe l’ossigeno come un componente dell’aria. Nel 1781 Lavoisier ne accertò la funzione indispensabile per i fenomeni di respirazione e di combustione.
Emanuele Loperfido
Le lezioni proseguiranno domani, sempre alle 15.30, con la presentazione del libro Manuale malincomico di soccorso alla quotidianità, Edizioni Biblioteca dell’Immagine. L’autrice è Odette Copat, giovane giornalista diventata firma familiare al grande pubblico della città. Mercoledì, alle 15.30, riflettori invece sull’ultimo incontro di geopolitica tenuto da Cristiano Riva, docente di lettere classiche. Il ciclo ha proposto l’analisi di alcuni aspetti salienti del panorama geopolitico internazionale (sul canale Youtube Cultura Pordenone si possono vedere le registrazioni delle dirette) e si concluderà con un tema originale: il Controllo delle rotte di navigazione. Una geopolitica del mare.
Giovedì, alle 15.30 torna poi il focus sul Tappeto: intreccio di Storia, Arte e Culture, a cura di Loredana Gazzola e Carlo Scaramuzza, dell’Associazione culturale Cintamani di Pordenone. L’Occidente: usi, economia, evoluzione dell’Arte del tappeto è il titolo dell’ultimo incontro della serie. Per valorizzare il tappeto come bene culturale e artistico, per conoscere un’arte affascinante, praticata dal Mediterraneo alla Cina, testimone di secolari scambi e relazioni tra popoli euroasiatici. Venerdì, infine, alle 15.30 proseguono gli incontri promossi dall’Ute con gli amministratori del Comune di Pordenone: questa volta il testimone passerà ad Emanuele Loperfido, assessore alle Politiche per la Sicurezza, che affronterà il tema Pordenone città sempre più sicura.
Per accedere registrarsi ai link sul sito: www.centroculturapordenone.it/
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In copertina, ecco il lavoro del chimico in una vecchia illustrazione.