(g.l.) Belle e interessanti proposte culturali, tra oggi e domani, in Friuli Venezia Giulia. Oltre al ricordo, stamane, del poeta Biagio Marin, “anima” di Grado, a cura di Pordenonelegge che ha completato il suo grande Alfabeto giallo, l’ultimo giorno di gennaio si aprirà con la rievocazione cinematografica della presenza del Re d’Italia a Martignacco durante la Grande Guerra. Ma ecco il dettaglio.
Ecco le ultime tre lettere
Dalla A alla Z, passando per le lettere Q e J che, assieme all’ultima dell’alfabeto, ancora mancavano. Ma adesso, finalmente, ci siamo: dalla giornata di ieri, Piazza delle Lettere nel cuore di Pordenone, è al gran completo. Sono infatti arrivate e sono state posizionate anche le ultime tre tessere del “mosaico” Alfabetiere dei Poeti progettato da Fondazione Pordenonelegge e promosso dal Comune di Pordenone in sinergia con Inail. In Piazza del Portello – la “city” di Pordenone, sede di una miriade di uffici dove le parole ogni giorno si compongono e scompongono vorticosamente diventando un vero motore produttivo – le grandi lettere gialle, alte fino a due metri, sono adesso 23. Dopo la X e la Y, arrivate alle soglie della 21a Festa del Libro con gli Autori lo scorso settembre, ecco adesso la lettera J adottata dalla ditta Licar International di San Quirino, la lettera Q adottata dallo Studio Dentistico Dottor Francesco Dell’Andrea di Pordenone e la lettera Z adottata dalla famiglia M.Z. di Pordenone. L’impatto con la piazza è altamente scenografico e rappresentativo dell’anima letteraria e poetica della città: uno spazio iconico che esprime perfettamente l’identità della “città delle lettere e della poesia”. Il progetto si è sviluppato nel corso delle ultime due stagioni attraverso un format di “crowdfunding”: le 23 lettere sono state via via “adottate” da aziende, enti pubblici, comunità ma anche famiglie e cittadini di Pordenone. L’installazione letteraria, che Fondazione Pordenonelegge ha donato al Comune di Pordenone, resterà in Piazza del Portello fino al 31 dicembre, originalissimo crocevia urbano e valore aggiunto per le escursioni turistiche nel centro della città. Nato su idea e progetto di Patrizio De Mattio dello Studio DM+B & Associati, l’Alfabetiere di Pordenonelegge è realizzato dalla ditta Antoniolli di Pordenone, ed è abbinato a versi originali composti da 23 poeti, uno per ciascuna lettera: sono Maddalena Lotter, Laura Pugno, Bernardo De Luca, Paolo Maccari, Eleonora Rimolo, Tommaso Di Dio, Francesco Maria Tipaldi, Maria Borio, Sebastiano Gatto, Franco Buffoni, Gian Maria Annovi, Giulia Rusconi, Alessandro Bellasio, Daniele Mencarelli, Stefano Dal Bianco, Maria Grazia Calandrone, Ivan Crico, Giovanna Rosadini, Naike Agata La Biunda, Tiziano Broggiato, Clery Celeste, Marco Pelliccioli, Azzurra D’Agostino e Francesca Serragnoli. Info www.pordenonelegge.it
La rievocazione di Cacciari
«Biagio Marin, un poeta di respiro europeo. Ma certamente influenzato dal rapporto con la sua terra, con Grado in particolare: d’altra parte città come Gorizia, Trieste, e il territorio che racchiudono sono da sempre un grande crocevia internazionale di culture, tradizioni, conflitti e soprattutto linguaggi». Parola del filosofo Massimo Cacciari, che di Biagio Marin custodisce un ricordo speciale legato agli incontri di fine anni Settanta, e alla confidenza a poco a poco acquisita con la “lingua” del grande autore gradese: «Non semplicemente un dialetto, ma una rarefazione del linguaggio poetico». Proprio alla città di Marin – per la quale il poeta era “Biaseto” – e alla (ri)scoperta della sua straordinaria opera è dedicato il primo “Viaggio digitale” del format promosso da Fondazione Pordenonelegge insieme alla Regione Friuli Venezia Giulia e a PromoTurismoFVG: “Grado e l’azzurro vento di lontanìa di Biagio Marin” titola la breve ma intensa escursione in programma proprio stamane, dalle 10, su Facebook e Youtube di Pordenonelegge – e successivamente sui canali di PromoTurismoFvg – nell’ambito del ciclo “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”. Un progetto concepito per itinerari sul campo ma dalla primavera 2020 convertito in piccole full immersion online: per conservare il gusto del viaggio anche nei mesi di sospensione pandemica. Al riguardo, ieri su questo sito abbiamo pubblicato un ampio articolo.
Il Re d’Italia a Martignacco
“Ho visto un Re” torna sulla Terza Rete con il secondo episodio, domani 31 gennaio dalle 10 circa. Dopo essere stato presentato in anteprima la scorsa estate nell’ambito di “Cinema di famiglia”, festival itinerante organizzato dalla cooperativa Belka Media, il documentario in sei puntate che narra la permanenza in Fvg del Re d’Italia, è sbarcato in tv e sarà trasmesso tutte le domeniche fino al 7 marzo (fatta eccezione per il 7 febbraio). Gli episodi, inoltre, andranno in replica al mercoledì, su Rai3bis, canale 103 del dtt, sempre dalle 22 circa. “Ho visto un Re”- prodotto da Belka Media e Raja Films, e realizzato con il sostegno del Fondo Audiovisivo Fvg, Fvg Film Fund – Friuli Venezia Giulia Film Commission e con la collaborazione della Cineteca del Friuli – è un documentario sulla Grande Guerra che, grazie alla puntuale regia di Massimo Garlatti-Costa e la consulenza storica di Giacomo Viola, narra una vicenda particolarmente significativa per il territorio: «Abbiamo utilizzato molto materiale originale – ha ricordato il regista -. Ci sono delle pellicole conservate nell’archivio della Cineteca del Friuli e degli scatti di alcuni importanti archivi fotografici: quello dei Civici Musei di Udine, della Gaspari Editore, dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione e dell’Österreichische Nationalbibliothek». “Ho visto un Re” ci riporta al periodo fra il 1915 il 1917, la Grande Guerra. In quegli anni Torreano di Martignacco, alle porte di Udine, diventò centro politico e culturale, ospitando il Re d’Italia, Vittorio Emanuele III, e la sua corte. Il documento da cui parte la narrazione è il diario di guerra dell’aiutante di campo del Re, il colonnello, conte, Francesco degli Azzoni Avogadro, attraverso il quale è possibile ripercorrere i momenti più significativi ma anche i più singolari e meno conosciuti della Prima Guerra Mondiale in Friuli. A raccontare la permanenza del sovrano sul territorio regionale tre voci narranti: Francesco Ursella, Roberto Piccini e Gianluigi Patruno.
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In copertina, la sistemazione delle ultime lettere nel centro di Pordenone.