È un teatro che viaggia quello del Teatri Stabil Furlan. Dopo un’estate di fortunate produzioni in diverse località del Friuli – Talmassons, Bagnaria Arsa, Mereto di Tomba, Ravascletto, Rivignano, Premariacco, Ovaro, Ialmicco, Cividale e Lignano Pineta – l’ente friulano di teatro professionale in “marilenghe” è pronto ad inaugurare la sua “Seconde Stagjon Teatrâl Furlane”. Lo fa aprendosi alla città di Udine, proponendo in varie sedi del tessuto urbano sei spettacoli distinti da qualità e da una visione contemporanea e trasversale della messa in scena. Lo descrive bene la grafica della programmazione che segna l’itinerario di un mezzo pubblico con diverse fermate, da ottobre a marzo: Giardino Morpurgo, Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Teatro Palamostre e Teatro San Giorgio.

Abbracciando stretta la vita.

«Gli enti fondatori del Tsf, ovvero il Comune di Udine, la Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, l’Arlef, l’Istitût Ladin Furlan Pre Checo Placerean, la Società Filologica Friulana, il Css, la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe – afferma il presidente Lorenzo Zanon -, con l’importante sostegno, oltre che del Comune di Udine e dell’Arlef, della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, permettono alla nostra realtà di proseguire con sempre maggiore credito e sicurezza nel cammino intrapreso. Stiamo andando lontano e insieme. Questa seconda stagione è lo specchio di collaborazioni fruttuose diventate mature, di rilevanza non solo regionale e nazionale, ma internazionale. Lo dimostrano i proficui dialoghi instaurati sia con il Teatro Stabile Sloveno che avremo il piacere di ospitare, e loro di ospitare noi, che con il mondo teatrale frisone, grazie alle reti con il Consolato olandese a Roma, senza dimenticare i progetti transfrontalieri in atto per “Go! 2025 Gorizia-Nova Gorica Capitale europea della cultura”».

I primi tre spettacoli della rassegna sono dedicati ad una retrospettiva, mai scontata e piuttosto ricca di apporti originali, intorno e addentro alla figura del Pier Paolo Pasolini friulano a cento anni dalla sua nascita. Non un commemorare dovuto, sì invece un investigare il suo teatro nella lingua dei friulani e un ragionare la sua azione identitaria e autonomista alla luce di oggi. «Pasolini, certo e volentieri, ma non solo», dice il direttore artistico Massimo Somaglino. «La sua azione culturale attraverso la parola può ispirarci ad una visione “altra” del friulano, oltre ogni stereotipo. Ci vuole coraggio ed una certa incoscienza, senza certo essere sprovveduti. Per questo abbiamo messo in scena una serie di proposte dove lo spettacolo non è solo intrattenimento ma motivo di riflessione, per valorizzare il pensiero, la creatività. Ci avvaliamo così dell’arte e delle capacità dei nostri professionisti, tra cui molti giovani, delle nostre storie, che diventano di tutti se sappiamo farle incontrare e incrociare con le storie degli altri, nella contemporaneità».

Maldalsabida

Apre la stagione “La Morteane / Part dal Fantat”, sabato 1° ottobre in Giardino Morpurgo, alle ore 18, con la regia di Somaglino, Klaus Martini nel ruolo del “Fantat”, l’unica parte sopravvissuta di quest’opera che Pasolini scrisse per l’Academiuta, a dialogo con una compagnia di musici e danzatori, personificazione de “il Diaul”, “l’Anzulut” e “il Muart”. Con Valentina Saggin, Anna Savanelli, Andrea Rizzo, Mirko Cisilino, Giorgio Parisi e Laura Giavon, una produzione Arearea in collaborazione con il Comune di Casarsa.

Del Tsf e Somsi di Pordenone, in collaborazione con il Centro studi Pasolini, è invece la produzione dello spettacolo alla sua prima rappresentazione assoluta: “Se vivrò dovrò pur tornare (ritorno all’età del pane)”, in scena giovedì 3 novembre alle ore 20.45 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine. La drammaturgia è di Lisa Moras, Tarcisio Mizzau e Carlo Tolazzi, ispirata da una lettera che Pasolini scrisse a Novella Cantarutti nel 1954. La pièce ricompone e racconta, oltre all’amore dell’autore per la terra e casa madre, quel frastagliato periodo dell’autonomismo friulano che ha fondato le basi per l’ottenimento della nostra specialità regionale, sorta intorno all’impegno di grandi figure come Tiziano Tessitori, Pre’ Bepo Marchet, Gianfranco D’Aronco e Pasolini stesso. Con Carla Manzon, Giulia Cosolo, Serena Di Biasio e Alessandro Maione, le musiche originali sono di Renato Miani e le scene di Claudio Mezzelani.

La Morteane

Domenica 4 dicembre, alle ore 20.45 al Teatro Palamostre, va in scena un’altra produzione del Tsf, in collaborazione con Mittelfest e Arlef. Ritorna dopo i successi cividalesi “Rosada!”, spettacolo tra teatro e canzone che indaga, attraverso le “Poesie a Casarsa”, il nesso tra la parola e la sua necessità di essere tramandata. Regia e drammaturgia di Gioia Battista, la consulenza linguistica è di Flavio Santi, con Nicola Ciaffoni ed Elsa Martin su musiche di Giulio Ragno Favero.

La seconda parte di stagione, a partire dal 2023, vede sabato 11 febbraio alle ore 20.45 al Teatro San Giorgio: “Abbracciando stretta la vita”, una produzione dell’ente teatrale friulano sull’idea e le ricerche di Antonio Devetag. La drammaturgia di questo il secondo studio intorno alla figura dell’artista e filosofo goriziano Carlo Michelstaedter, dopo “Carlo e Nadia”, è di Claudio De Maglio, anche alla regia, e Carlo Tolazzi che insieme rimettono in scena l’affiatata coppia di attori Dina Mirbakh e Radu Murarasu.

Se vivrò dovrò pure tornare.

“Mâldalsabida” di Ariateatro – Pergine Valsugana, con Aida Talliente, Leo Virgili, Flavio Passon, Eugenio Dreas e Marco D’Orlando su testi di Novella Cantarutti, Leonardo Zanier e Federico Tavan, è lo spettacolo di giovedì 23 febbraio, alle ore 20.45, ancora al Teatro Palamostre. Un percorso poetico che propone in chiave innovativa dei paesaggi sonori contemporanei di un Friuli nuovo, lontano dallo stereotipo “dell’antico mondo contadino” e pronto ad esplodere in un canto anarchico e liberatorio.

Chiude la “Seconde Stagjon Teatrâl Furlane”, giovedì 9 marzo nuovamente al Teatro San Giorgio alle ore 20.45, “La φattopia degli uccelli”, ovvero “La fattoria degli uccelli”, un’utopia tratta da Aristofane rivisitata dai fratelli Jaka e Jera Ivanc. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile Sloveno e dal Teatro di Capodistria, verrà proposto in lingua slovena con sovratitoli in friulano, inizio di una preziosa collaborazione che porterà il Teatri Stabil Furlan ad essere ricambiato nell’ospitalità con uno spettacolo in friulano sovratitolato in sloveno.

Ros

Tutte le informazioni sugli spettacoli, i biglietti e gli abbonamenti sono sul sito www.teatristabilfurlan.it (mail: info@teatristabilfurlan.it; telefonoo 392.3273719). La biglietteria è al Css Teatro Palamostre (da lunedì al sabato, dalle ore 17.30 alle ore 19.30. Telefono 0432.50692; mail: biglietteria@cssudine.it), oltre che nelle sedi degli spettacoli a partire da un’ora prima dell’inizio. Gli aggiornamenti e tutte le novità sono reperibili anche sulle pagine Facebook ed Instagram del Teatri Stabil Furlan.

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In copertina, Massimo Somaglino direttore artistico del Teatri Stabil Furlan.

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