di Giuseppe Longo

NIMIS – Ma che peccato! Un tempo così splendido, ancora da vera estate, con una sagra a ranghi più che ridotti, a causa dei purtroppo noti problemi pandemici. Pazienza, una volta che l’emergenza sanitaria sarà finalmente passata, tutto potrà ritrovare i suoi ritmi consueti. L’importante è, però, che Nimis abbia mantenuto in vita una tradizione che conta più di cinque secoli. E che da sempre in Friuli è molto sentita: si pensi che, prima dell’ultima guerra, a Udine si organizzavano addirittura corse speciali del famoso “tram bianco” per raggiungere la sagra della Madone di Setembar.

La “Sagre des Campanelis” continua, infatti, a tramandare il suo fascino e la sua forza attrattiva, tanto che stamattina sono stati tutti molto frequentati i riti conclusivi dell’Ottavario in occasione della festa della Natività della Madonna: ben quattro messe, come in una grande solennità, con il conclusivo pellegrinaggio da Vergnacco e la messa cantata dinanzi al Santuario delle Pianelle, tra due folte ali di fedeli richiamati dalla ricorrenza anche dai paesi del circondario, nonostante ovunque fosse giornata feriale. Festa patronale infatti soltanto a Nimis, sebbene i Santi protettori dell’antica Pieve siano Gervasio e Protasio, la cui memoria è fissata il 19 giugno. E c’era anche una piccola rappresentanza dall’Austria – guidata da Josef Niggas, il borgomastro di Lannach, la cittadina alle porte di Graz gemellata da oltre 30 anni nel ricordo dello scultore Rodolfo Zilli -, accolta dal sindaco Gloria Bressani e dagli assessori Serena Vizzutti e Aldo Attimis.
Ben sei sacerdoti attorno all’altare per la messa solenne presieduta dall’arciprete Rizieri De Tina, che aveva a suo fianco anche don Federico Saracino, attuale titolare responsabile della Parrocchia di Nimis, e il diacono Diego Mansutti, che aveva predicato l’Ottavario 2020. Quest’anno, invece, questo compito è spettato a don Luigi Gloazzo, direttore della Caritas diocesana e parroco di Povoletto, che ha sviluppato di giorno in giorno il tema, molto delicato e purtroppo attuale, della povertà in tutte le sue sfaccettature, nel paese e nel mondo, portandolo a conclusione proprio con la predica odierna. Tanto che, conclusa la messa, ha ricevuto il plauso e il grazie del direttore del consiglio pastorale, Pietro Nocera, il quale ha accompagnato le sue parole con un piccolo regalo a ricordo di questa bella esperienza che il sacerdote ha molto gradito.

Quindi, via alla giornata di festa sul prato delle Pianelle inondato di sole, ma all’ombra dei tanti alberi che lo rendono suggestivo e ospitale, tra il gioioso scampanìo che proveniva dal Santuario. E mentre tanti si accomodavano già ai tavoli, per gustare una saporita grigliata, ha suscitato notevole curiosità soprattutto fra i bambini l’annunciato laboratorio con l’argilla organizzato per far vedere come nasce una campanella di terracotta. E ora, ripartiti per la Stiria gli amici di Lannach, la “Sagre des Campanelis” continuerà fino a sera, quando sui festeggiamenti calerà il sipario, in quanto era previsto soltanto l’8 settembre quale giorno di festa (eccettuata l’anteprima del 28 agosto, peraltro disturbata dal maltempo). Proprio per mantenere in vita la tradizione plurisecolare. E l’obiettivo, grazie all’impegno della Pro Nimis, è stato anche stavolta centrato nella speranza che nel 2022 tutto possa, appunto, riappropriarsi dei suoi ritmi normali.

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In copertina, don Luigi Gloazzo ringrazia per il dono ricevuto a ricordo dell’Ottavario che ha predicato sul tema della povertà; all’interno, immagini della messa, presenti anche gli amici di Lannach, e della sagra con il laboratorio delle campanelle di terracotta.

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