di Giuseppe Longo

Il 3 settembre 1922 a Castelmonte, sopra Prepotto e Cividale, doveva esserci il cardinale Achille Ratti, allora arcivescovo di Milano, a porre preziosi diademi sul capo della Beata Vergine Maria e del Bambino, poiché «nella sua squisita bontà si era degnato di accettare l’invito» dello storico Santuario «a compiere la funzione dell’Incoronazione della nostra cara Madonna». Invece, il 6 febbraio dello stesso anno, alla morte di Benedetto XV – passato alla storia anche per aver definito la Grande Guerra «un’inutile strage» -, fu eletto Papa con il nome di Pio XI. «Dalla sua sede di Roma – aggiunsero i frati in quell’occasione – oggi benedice con maggiore autorità tutti i devoti che circondano festanti la Sacra Immagine». A salire alla friulana “Madone di Mont” – “Stara Gora” in sloveno – fu invece l’arcivescovo di Udine, monsignor Antonio Anastasio Rossi. Il quale concluse con queste parole una lettera inviata al “venerando Clero e fedeli dilettissimi”: «Lassù, dunque, a Castelmonte, il 3 settembre, data memoranda nei fatti del vetustissimo Santuario e della Diocesi di Sant’Ermacora: tutti ai piedi di Maria, e quando, verso le 10 di quel giorno, le campane del Santuario, di Cividale, della Diocesi annuncieranno che la fronte di Maria è incoronata dal Pastore della Diocesi, tutti con pio e filiale entusiasmo salutate Maria Regina del Cielo e della Terra, nostra gloria e speranza nostra».

Il Numero unico celebrativo.


Tutte citazioni, queste, attinte dalla preziosa copia anastatica di un Numero unico stampato per la storica occasione e allegato a “La Madonna di Castelmonte”, il bollettino mensile che arriva nelle case di tutti i devoti alla Madre di Cristo, proprio nella ricorrenza del centenario dell’Incoronazione. Avvenimento che sarà ricordato domani, 15 agosto, Festa dell’Assunzione e della Dedicazione del Santuario, dal successore di Antonio Anastasio Rossi, l’attuale titolare dell’Arcidiocesi di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, il quale celebrerà alle 11.30 una Messa solenne. E poi ritornerà sul Sacro Monte l’8 settembre, festa della Natività di Maria, in occasione dell’annuale pellegrinaggio diocesano, istituito dopo il terremoto dall’indimenticato arcivescovo Alfredo Battisti. Nella felice circostanza ferragostana, alle 18, al termine della importante giornata rievocativa, è annunciato un concerto d’organo, protagonisti anche Nicola Milan, fisarmonica, e Lorenzo Marcolina, clarinetto, con musiche di Haendel, Smetana, Schubert, Bach, Bidin, Milan e altri. L’ingresso è gratuito.

Ma torniamo a quella importantissima cerimonia di un secolo fa, rievocando qualche cenno storico. «Il processo per l’incoronazione dell’effigie di Madone di Mont – informa l’Arcidiocesi di Udine – non fu semplice: iniziato nel 1845 sotto la spinta del Capitolo dei canonici di Cividale, fu preso in carico dal cardinale Fabio Maria Asquini, originario di Fagagna, allora diplomatico per lo Stato pontificio. I numerosi conflitti della seconda metà dell’Ottocento, protratti fino a includere la prima guerra mondiale – il cui fronte italo-asburgico si combatté anche nei pressi del Santuario – rallentarono l’iter per l’incoronazione della statua, la cui domanda sarebbe stata ufficializzata solo nel 1921. Fu indetto allora un anno di preparazione straordinaria: le cronache del Santuario attestano circa centocinquanta pellegrinaggi nei soli mesi di settembre e ottobre, con un afflusso di trentamila pellegrini. L’evento dell’incoronazione, il 3 settembre 1922, fu talmente partecipato che gli spazi del Santuario furono insufficienti: si celebrò l’incoronazione sui pascoli del vicino monte Plagnava, alla presenza di cinque vescovi e decine di migliaia di persone».

Il Santuario un secolo fa…

E, ancora, sempre da quanto ricordato dalla Curia udinese. «Inizialmente dedicato a San Michele Arcangelo, quello di Castelmonte è uno dei Santuari più antichi d’Italia. I primi cenni storici, infatti, risalgono al V secolo. Si può pensare che già dai tempi dei Longobardi e dei Franchi, ossia dal VI al IX secolo, pellegrini cristiani si recassero a Castelmonte: un documento del 1244, infatti, presenta Castelmonte già pervenuta ad un notevole splendore. La Chiesa di “Santa Maria del Monte” era in quel tempo una delle più importanti di tutto l’esteso Patriarcato di Aquileia. Il 21 settembre 1469 un fulmine di inaudita potenza si abbatté sul Santuario facendo crollare il campanile e gran parte della Chiesa; si sviluppò un incendio che ridusse in cenere l’antica effigie della Vergine qui venerata e ridusse in rovine tutto il Santuario. Per volere delle popolazioni vicine e per decisione dei Canonici di Cividale si iniziò immediatamente la ricostruzione dell’intero complesso. La ricostruzione fu completata nel 1479, anno in cui si concluse anche la pace fra l’Impero ottomano e Venezia. Queste due ricorrenze fecero sì che l’8 settembre 1479 si ebbe a Castelmonte un “grande perdono”, con la partecipazione di tantissimi pellegrini».
Un pellegrinaggio ininterrotto che continua anche oggi tutto l’anno, tanto è amato il Santuario in Comune di Prepotto, e e che avrà appunto il suo apice il prossimo 8 settembre. Ma nell’attesa c’è proprio questa importante festa agostana per la celebrazione dell’Assunta e della Dedicazione e, quest’anno, soprattutto del centenario dell’Incoronazione della Madonna.

… e come lo ammiriamo oggi.

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In copertina, la statua della Madonna di Castelmonte che fu incoronata nel 1922.

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