Gran finale per il congedo del 39° Anno accademico dell’Università della Terza Età di Pordenone, con due spettacoli fruibili online sul sito www.centroculturapordenone.it e sui canali social facebook e youtube del Centro cultura Pordenone.
Oggi 7 maggio, alle 15.30, riflettori sul Concerto di chiusura a cura del Centro Iniziative Culturali di Pordenone: si esibirà il Duo Giorgia Visentin e Lorenzo Valerio, pianoforte a 4 mani, allievi della classe di musica da camera di Franco Calabretto al Conservatorio “Tomadini” di Udine. Eseguiranno musiche di Antonìn Leopold Dvořàk, dalle Danze slave, e di Johannes Brahms, dalle Danze ungheresi.
Domani 8 maggio, ancora dalle 15.30, sipario sull’atteso spettacolo a cura del Centro culturale Casa Zanussi: gli attori Andrea Appi e Ramiro Besa – in arte e per tutti “I Papu” – saranno protagonisti di una pièce fortemente legata al territorio, “Lino Zanussi. Si fa presto a dire elettrodomestico”. La ricorrenza dei cento anni dalla fondazione della Zanussi, nel 2016, ha offerto l’occasione per far rivivere diverse generazioni di operai e di dirigenti, farli parlare della fabbrica e dei cambiamenti epocali avvenuti nel corso di un secolo. Un percorso di tante fatiche, entusiasmi, soddisfazioni e di altrettante sfide per il futuro. I Papu sono riusciti nell’intento di forgiare un testo che lascia spazio al divertimento ma non dimentica di raccontare gli aspetti storici e sociali, le lotte di classe, i momenti difficili, alcuni anche molto recenti.
I Papu.
Grande guerra, si chiude
la mostra di Del Giudice
Ultimo giorno oggi 7 maggio, negli spazi della Galleria Sagittaria di Pordenone al Centro culturale Casa Zanussi, la personale dell’artista veneto Paolo Del Giudice: “Grande guerra. Volti, momenti, relitti”, un percorso espositivo promosso dal Centro Iniziative Culturali di Pordenone, a cura di Giancarlo Pauletto. In mostra un centinaio di dipinti di vario formato, prodotti da Paolo Del Giudice nel periodo 2017/2018. I soggetti sono soprattutto ritratti e primi piani di soldati e ufficiali impegnati nelle trincee austro-italiane dell’Isontino, del Friuli e del Veneto: dettagli di paesaggi, di luoghi, di carri militari, volti e particolari che restituiscono l’ombra lunga di un conflitto che ha stremato popolazioni e Paesi, lasciando un’impronta incancellabile anche per le generazioni a venire. «C’è qualcosa di sacro nelle immagini, nelle storie, nelle situazioni – commenta Pauletto -. È la sacralità del passato e, ancora più forte, la sacralità della morte. Noi ci troviamo ad essere, come nelle “veglie” del pittore, gli astanti fermi in compianto davanti alla salma di chi è stato ucciso, ma la salma, nel nostro caso, è quella dell’intera umanità che non ha saputo allora, né dopo – è impossibile pensare alla Prima Guerra Mondiale se non in connessione con la seconda, quasi un’unica guerra interrotta da un breve periodo di preparazione – impedirne l’accadimento, quali ne siano state le ragioni: né sappiamo cosa ci riserva il futuro. Così queste figure che salgono, che man mano si riducono a ombre sempre più attenuate e sparenti, possono anche essere avvertite come un presagio, come una storia accaduta che potrebbe riaccadere: certo in modi diversi, ma sempre con lo stesso carico di terrore, e di inimmaginabile desolazione».
Alcune opere di Del Giudice.
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In copertina, Lino Zanussi (1920-1968) negli stabilimenti di elettrodomestici a Pordenone.