di Giuseppe Longo

GEMONA – “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio”: sono le parole (Paradiso XXXIII, 1-3) incise, dopo una invocazione in latino, sotto la calotta della “Campana di Dante” – così chiamata a cominciare dal 1918 e soprattutto dal 1921 – che si può ammirare entrando nel Duomo di Santa Maria Assunta, a Gemona, mirabile esempio della ricostruzione post-sismica in quella che, con i suoi 400 morti, fu giustamente definita la “capitale del terremoto del Friuli”. Ebbene questa campana è l’opera più antica che l’allora Patriarcato di Aquileia espresse a ricordo dell’opera maggiore del Sommo Poeta, la “Divina Commedia”: venne fusa nel 1423, quasi seicento anni fa poco dopo la ricorrenza del primo secolo della morte del Grande Fiorentino, avvenuta nell’esilio ravennate. E questo dimostra l’antico legame che Gemona ha con Dante Alighieri, rappresentato anche da una statua di quattro metri che s’innalza vicino al Santuario di Sant’Antonio da Padova.

«È stato davvero emozionante eseguire le “Laudi alla Beata Vergine Maria” di Giuseppe Verdi, in versione strumentale per archi, innanzi alla “Campana di Dante” sulla quale sono incise proprio le prime terzine del XXXIII Canto del Paradiso, la Preghiera di San Bernardo, che è il testo sul quale Verdi le ha composte», ha commentato il maestro Carlo Grandi a conclusione del bellissimo concerto di ieri sera – impreziosito dalle sonorità donate dalla splendida Chiesa rinata dalle macerie di 46 anni fa -,  offerto alla comunità che vive sotto il monte Glemine quale secondo appuntamento del “Festival Schippers 2021-2022 – Omaggio a Dante Alighieri”, che oggi alle 18 vivrà la sua terza tappa a Case di Manzano, nell’accogliente cornice di Villa Romano.

Coordinato da Pierluigi Sindici e Giampaolo Della Marina – grande appassionato di storia dell’arte, che ha presentato la serata, prima del saluto dell’assessore alle attività culturali Flavia Virilli, offrendo durante l’intervallo anche una breve ma dotta descrizione del Duomo con «il rosone più bello del mondo» -, il concerto si è sviluppato secondo il copione già proposto la sera precedente a Castelvecchio, esordendo con il clima festoso di un bel brano di Sibelius, per proseguire con accenti diversi nei tenebrosi gironi dell’Inferno fino alla gloria del Paradiso, in un’atmosfera di pace e serenità. Sentieri descritti di volta in volta dal maestro Grandi e attraverso i quali il pubblico è stato accompagnato dalle musiche non solo di Verdi e Sibelius, ma anche di Monteverdi, Schumann, Williams, Gluck, Schönberg e Mascagni. Di quest’ultimo è stato offerto anche un bis del bellissimo intermezzo sinfonico dalla Cavalleria rusticana.


Alla fine, tra gli applausi, l’architetto Della Marina, prima dei ringraziamenti e degli omaggi, ha invitato alla presentazione di tutti i componenti dell’Orchestra Thomas Schippers. Cosa che il maestro Grandi ha fatto ben volentieri, a cominciare dalla sorella Laura, che ha regalato due preziose interpretazioni solistiche di Schumann e Schönberg, passando quindi a tutti i musicisti: Snezana Acimovic, Marco Favento, Lucia Premerl, Giulia Pontarolo, Lorenzo Mian, Simonetta Fumiato e Daniel Longo (violini); Emma Krizsik e Giovanni Boscarato (viole); Massimo Favento e Katja Pangher (violoncelli); Laura Soranzio (contrabbasso) e Laura Pandolfo (arpa).
Musica e storia, insomma, si sono intrecciate con grande efficacia e suggestione nel massimo tempio gemonese, nel quale sempre colpiscono le colonne storte (ma saldissime!) che dividono le tre navate e lo straziante volto del Cristo mutilato dal crollo del Duomo in quella indimenticabile sera del 6 maggio 1976. Quel Cristo testimonia la volontà di rinascita della comunità, la quale in pochi anni è stata protagonista del miracolo di una ricostruzione indicata come esempio in tutto il mondo. Bello che anche la grande musica l’abbia sottolineato!

Organizzato dall’Associazione Thomas Schippers, anche il concerto di oggi a Manzano (ingresso gratuito, ma con Green pass e mascherina Ffp2) beneficia del sostegno finanziario della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, oltre che della collaborazione dell’Associazione Conte Marino Romano, del marchio Io sono Friuli Venezia Giulia di Turismo Fvg e della Società Dante Alighieri Comitato di Gorizia.

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In copertina, il maestro Carlo Grandi mentre illustra i brani; all’interno, alcune immagini del concerto, con la “Campana di Dante”, Giampaolo Della Marina, la solista Laura Grandi, il Cristo salvato dalle macerie del terremoto con il bellissimo rosone, e Pierluigi Sindici mentre ringrazia il direttore.

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