di Giuseppe Longo

Pordenonelegge l’aveva già festeggiato in vita. E ora il festival letterario, che si chiude proprio oggi nel capoluogo della Destra Tagliamento, gli ha reso omaggio alla memoria, presentando in anteprima il volume “Per Mario Benedetti” (Mimesis editore), a cura di Alberto Garlini, Luigia Sorrentino e Gian Mario Villalta. Come dire che ben quarantacinque, tra poeti e critici, hanno ricordato il poeta friulano, vittima della pandemia già nella sua prima ondata di un anno fa, e la sua opera. Mario Benedetti, originario di Nimis, era nato nel 1955, ma da molti anni viveva e lavorava a Milano, dove ha pubblicato le raccolte Pitture nere su carta (2008 Mondadori), Umana Gloria (2004 Mondadori), Borgo con locanda (2000 Circolo culturale di Meduno), Il parco di Triglav (1999 Stampa), Una terra che non sembra vera (1997 Campanotto), I secoli della Primavera (1992 Sestante). A tutte queste opere si è poi aggiunta Tersa morte. Mentre nel 2017 era uscita nei Grandi Libri Garzanti l’opera omnia con il titolo Tutte le poesie. Alla Festa del libro e degli autori Benedetti è stato ricordato venerdì da Alberto Bertoni, Maria Borio, Milo De Angelis e Stefano Raimondi, oltre che dai citati Sorrentino e Garlini. L’occasione è stata offerta dall’uscita di un libro, voluto proprio da Pordenonelegge e dal blog di poesia di RaiNews, in cui diversi poeti testimoniano cosa abbiano significato per loro l’opera e l’uomo Mario Benedetti, autore che continua a essere presente, nelle forme e negli spunti tematici, tra le diverse generazioni di scrittori.
La scomparsa di Mario Benedetti ha dunque lasciato un vuoto nel mondo della cultura italiana, nel quale si levava la sua voce limpida e intensa. Di lui conservo un ricordo bellissimo. A Nimis abbiamo fatto insieme elementari e medie: era un bambino, e poi un ragazzo, buono, generoso, timido e forse un po’ chiuso, diciamo riservato, ma di grande cuore e sensibilità. Poi l’Università a Padova, dove si laureò in Lettere, l’insegnamento nella stessa città del Santo, e quindi a Milano, nella metropoli, dove è sbocciato il suo sapere. Tutto il valore della sua poesia, intessuta di sentimento – quello che appunto solo un animo nobile e sensibile sa esprimere -, riconosciuto senza riserve dalla grande critica.
Una voce limpida, dicevo, e importante della cultura italiana che si è spenta, ad appena 64 anni. Mario Benedetti, purtroppo, fin da giovane era affetto da una grave malattia, ma a portarcelo via è stato quel terribile virus che si è improvvisamente abbattuto su tutti noi. Viene ricordato come «uno dei poeti più intensi e originali della nostra letteratura». Tre anni fa, era tornato in Friuli essendo risultato vincitore della 6a edizione del Premio Villalta Poesia. Merita ricordarne la motivazione: «Pochi sono i poeti che si sono imposti così rapidamente, come ha fatto Benedetti, all’attenzione del pubblico, ma soprattutto sono pochi quelli che come lui hanno lasciato da subito una traccia influente sui più giovani. La sua opera splende per la capacità di riunire, in atmosfere sommesse e a volte struggenti, il desiderio di sentire a pelle il contatto con la vita e, allo stesso tempo, vivere la mediazione imposta dalle tecnologie della relazione che, oggi, ci fanno sentire tutti molto più collegati e più distanti. Esemplare, inoltre, il suo sguardo sul paesaggio, sulla vita quotidiana, sul tempo che passa, che proviene da Nimis, il paese dov’è nato, da un’infanzia intensa, luminosa, per attraversare poi la vita e confrontarsi con la sorpresa e il dolore di essere al mondo».
Ecco, dunque, chi era Mario Benedetti, un genio letterario che il Friuli e pure il suo paese conoscevano poco, proprio per il suo carattere schivo che l’ha sempre tenuto lontano dai riflettori. Ma che in silenzio rifletteva e scriveva, lasciandoci pagine mirabili che resteranno affiancate a quelle dei grandi poeti. E che Pordenonelegge ha fatto bene a ricordare proprio a un anno dalla scomparsa. Un plauso, dunque, al festival letterario, ma soprattutto un doveroso pensiero a un poeta sensibile e raffinato che tutti dovremmo ricordare con gratitudine.

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In copertina, il poeta Mario Benedetti scomparso nel 2020 a 64 anni.

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