«Confidiamo che Pordenonelegge 2022 possa essere un grande evento di popolo, compatibilmente con la situazione pandemica che abbiamo però imparato a gestire nell’ultimo biennio». È l’auspicio che il presidente di Fondazione Pordenonelegge, Michelangelo Agrusti, ha espresso ieri alla presentazione della 23ma edizione della Festa del Libro con gli Autori, in programma dal 14 al 18 settembre con oltre 400 protagonisti e 300 eventi in una trentina di locations. Un’offerta culturale che ora “sbarca” anche all’estero, a Praga, per la prima volta, con una preview internazionale che – ha spiegato Agrusti – è destinata a ripetersi anche per le prossime edizioni, nel segno di una sinergia con gli Istituti Italiani di Cultura delle capitali straniere. Intanto, le iniziative a Praga proseguiranno per un intero anno, con la collaborazione del Teatro Verdi di Pordenone e di Cinemazero: la Festa del Libro parte da uno dei luoghi più evocativi della cultura europea, dove è forte, come altrove all’estero, il desiderio di “più Italia” a livello culturale e linguistico.

Lo staff con Tiziana Gibelli e Ciriani.

(Foto Cozzarin)

Ma Pordenonelegge è anche un festival che vive sull’uscio della storia e racconta le cose che accadono in questo nostro mondo. Quest’anno un focus speciale sarà dedicato all’Ucraina con autrici e autori in presenza: ci saranno intellettuali che hanno vissuto sul campo la tragicità degli eventi e avremo inviati di guerra. Un’attenzione che si riverbera sull’immagine 2022 del festival: la spiga di grano simbolicamente legata alla guerra in Ucraina e a un popolo che, con il grano prodotto ogni anno, sfama i Paesi del mondo meno ricco. Lo sguardo e la caratura internazionale – ha sottolineato ancora Michelangelo Agrusti – non stemperano però il forte abbraccio che Pordenonelegge apre anche quest’anno al suo territorio: l’inaugurazione nuovamente coinvolgerà le città di Trieste e Lignano Sabbiadoro, e il cartellone tornerà nei Comuni già coinvolti (Azzano Decimo, Casarsa della Delizia, Cordenons, Maniago, Sacile, San Vito al Tagliamento e Spilimbergo) e farà tappa da quest’anno anche a Prata di Pordenone e a Sesto al Reghena. Un saldo network fra istituzioni culturali e pubbliche amministrazioni nel segno di una connessione identitaria culturale, sociale ed economica: su questa consapevolezza solidale e interattiva del territorio investiremo i prossimi anni – ha annunciato Agrusti – attraverso una struttura di coordinamento dei Comuni, che non saranno solo destinatari ma artefici a pieno ttolo dell’offerta culturale che pordenonelegge metterà in campo. E pordenonelegge 2022 rilancia anche in veste di impresa culturale: a conferma di questa mission, oltre il 50% dei fondi del festival arrivano dal sostegno privato e per ogni euro pubblico investito ne ricadono più di 10 sul territorio».

Un “ponte” di libri con Praga.

All’incontro stampa sono intervenuti anche l’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli, che ha osservato: «La cultura è motore di Pil, riesce a rendere più attrattive le destinazioni di viaggi e vacanze, così facendo genera beneficio economico diretto e indotto sul territorio. Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, diceva Marguerite Yourcenar: di ottimo auspicio, in questo senso, la spiga di grano che riporta a Cerere, Dea della fecondità. Proprio la capacità di “osare” in un contesto complesso come quello pandemico ha permesso alle nostre imprese culturali di ripartire con slancio in questi due anni, e l’amministrazione regionale è stata in grado di garantire loro una concreta vicinanza». Il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, ha ricordato come «Pordenonelegge sia il più importante evento culturale della città, e come proietti ad ampio raggio l’immagine e il prestigio di Pordenone: una buona pratica culturale che ha ricadute profonde anche sul piano economico, e che ha funto da riferimento per una miriade di altre importanti iniziative culturali». All’incontro di ieri i sindaci dei Comuni di nuova adesione: i primi cittadini di Prata di Pordenone, Katia Cescon, orgogliosa di un’iniziativa che ha coinciso con il primo atto ufficiale in veste di sindaco, e di Sesto al Reghena, Ivo Chiarot, grato di poter associare il nome del suo Comune allo «straordinario marchio di Pordenonelegge».
Qualche consiglio sull’approccio ottimale al cartellone è arrivato dal direttore artistico Gian Mario Villalta, curatore di Pordenonelegge assieme ad Alberto Garlini e a Valentina Gasparet, nella squadra che vede in frontline la direttrice di Fondazione Pordenonelegge Michela Zin: i lettori che verranno a Pordenone, dovranno, mai come quest’anno, scegliere quel particolare percorso di dialoghi, incontri e discorsi che formerà l’itinerario della propria immaginazione, la “loro” Pordenonelegge. Dovranno quindi costruire le proprie scelte in un cartellone che spazia convintamente fra generi e autori, dai nomi di grande richiamo come Saviano e Carofiglio ai Premi Pulitzer Joshua Cohen (Pulitzer 2022) e Jericho Brown (Pulitzer Poesia 2020). E dagli autori che fanno tv e spettacolo, come Flavio Insinna e Lillo, al maggiore primatologo vivente, Frans De Waals, a un’attrice che scrive poesie come Sonia Bergamasco. A proposito di poesia – ha spiegato Villalta – quello di Pordenonelegge è il più grande festival di settore in Italia, con oltre un centinaio di grandi poeti italiani e stranieri».

Sempre affollati gli incontri.

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In copertina, la spiga di grano scelta come simbolo di Pordenonelegge 2022.

 

 

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