di Giuseppe Longo

Pradielis, Alta Val Torre, a due passi dai monti Musi dove nasce il limpido torrente che scende a Tarcento e poi nella pianura fino a ricevere il Natisone e quindi incontrare l’Isonzo. Un piccolo, grande paese del Comune di Lusevera che ha molto sofferto prima a causa delle guerre e dell’emigrazione e poi in seguito al terremoto di 46 anni fa – ma quel campanile slanciato, simbolo della frazione, ha vinto quelle tremende scosse, quasi a voler esprimere la tenacia della sua gente che non si piega davanti alle difficoltà -, un paese che però ha trovato la volontà e la forza per rinascere e guardare a un nuovo futuro, sebbene questo debba fare i conti con i problemi ormai annosi di una montagna sempre più in preda all’abbandono. È a questa comunità e in particolare alla sua storia che Armando Coletto ha dedicato il libro “C’era una volta Pradielis. Una… tante famiglie” che sarà presentato proprio oggi, 5 agosto, alle 19.30, nella sala Lemgo.
Un libro – scrive in una bella presentazione il sindaco Luca Paoloni – che «mette nero su bianco ricordi di infanzia e parte della storia della sua famiglia. Vissuti che fino ad oggi trovavano luogo per lo più nei racconti degli avi e che venivano tramandati alle nuove generazioni. Nel testo sono molteplici gli argomenti trattati: dalle celebrazioni Liturgiche alle attività quotidiane, dalle esperienze di vita alle curiosità su personaggi insoliti di Pradielis».


«Si tratta di un vero e proprio tuffo in un recente passato – osserva il primo cittadino di Lusevera -, che agli occhi attenti dei lettori di oggi potrebbe essere, invece, molto lontano. Un tempo, la vita nell’Alta Val Torre, era sicuramente dura da affrontare. I pendii scoscesi delle montagne, il clima poco favorevole, la povertà, sono solo alcuni degli aspetti che hanno avviato il fenomeno dell’emigrazione. Allo stesso momento, le persone che sono rimaste, con il “nulla” hanno imparato fin da piccoli l’arte dell’arrangiarsi, rispettando con vigore i ritmi delle stagioni e l’ambiente che le circondavano. Questa caratteristica intrinseca della nostra Comunità è talmente radicata e forte che nel 2019, l’Alta Val Torre, insieme ad altri 10 Comuni limitrofi, è stata riconosciuta quale Riserva Mab Unesco, ovvero terra in cui vi è un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile. Certo, le donne e gli uomini di una volta, si accontentavano di quel poco, ma quanto erano felici più di noi? Nell’era del progresso, del consumismo, del tutto e subito, abbiamo perso la sensibilità e la ricerca della bellezza nelle piccole cose. Rileggere con attenzione le righe di questa preziosa opera, non potrà che farci riflettere sulla Comunità che eravamo, ma soprattutto farà scattare in noi delle domande su dove vogliamo andare!».
E poi il sindaco di Lusevera continua: «Non mancano delle vere e proprie sorprese. Forse non tutti sanno che in quel di Pradielis negli anni Cinquanta era stata sviluppata un’impresa per la raccolta e la conservazione delle stelle alpine, o ancora, che vi era una linea ferroviaria (tipo Deucaville) che collegava Uccea alla piana di Vedronza per il trasporto delle legna. Questi due aspetti, non fanno altro che confermare la forte creatività della Comunità dell’Alta Val Torre, nel trovare delle soluzioni per guadagnarsi il pane quotidiano»
«Come Amministrazione comunale – conclude Luca Paoloni – abbiamo concesso il patrocinio a questa opera realizzata da Armando Coletto, una persona di inestimabile valore, che negli anni si è impegnata molto e ancora una volta ha dimostrato il forte attaccamento alla sua terra di origine. Riteniamo doveroso sostenere la passione di chi impiega il proprio tempo per riportare alla memoria la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura. L’augurio è che questo libro non vada nelle nostre librerie a “fare la polvere”, ma venga letto con attenzione dai più, soprattutto dai giovani, affinché conoscano il rispetto per il territorio in cui vivono e che hanno ricevuto in eredità dai nostri “vecchi” e, perché no, affinché venga risvegliato quell’orgoglio, forse messo da parte, di vivere in montagna, in un angolo di Friuli così prezioso! Grazie Armando per aver voluto aggiungere questo tassello alla memoria della nostra storia!».
Come detto, il libro verrà presentato questa sera, alle 19.30, al centro Lemgo di Pradielis che, sicuramente, si riempirà, non solo per dire grazie ad Armando Coletto per questa sua esemplare fatica, ma anche per fare riscoprire a chi è un po’ avanti negli anni pagine di vita locale ormai dimenticate, o quasi, e  per aiutare i giovani a conoscere qualcosa di prezioso della storia del proprio paese. Perché, giustamente si suol dire, senza conoscere il proprio passato, non si può pensare neanche al futuro. Per questo la comunità di Pradielis, ma anche dell’Alta Val Torre, deve essere grata all’autore di questo prezioso volume.

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In copertina, bella immagine di Pradielis ai piedi dei Musi dove nasce il Torre.

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