di Giuseppe Longo

A Nimis, come in tutto il Friuli agricolo, in primavera era tradizione celebrare quattro rogazioni, cioè quelle processioni propiziatorie per la bontà dei raccolti e per la salute delle popolazioni che di buon mattino si snodavano attraverso le campagne: la rogazione di San Marco, detta anche “maggiore”, e le tre che precedevano l’Ascensione.  Quindi, una il 25 aprile – data in cui si celebra, civilmente, la Liberazione e dal punto di vista religioso l’Evangelista con il leone alato – e le altre tre in maggio. La prima andava, intonate le Litanie dei Santi, dalla Chiesa di Santo Stefano in Centa alla Pieve dei Santi Gervasio e Protasio, le successive toccavano le varie zone rurali del paese, da Valle a Molmentet, e a ogni fermata venivano benedetti campi e vigneti all’intonazione “A fulgure et tempestate”, ma anche “A peste, fame et bello” e “A flagellum terremotum”, tutte seguite dall’invocazione “Libera nos Domine”. E soprattutto della seconda che parla di “bello” – cioè guerra – Dio solo lo sa quanto oggi ce ne sia bisogno!
Soltanto una premessa legata alla storia e alle tradizioni di Nimis – che appartengono ai ricordi del bambino che andava a servir messa all’alba! – per dire che proprio domani mattina ritorna, appunto, la rogazione di San Marco (l’unica rimasta, però), che alle 9.30, andrà dal Duomo alla Pieve e viceversa, dopo la celebrazione eucaristica. E anche questo è un incoraggiante segno – dopo la processione del Venerdì Santo – di un lento ma graduale ritorno alla normalità, ora che la pandemia, seppure i contagi restino sempre alti, pare stia perdendo la sua forza.
Un segno che è dato, anche a Torlano, dal ritorno, dopo la riuscita sagra pasquale, della festa sul “prât dal vin”, dove dopo il terremoto del 1976 – parroco era il compianto monsignor Giuseppe Micossi – è stata costruita un’anconetta mariana dinanzi alla quale viene celebrata la messa, quindi con lo stesso significato propiziatorio delle rogazioni. E al termine sul prato circostante si dà vita a un’allegra scampagnata con un buon bicchiere di vino. Ed è quello che si ripeterà domani, a partire dalle 11. Proprio bello e significativo che, almeno in parte, le tradizioni vengano mantenute in vita!

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In copertina, l’inaugurazione dell’anconetta mariana di Torlano (celebra monsignor Giuseppe Micossi) e qui sopra la scampagnata sul “prât dal vin”.

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