Si annuncia come un grande mercoledì in musica la giornata di domani, 9 febbraio, a Trieste, avendo in programma invitanti appuntamenti al Conservatorio Tartini e al Teatro Miela. Ma ecco, in dettaglio, le due proposte.
Il duo Chiandotto-Iaiza – Originalità, eleganza e un innovativo approccio alla scrittura e all’interpretazione della musica si fondono nel prossimo appuntamento in cartellone per i “Concerti del Conservatorio”, di scena a Trieste, nella Sala Tartini di via Ghega 12, domani, alle 20.30. La nuova produzione dei “Concerti” brilla per la sua cifra autoriale: un filo rosso che parte da compositori come Feldman e Crumb per arrivare a Maurice Ravel, e che si arricchisce di due prime esecuzioni assolute, innervate dal live electronics a cura di Giorgio Klauer e Paolo Pachini, attraverso processi di “amplificazione” del suono che, nel corso del concerto, saranno applicati anche alle partiture più “classiche”, così da alimentare originali architetture sonore. Protagonisti di questa magica serata saranno due talentuosi artisti in grande ascesa, i pianisti Luca Chiandotto e Maria Iaiza, più volte in luce in occasione di concerti e festival, spesso vincitori di concorsi e premi in ambito nazionale e internazionale.
La scaletta si aprirà con “Two Pianos” (1957) di Morton Feldman, proseguirà con “Zeitgeist” di George Crumb (1987) e quindi con le due prime di partiture composte nel 2021: “Spillover” di Giorgio Klauer e “Stars are screaming” di Paolo Pachini. Gran finale con “La valse” di Maurice Ravel, nella trascrizione per due pianoforti dell’autore. I lavori prescelti per questo progetto presentano forme di tempo particolari e distinte, il cui accostamento può risultare provocatorio. In “Two Pianos” di Morton Feldman il tempo è liquido e insieme fermo come la superficie di un lago di montagna, appena increspata dal galleggiare di qualche grumo sonoro. “Zeitgeist” di George Crumb presenta un tempo lacerato, e “Spillover” di Giorgio Klauer sembra evidenziare i sottili sfasamenti spazio-temporali tra l’esecuzione dei due pianisti e la sua trasformazione elettronica in tempo reale. “Stars are screaming” di Paolo Pachini propone “curvature” del tempo generate da illusori giochi di velocità e variazioni della trasparenza dei materiali sonori, mentre ne “La valse” di Ravel siamo di fronte a un vortice temporale sempre più caotico, una specie di “degenerazione” della forma danza, che trascina l’ascoltatore in una sorta di “trance”. L’accesso è gratuito per tutti i possessori di super Green Pass, con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti. Telefono 040. 6724911, info e dettagli www.conts.it
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L’Hermès Quartet – Il suo nome è una dedica all’iconico messaggero della mitologia greca: l’Hermès Quartet – al secolo i musicisti Omer Bouchez ed Elise Liu violino, Yung-Hsin Chang viola, Yan Levionnois violoncello – trae la sua energia musicale dal ruolo di ponte fra la creatività dei grandi compositori e la sensibilità del pubblico di tante latitudini del mondo, dalla Carnegie Hall di New York, dove l’Ensemble debuttava con successo dieci anni fa, alla Città Proibita di Pechino, alla Wigmore Hall di Londra. In vista del concerto programmato a Trieste, terza tappa della Stagione Cameristica Chamber Musica 2022, l’Hermès Quartet si farà “ambasciatore” della tradizione musicale francese per restituire alcuni dei più grandi Quartetti per Archi concepiti da Maestri come Claude Debussy e Maurice Ravel. Appuntamento, dunque, domani, alle 20.30 sul palcoscenico del Teatro Miela, nell’avvolgente Camera acustica curata da Suono Vivo. Biglietti e abbonamenti presso TicketPoint Trieste, info www.acmtrioditrieste.it. “Cromatismi” è il cartellone numero 27 allestito al Teatro Miela da Chamber Music per la direzione artistica di Fedra Florit, con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e di Banca Mediolanum, Itas Assicurazioni, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali, Civibank e Zoogami.
L’excursus triestino nel Quartetto di matrice francese sarà scandito da veri capisaldi: Claude Debussy compose il Quartetto per Archi in sol minore op. 10 fra l’estate del 1892 e il febbraio del 1893. La prima esecuzione avvenne a Parigi il 29 dicembre dello stesso anno, echeggiando un periodo dominato dal simbolismo, con quattro movimenti di forma ciclica dominati da un unico tema, che esprime vivace curiosità per la variazione.. La durata dell’opera è insolitamente breve: grazie a un’efficace concisione formale, Debussy concentra i quattro movimenti in un lasso di tempo che non raggiunge neanche la metà di quello che occorre a Franck per il suo Quatuor. Il programma culminerà nel Quartetto per Archi in fa maggiore ultimato da Maurice RaveI nel 1903, a soli 28 anni, dedicato a Gabriel Fauré. I punti di contatto con la composizione di Debussy sono evidenti e offrono un’incredibile rassomiglianza con la musica del suo illustre predecessore, pur in chiave più solare e «diurna», rispetto alle “nuits” debussiane. Nel mezzo, fra un Quartetto e l’altro ecco il Quartetto per Archi “Ainsi la nuit” di Henri Dutilleux, considerato l’ultimo erede della scuola musicale transalpina, compositore fortemente influenzato dalle ultime innovazioni stilistiche non solo di Debussy e Ravel, ma anche di Bartók e Stravinsky. L’ingresso è aperto ai possessori di Super Green Pass.
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In copertina, i pianisti Luca Chiandotto e Maria Iaiza; qui sopra, l’ Hermès Quartet.