C’è una riconversione “multicanale” nel futuro fieristico in Friuli Venezia Giulia. In una fase così delicata per i sistemi espositivi, acuita nelle sue difficoltà dall’emergenza Covid con tutto quello che sta causando proprio sul comparto eventi, Udine e Gorizia Fiere si trova infatti a un punto di svolta decisivo. Grazie alla pronta riconversione di parte dei suoi amplissimi spazi ad altre attività – a partire dai padiglioni messi a disposizione per esigenze sanitarie e quelli che saranno destinati in supporto all’attività scolastica –, è stata colta l’occasione per il rinnovamento e per avviare una nuova fase che possa ridare ridare linfa a una struttura centrale per l’economia regionale. A delineare le strategie per il futuro dell’ente fieristico sono stati, ieri mattina, l’amministratore unico di Udine e Gorizia Fiere Lucio Gomiero e Giovanni Da Pozzo, presidente Camera di Commercio Pn-Ud, socio di riferimento dell’ente espositivo.

Gomiero e Da Pozzo ieri a Udine.

«Siamo da tempo consapevoli – ha esordito Da Pozzo – che per il mondo delle fiere, in tutto il mondo e così da noi, la situazione sarà sempre più complicata, così come siamo convinti che un unico ente fieristico, pur con le sue articolazioni territoriali, sia più che sufficiente in una regione piccola come la nostra. Per questo, da un lart abbiamo voluto avviare una sinergia che abbiamo anche formalizzato in un documento congiunto con l’ente fieristico pordenonese, per agire in modo armonico e coordinato, ma abbiamo, dall’altro lato, anche messo in cantiere le prime iniziative della fondamentale riconversione delle strutture». E il presidente Da Pozzo vede «una riconversione multicanale e multifunzione per l’area, data la grandezza degli spazi della Fiera, che la rendono ideale per un più che vario range di attività e anche in caso di necessità di distanziamento sociale, e data la sua posizione strategica, all’uscita dell’autostrada e all’ingresso della città». E aggiunge. «Il core business della fiera sarà in futuro concentrato sugli eventi centrali, utili al territorio, eventi in cui le nostre imprese si riconoscano e a cui aderiscano. Ma è sulla riconversione che dobbiamo puntare per un nuovo sviluppo», ha concluso il presidente, passando la parola all’amministratore unico Gomiero, non prima di aver citato «gli ottimi risultati raggiunti in questo periodo dalla Fiera, riconducibili per la maggior parte al suo operato, a conferma della buona scelta fatta dalla nostra Cciaa nel volerlo alla guida dell’ente».

«Abbiamo delineato una strategia – ha spiegato Gomiero – che evidenzia i tre business su cui si sono concentrate nel 2020 e si concentreranno le azioni nel prossimo triennio: innanzitutto la gestione, razionalizzazione e digitalizzazione delle fiere dirette e indirette, quindi la gestione e lo sviluppo congressuale e di altri eventi nostri e di terzi, con relativo affitto temporaneo di spazi e quindi la riconversione, con parte di aree e strutture che saranno di conseguenza destinate a nuove funzionalità, in coerenza con la mission complessiva». Per ognuna di queste tre direttrici, Gomiero evidenzia, «saranno utilizzate risorse umane, di struttura ed economiche diverse, in quanto le modalità e le tempistiche di questi tre business sono tra loro differenti». In particolare, la prima attività – quella più consueta, l’organizzazione fieristica – prevede «il consolidamento degli appuntamenti più caratterizzanti, nonché sviluppi e miglioramenti in accordo con Pordenone Fiere, con cui abbiamo raggiunto una prima intesa lo scorso 19 novembre e per la cui attuazione siamo già al lavoro da inizio anno».

Nelle due altre direttrici, «abbiamo spinto molto già nel 2020 – ha poi precisato l’amministratore unico della Fiera –. Quella relativa agli eventi non fieristici, la convegnistica e non solo, ha subito maggiormente le criticità dovute alla pandemia. Però siamo stati pronti a cogliere la sfida e abbiamo comunque ospitato alcuni concorsi. Si è poi riconvertito a tempo di record il Centro congressi e, in accordo con l’Azienda Sanitaria, lo abbiamo destinato a centro vaccini e tamponi». Promettenti, secondo Gomiero, «i primi risultati della terza area di business – ha spiegato ancora –, quella di riconversione e gestione a diverse funzionalità di parte del quartiere fieristico, laddove vi erano spazi in passato a bassa utilizzazione. Abbiamo infatti avviato un progetto di “Artigianato Digitale e Formazione 4.0” nel padiglione 1 e stiamo lavorando per realizzare un “Campus scolastico” nei padiglioni 2, 3 e 4, insieme con la Regione , l’Edr e le Istituzioni locali». Gomiero ha quindi ricordato in sintesi «il grande sforzo fatto nel 2020, che ha visto coesa la squadra, con tutti i soci pienamente coinvolti con incontri periodici e con il team resiliente, che è riuscito, nonostante l’emergenza sanitaria, a realizzare la 67ma edizione di “Casa Moderna” in presenza , affiancandole un format innovativo digitale costruito in soli 20 giorni. E ha invece dovuto ripensare, con una nuova formula, completamente online, il Salone dell’orientamento “Young, future for you”, coinvolgendo con successo tutti gli Istituti scolastici di secondo grado. Capacità di accelerazione – conclude Gomiero – dimostrata anche dalla valorizzazione di asset non prioritari, quali la cessione della quota detenuta nella società H20 srl, completata nel 2020 con tutte le procedure necessarie».

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In copertina uno scorcio di Casa Moderna e qui sopra il quartiere espositivo a Torreano di Martignacco.

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