di Giuseppe Longo

Dino Persello ha scelto nientemeno che la piccola “Cappella Sistina del Friuli”, nella sua San Daniele, per presentare le sue “Ripartenze”, il nuovo lavoro pensato per questo particolare momento in cui la pandemia ci concede una “tregua” (che tutti speriamo, però, sia duratura!) e che vede appunto la “ripartenza” di ogni attività e iniziativa, a cominciare da quelle legate alla cultura. E cosa di meglio se non ambientarlo in questa antica Chiesa, simbolo di tante sfide vinte nei secoli, tanto da arrivare fino a noi in tutta la sua bellezza.

Dino Persello

 

Ecco, allora, che l’attore friulano torna a proporsi, dopo la bella serata di alcune settimane fa nel parco del Castello, nella cittadina della famosissima Biblioteca Guarneriana e proprio nella splendida Chiesa di Sant’Antonio Abate – riccamente affrescata da Pellegrino da San Daniele, tanto da ricordare la ben più celebre e conosciuta Cappella vaticana – per proporre “Ripartenze”, ovvero ricordi, speranze, energia, costume, schiettezza, riflessioni, passioni… buona musica e buon canto. Con Dino Persello, autore, attore e regista, ci saranno due artisti che lo seguono spesso nei suoi lavori: il pianista Teo Luca Rossi e il tenore Andrea Binetti, la voce dell’operetta. La serata è annunciata per domani, 19 agosto, alle 20.45. L’ingresso è libero, ma la prenotazione è obbligatoria rivolgendosi alla Pro Loco San Daniele guidata da Caterina Romagna: telefono 0432.940765 oppure info@infosandaniele.com
«Sì, dubbi zero! Dobbiamo… ed è d’obbligo ripartire, e al più presto. E’ ora di tornare a percorrere le strade del mondo!», esordisce in una sua riflessione Persello proprio in vista di questo nuovo spettacolo. «Un tempo lungo e difficile – continua – ha tenuto a distanza le persone e, qualcosa di intimo, prezioso ed essenziale ha rischiato di perdersi. Il teatro vuole ora fare la sua parte e riconquistare la sua finalità primaria di mastice sociale. Abbiamo dolorosamente vissuto sulla nostra pelle una sorta di pericoloso smarrimento, subendo le infelici ambiguità degli scienziati e dei media. Ritengo oggi tempo sprecato analizzare a fondo tale triste situazione».
«Non mi interessa per niente capire – continua Persello – se siamo davvero un popolo scientificamente analfabeta. O che gli scienziati non siano abituati a comunicare con il pubblico, o al fatto che i giornalisti non sono abituati a comunicare la scienza. Dall’esperienza di questa sventura, ribadisco, dobbiamo però ripartire, auspicando con forza un nuovo patto tra scienza e società, che serva a ricucire questa frattura. Così come siamo messi oggi, a rischio è l’intera umanità!». E conclude: «No, nessuna presunzione che questo lavoro teatrale chiarisca e tanto meno risolva il tormentato momento di pericolosa confusione sociale che stiamo attraversando. Ma una speranza sì, che questo incontro serva a riavvicinare la gente a quella magia, che solo la presenza fisica di una comunità, da tutti noi questa sera qui rappresentata… può dare!».
Un messaggio, dunque, molto importante quello che Dino Persello vuole affidarci con questo suo nuovo lavoro teatrale: quello di ritrovare il coraggio per rimetterci in cammino, perché il virus è senza dubbio preoccupante, ma non può continuare a ostacolare e umiliare le nostre vite. Per cui dobbiamo avere la forza di reagire e di contrastarlo. Un messaggio che risuona ancora più alto e vibrante perché lo diffonderà proprio da quel luogo carico di storia e cultura che è la centralissima Chiesa di Sant’Antonio Abate: simbolo di tanti secoli passati, quando sono state vinte e superate le numerose sfide che si sono via via presentate, come guerre, calamità, miseria e pure altre pestilenze. L’umanità ha sempre ritrovato la forza e la volontà per poter ripartire.

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In copertina, gli splendidi affreschi di Pellegrino da San Daniele nella Chiesa di Sant’Antonio Abate (qui sopra la facciata).

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