È stato grande protagonista, durante i riti natalizi. il bellissimo Presepe allestito dagli artigiani di Sutrio in Piazza San Pietro, cuore della Città del Vaticano. Come è noto, è arrivata dal noto paese di falegnami e mobilieri – già famoso per i suoi presepi che punteggiano la località della Carnia e soprattutto per quello di Teno – la Natività che profuma di legno di cedro molto apprezzata dalle decine di migliaia di persone che, con emozione, hanno affollato la Piazza durante le festività e dove potrà essere visitata fino a sabato 8 gennaio, dopo l’Epifania. Con le sue 18 statue disposte su una superficie di 116 metri quadrati, illuminate da 50 punti luce, è la meravigliosa opera d’arte realizzata da undici scultori del legno, operanti in Friuli Venezia Giulia, che si sono dedicati all’intaglio del Presepe. Sono gli artisti Stefano Comelli, direttore artistico del progetto, padre Gianni Bordin, Andrea Caisutti, Corrado Clerici, Paolo Figar, Arianna Gasperina, Isaia Moro, Martha Muser, Hermann Plozzer, Renato Puntel e l’artista ucraino Oleksander Shteyninher, in Italia dal 1999. Il Presepe che i fedeli vedranno rifletterà la libera ispirazione e il sentire di ogni artista coinvolto, così come ogni donna e ogni uomo guardano, a loro modo, al mistero della Natività. Un’ispirazione che trova composizione unitaria nello scenografico e policromo intarsio dedicato alla Pace, apposto sotto la Natività: il messaggio – la scritta PAX – è stato realizzato dai marmisti Giuliano Borchi e Massimo Borchi con tutte le pietre del Friuli Venezia Giulia, dal Carso alla Carnia, da Cividale alle Dolomiti friulane, all’area del pordenonese.
Come a suo tempo riferito, il Presepe di Sutrio è stato concepito con grande attenzione ai valori della sostenibilità: nessun albero è stato abbattuto per fornire la materia prima. Se la struttura complessiva è stata realizzata con 24 metri cubi di legno di larice, certificato Friuli Venezia Giulia, proviene dalle risorse dei vivaisti attivi nei giardini pubblici o privati del comprensorio il legno utilizzato per le 18 statue: l’essenza di cedro veniva piantumata più di cent’anni fa. Un dettaglio significativo testimonia la sensibilità del progetto per la natura e la montagna: la culla del Bambino è stata realizzata dal direttore artistico del progetto Stefano Comelli, con l’artista Martha Muser, e ricavata dalla radice di un albero sradicato durante la terribile tempesta Vaia: eco del passo di Isaia 11,1-10 “un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici”. La culla è infatti realizzata con materia prima di recupero: la struttura portante è formata da vecchie travi di stalla, mentre il vortice che abbraccerà il bambino è composto da rami e radici abbandonati all’indomani di Vaia, reperiti nei comuni di Sutrio e Paluzza.
L’ispirazione degli scultori riflette poi la cura per i valori etici e spirituali: i sentimenti di umanità, fratellanza, solidarietà sociale e inclusione sono stati il riferimento primario per la realizzazione della Sacra Famiglia, e degli altri personaggi del Presepe che vedremo in Piazza San Pietro. Un ‘paesaggio umano’ chiamato non solo a incorniciare la donna, l’uomo e il Bambino uniti in un abbraccio nella grotta, ma anche a ricordarci il tempo e il mondo in cui viviamo. Come nel caso del Gruppo di figure composto dall’uomo che aiuta un altro uomo a risollevarsi, per rimettersi in cammino verso la grotta, incarnando le speranze di futuro di ogni essere umano, ad ogni latitudine del pianeta. La cifra progettuale del design è inestricabilmente legata alla tradizione della cultura del legno, nel costante confronto con la storia: la Grotta, con la sua stella cometa incorporata, è metafora di quella volta celeste, luogo universale, chiamato a perpetuare il mistero della nascita del Messia.
Le 18 statue del Presepe di Sutrio sono tutte di dimensione realistica e ogni personaggio brillerà grazie al progetto di light design curato e donato da Skirà. Con premurosa attenzione alla tradizione è rappresentata la Sacra Famiglia: Gesù Bambino, in un atteggiamento di amorevole serenità, ha le fattezze classiche del neonato avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. La Madonna è raffigurata in ginocchio, alla sinistra del Bambino Gesù, con il capo ricoperto dal manto e le braccia allargate ad indicare il Salvatore. E San Giuseppe, in piedi alla destra del Bambino, ha una mano portata al petto e con la mano sinistra regge la piccola lanterna, simbolo di luce e speranza, che illumina Gesù. Il bue e l’asinello, con fattezze realistiche, sono coricati a fianco di Maria e Giuseppe. Sopra la Natività, sulla cupola della grotta ad un’altezza di 7 metri circa, l’Angelo presidio di luce per tutti. Non possono mancare i personaggi che richiamano la tradizione del territorio: il falegname, innanzitutto, riferimento immediato ai tanti artigiani che, nelle Alpi Carniche, hanno fatto del lavoro del legno la loro vocazione. E poi la tessitrice, che richiama il lavoro femminile di molte donne della Carnia, tuttora vivo in molte piccole realtà imprenditoriali. Rappresentativa per antonomasia della montagna carnica è la figura del Cramar, l’antico ambulante che partendo a piedi dal suo piccolo paese, e portando sulle spalle una cassettiera di legno, andava di villaggio in villaggio a vendere i prodotti artigianali della sua comunità. Il Cramar del Presepe 2022 è disposto in cammino verso la Natività. E ci sono anche la pastora, figura tipica del presepe e richiamo forte alla montagna e alla natura che offre cibo per gli animali, consentendo di allevarli con cura. La pastora è rappresentata in ginocchio, affiancata dalla gerla e da una pecorella, con sguardo adorante verso la Natività. La famiglia è un gruppo scultoreo composto da tre figure, in piedi – una donna, un uomo, un bambino – unite in un abbraccio, in posizione antistante alla grotta. E come da tradizione sono in cammino verso la Natività anche i tre Re Magi: procederanno lungo la rampa che sale verso la grotta, generosi delle loro terrene ricchezze, per omaggiare il più piccolo uomo, l’ultimo, il Salvatore. Complessivamente, il Presepe pesa 16,8 tonnellate. L’estensione della superficie della Grotta, sotto la cupola alta 5,65 metri, è di 41 metri quadrati. La superficie del palco sottostante è di ulteriori 75 metri quadrati. Le figure sono state scolpite attraverso la tecnica classica del levare, usando attrezzature meccaniche per la sgrossatura (motoseghe), scalpelli, sgorbie e raspe per le finiture manuali. La cifra stilistica e plastica delle sculture è risultata una sintesi delle esperienze figurative del gruppo di scultori che hanno preso parte al progetto. La Grotta è stata realizzata con tecniche moderne in legno lamellare autoportante.
GLI ARTISTI
Stefano Comelli, direttore artistico del progetto, triestino classe 1968, vive e lavora a Versa di Romans d’Isonzo, Gorizia. Si perfeziona in scultura su pietra nell’Accademia estiva di Salisburgo e dal 1990 partecipa a più di 25 simposi di scultura in Italia, Austria, Slovenia e Svizzera, proseguendo contestualmente una ricerca in campo sperimentale attraverso le installazioni sui fiumi, nei parchi e nei luoghi urbani abbandonati. Nel 2008 i Musei Provinciali di Gorizia acquisiscono nella loro collezione una sua scultura di pietra dal titolo “natura morta”. Nel 2009 entra nella collezione “Concordia Sette “di Pordenone, Centro Culturale Casa Zanussi. Nel 2014 vince il premio premio “Unesco Cities Art Prize “ e il primo premio della giuria al 2^ Simposium-Memorial Toni Gross a Pozza di Fassa (Trento). Dal 2016 è docente alla scuola Edil Master di Trieste, sezione artistica, dove tiene il corso di lavorazioni manuali della pietra. Legno, marmo, metallo, ma anche materiali che esulano dall’ufficialità della disciplina sono il suo ambito privilegiato di sperimentazione e riflessione sul senso della scultura contemporanea.
Padre Gianni Bordin, frate Cappuccino dal 1985, è sacerdote dal 1991. Parallelamente agli studi in seminario ha praticato diversi stages in Valle Aurina (BZ) per imparare la tecnica deII’intagIio, per due anni ha frequentato la Scuola Beato Angelico di Milano con specializzazione in scultura. Le sue opere abbelliscono chiese e conventi in Italia e aII’estero. Ha pubblicato lavori di grafica su riviste e lavora materiali in ambito scultureo, ma il suo elemento preferito rimane il legno. Armonizza i compiti di frate e sacerdote con la passione per I’arte e la scultura, dal 1999 partecipa a Simposi di scultura su legno.
Andrea Caisutti, di giorno progettista meccanico e scultore la sera e nel tempo Iibero. Nato a Udine nel 1967, casa e atelier nella vicina Percoto, opera costantemente fra tecnologia e arte, due sponde che nel gesto scultoreo convivono in un intenso dialogo. Ha iniziato a scolpire piccole statue per il presepio a 10 anni. Un talento artistico innato e coltivato da autodidatta: l’unica formazione acquisita in questo particolare settore sono stati i corsi liberi frequentati alla scuola d’arte di Ortisei e gli insegnamenti di un maestro scultore nel suo laboratorio di Udine. Poi l’avvio di una carriera “parallela” a quella professionale vera e propria, con la partecipazione a mostre, simposi di scultura e rassegne d’arte.
Corrado Clerici è nato nel 1951 a Forni di Sopra (Udine), vive e lavora immerso nelle Dolomiti Friulane, per lui fonte di ispirazione e di passione sportiva. Utilizzando i vecchi ferri da intaglio, unitamente alla sapiente selezione delle essenze autoctone più adatte, nella sua carriera ha realizzato moltissime opere di arredo, intaglio e scultura, ottenendo riconoscimenti in ambito internazionale. Ma Corrado Clerici non scolpisce solo ii legno: vivendo da sempre nelle Dolomiti, e praticando tutti gli sport di montagna, ha familiarizzato con gli elementi naturali, specializzandosi anche nelle grandi sculture in neve e ghiaccio per le quali ha vinto molti concorsi nel mondo, da Cortina D’Ampezzo al Canada.
Paolo Figar, scultore e pittore goriziano classe 1968, si è laureato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1992. È docente di Arte presso le scuole secondarie. Espone regolarmente in eventi collettivi, simposi di scultura, mostre personali, sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche. Nel 2004 ha eseguito una scultura in marmo dedicata alla figura della Speranza per la cripta dell’Abbazia di Santa Maria in Silvis a Sesto al Reghena. Nella sua produzione non mancano soggetti sacri che, come le altre sue opere, rielaborano le forme tardo romaniche con gusto contemporaneo.
Arianna Gasperina è nata a Pordenone nel 1978, dal 1999 ha intrapreso una strada del tutto particolare, quella della frequentazione di Simposi anche di carattere internazionale sia su legno che su pietra. Sono momenti di lavoro che Arianna ama chiamare “Laboratori a cielo aperto”. Moltesue opere risiedono in luoghi pubblici anche di carattere sacro, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in ambito internazionale. Il suo stile è riconoscibile, un figurativo fresco ed impetuoso. Lavora prevalentemente il legno, ma ama anche scolpire la pietra, il marmo, modellare la terracotta e realizzare finire fusioni su bronzo. Nel 2019 è stata scelta, unico rappresentante dall’Italia, per un evento internazionale di scultura in Giappone. Nel 2022 rappresenterà l’Italia in un evento in Germania, vicino a Brema.
Isaia Moro, nativo di Sutrio, classe 1973, negli anni di infanzia ha frequentato la bottega di Straulino Gaudenzio “Teno”, allora impegnato nel grande progetto del Presepe. Ha coltivato la sua crescente passione per la scultura seguendo l’esempio dal fratello maggiore Michele. E’ diventato uno dei protagonisti della manifestazione di Sutrio “Magia del legno”, promuovendo nell’occasione corsi di intaglio. Ha applicato la sua manualità nel settore edile, conferendo il suo estro artistico al restauro di vecchi tavoli e alla costruzione di stufe artigianali con lavorazione della pietra. Nel Duemila ha partecipato al suo primo simposio sulla pietra di Verzegnis. Continua ad operare prevalentemente nella sua bottega di Sutrio.
Martha Alberta Muser, nata a Milano, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, seguendo l’indirizzo di pittura ma appassionandosi anche all’incisione, all’affresco, alla ceramica, alla fusione del bronzo e alla scultura, attraverso la modellazione della creta e la lavorazione del marmo. Dal 2009 vive a Timau, ha realizzato meridiane, affreschi, graffiti e pitture murarie e ritratti su commissione. Profondamente toccata dalla tempesta vaia del 2018, ha lavorato alla sua prima opera utilizzando due grosse ceppaie sradicate dalla furia degli elementi, insieme a legnetti e radici levigati dai torrenti montani, ricreando così il misterioso Fischiosauro, mostro che infesta le paludi di Casalisega. La scultura, alta due metri e mezzo e lunga più di venticinque, ha anche la funzione di catturare l’attenzione dei viandanti e portarli a scoprire le bellezze paesaggistiche, i siti archeologi e le tradizioni del territorio.
“Sasha” Oleksander Shteyninher, ucraino, è nato a Sumy nel 1962. Nel suo Paese si è laureato in ingegneria meccanica, specializzandosi nella lavorazione al taglio dei metalli. Vive in Italia dal 1999 e ha partecipato a varie mostre e simposi. Fra gli altri Grado (GO) Pasqua in Mostra “Il volto e il Crocifisso”, Treppo Grande Simposio di argilla “Stanze della Via Crucis”, Cividale del Friuli Mostra d’arte contemporanea “Tra Corpo e Spirito), Premariacco – Mostra dei Presepi, San Daniele del Friuli Museo Territoriale “Meravigliosa Creatura” – “Mostra del Presepe”, Pagnacco “Il Naso di Pinocchio” e Mostra personale “Le Signore di Sasha”, Udine mostra personale “Simboli, Archetipi, Miti”, Fontanabona Mostra Personale.
Hermann Plozzer nasce a Sauris nel 1966. Dopo un’esperienza in sud America incontra lo scultore Feliciano Costa, dal quale apprende la tecnica per esprimere al meglio tutta la sua creatività. Le sue opere creano un ponte tra passato-presente-futuro attraverso l’uso di materiali naturali quali legno, ghiaccio, pietra con la costante ricerca di nuove forme di espressione. Visita più volte l’America Latina e negli Stati Uniti e nel nord Europa, partecipando a simposi di scultura su ghiaccio e su legno riscuotendo notevole successo. Collabora al recupero degli stucchi di gesso dei palazzi imperiali del Cremlino a Mosca, espone spesso in mostre personali e collettive in Veneto e Friuli.Ha partecipato alla realizzazione di un “Landart”, percorso turistico esperienziale creando diverse sculture con materiali naturali recuperati dopo i danni provocati dalla tempesta Vaia.
Renato Puntel, nato a Paluzza nel 1955, lavora principalmente in Austria. Ha frequentato la scuola di scultura su legno a Ortisei in Val Gardena per 15 anni. Ha lavorato e realizzato molte sculture in diversi Paesi: Italia, Portogallo (Fatima), Germania, Austria, Russia (Cremlino), Argentina, Brasile, Messico, Stati Uniti, Canada. Ha recitato nel film del regista Ermanno OLMI “Il segreto del bosco vecchio”.
IL PRESEPE DI SUTRIO: https://www.comune.sutrio.ud.it/ http://www.promoturismo.fvg.it/
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In copertina, il Presepe di Sutrio in piazza San Pietro; all’interno, particolari e tutti gli artisti che l’hanno realizzato.