di Giuseppe Longo

NIMIS – Erano da pochi minuti passate le dieci quando, ieri sera, dalla millenaria torre della Pieve di Nimis si è levato un improvviso, festoso scampanìo. Incredulità, stupore. Per quale motivo un concerto di campane a quell’ora così tarda e insolita? Anche sui social c’è stato chi ha sollevato il curioso interrogativo. Ma chi sapeva che nel vicino campo sportivo si stava giocando la finalissima del “Torneo dei Borghi – Il Ritorno” aveva, senz’altro, intuito che le campane volevano festeggiare, a loro modo, la squadra vincitrice: proprio quella di San Gervasio, antica borgata raccolta ai piedi della Chiesa matrice, come i pulcini sotto le ali della chioccia, che ha battuto la compagine del Centa. Per la cronaca sportiva, 3 a 2 il risultato, al termine di una partita combattuta e avvincente disputata davanti a un pubblico folto e di ogni età, ma con tantissimi giovani e pure famiglie intere, rimasto a festeggiare fino alle ore piccole, fra musica e fiumi di birra, dopo aver assistito anche a uno spettacolo pirotecnico che in questa notte di mezza estate ha fatto ricordare i fuochi di Capodanno.

Il vittorioso San Gervasio.

Alla fine le premiazioni, presente il sindaco Giorgio Bertolla – che si è complimentato per l’ottima riuscita del Torneo – assieme al vice Sergio Bonfini. Così, il San Gervasio, oltre a essersi aggiudicato il trofeo della sentitissima manifestazione, ha collezionato anche altri importanti riconoscimenti, come quelli a Giovanni Berra quale miglior giocatore della squadra e al capocannoniere Nicola Paoloni. Ma un premio è stato attribuito anche al borgo stesso per il miglior addobbo, realizzato dal ponte alla salita, oltre che sul sagrato dei Santi Gervasio e Protasio. Anche a Nimis è infatti tradizione “vestire” borgate e frazioni con i propri colori – bianco in Centa, arancione in Molmentet, blu in Valle, verde in San Gervasio e così via – che accentuano il clima di partecipazione della comunità all’evento sportivo che ha visto scendere in campo, oltre alle squadre citate, anche quelle di Cergneu e Torlano.
Ha vinto, dunque, il San Gervasio. Ma in realtà ha vinto Nimis nel suo insieme perché borghi e frazioni hanno creduto nel rilancio del Torneo dopo lo stop imposto per due anni dall’emergenza pandemica: a dire il vero, l’anno scorso si erano giocate le prime partite, ma poi, tra la delusione generale, si erano dovute sospendere a causa di un contagio riscontrato in un giocatore. Un rilancio sentito non solo dagli sportivi – e quindi atleti e sostenitori -, ma dalla stessa popolazione che partecipa attivamente, o perlomeno idealmente, alle vicende della competizione, incitando e sostenendo i propri beniamini. E ora arrivederci al 2023: il successo di questo Torneo dei Borghi, quello appunto del “ritorno”, ha acceso un entusiasmo tale da lasciar intendere che la sua riuscita sarà sempre in crescita. Anche il prossimo anno ci sarà una squadra vincitrice, ma il vero vincitore, come dicevo, sarà ancora una volta il paese che si identifica in questo sano evento sportivo che esalta il senso di comunità e di appartenenza.

Ogni sera affollato il bordo campo.

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In copertina, la Pieve dalla quale la notte scorsa si è levato il festoso scampanìo.

 

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