di Giuseppe Longo

«Gli studenti del Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste tornano da un viaggio in Serbia che li ha visti protagonisti di due applauditissimi concerti con un carico di esperienza e di emozioni che li arricchisce e li gratifica di tutto un lavoro di formazione avuto nel corso dell’Anno accademico 21/22». Le parole del direttore Sandro Torlontano – che pure ha partecipato alla importante trasferta a Novi Sad – sintetizzano con efficacia il significato che questa iniziativa ha avuto per tutti gli studenti che componevano l’Orchestra, impegnata nella esecuzione dell’opera “Apollon Socragète. Satie/Stravinskij”. «Dopo la pandemia – aggiunge infatti – si è finalmente tornati a fare concerti e ciò è fondamentale ed imprescindibile per la formazione di un musicista. Il Conservatorio, quindi, ha fortemente e tenacemente voluto riprendere il Progetto Italia-Serbia che grazie alla legge 212/2012 prevede e favorisce gli scambi culturali fra i due Paesi. Sono per questo grato alla macchina organizzativa del “Tartini”, con il delegato alla produzione artistica professor Andrea Amendola e gli uffici amministrativi che si sono adoperati per risolvere ogni operazione logistica dalla più banale alla più complessa (biglietti, soggiorno, visti, trasporti strumenti…)».


Il direttore Torlontano ricorda poi riguardo all’organico protagonista che «il Conservatorio Tartini di Trieste capofila del progetto, con la collaborazione dell’Accademia di Novi Sad e del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, ha creato un’orchestra di 42 elementi formata e diretta da soli studenti espressione dell’alto grado raggiunto dalle Istituzioni coinvolte. Sono stati realizzati così due concerti in Italia, il primo a Cividale del Friuli per Mittelfest, il secondo al Castello di San Giusto per Trieste Estate 22 e due in Serbia, il primo nella Sala delle Cerimonie del Municipio di Sombor e il secondo nella Sinagoga di Novi Sad».
Una importante iniziativa, insomma, all’insegna dell’internazionalità che caratterizza sempre più il Tartini. «Il Conservatorio – afferma infatti il maestro Torlontano -, che ha fra i suoi studenti un numero elevato di iscritti provenienti da altri Paesi, vive questi scambi fra culture diverse come valore aggiunto che arricchisce la formazione e accresce i valori di fratellanza dei nostri studenti. In questa particolare esperienza, che ho voluto seguire personalmente al fianco dei musicisti recandomi in Serbia per assistere ai loro concerti, si sono fuse esperienze di studio e amicizie che gli studenti porteranno per sempre con loro».
Anche in Serbia, si è trattato dunque di un duplice omaggio al genio di compositori di riferimento del “secolo breve” – come viene definito il Novecento -, Erik Satie e Igor Stravinskij: “Apollon Socragète. Satie/Stravinskij” è, come detto, il titolo della la produzione musicale allestita appunto dal Conservatorio di Trieste in sinergia con l’Accademia di Musica di Novi Sad e il Conservatorio di Venezia, nell’ambito dei percorsi di Cooperazione culturale Italia-Serbia. La cura del Progetto è firmata dalla classe di direzione d’orchestra del “Tartini”, guidata dal maestro Marco Angius.


Nei due concerti di Sombor e Novi Sad l’Orchestra è stata diretta dalla bacchetta di Ana Erčulj e di Mattia Veggo. E con la formazione sinfonica hanno “dialogato” le bellissime voci di Alina Arakelova (Socrate), Dragana Paunovic (Phèdre), Elif Canbazoglu (Alcibiade) e Kamilla Karginova (Phédon). Questi, comunque, tutti i protagonisti della riuscitissima iniziativa: Violini primi: Snezana Acimovic, Ludovico Furlani (Venezia), Uendi Reka, Tijana Drinic, Marija Jankovic (Novi Sad), Anna Biasutti Savytska, Milica Orlic, Daniel Longo; violini secondi: Mina Opsenica, Aurora Ferro (Venezia), Norbert Kurunci, Rocco Ascone, Federico Secchi (Venezia), Fabio Pez (Venezia), Florjan Suppani, Neda Stojkanovic; viole: Vanja Radlovacki, Natasa Dordevic (Novi Sad), Milena Pektovic, Marina Vranjes, Danijel Trajkovic, Aleksandra Mirnic; violoncelli Enrico Zambon (Venezia), Kezia Andrejcsik, Estella Candito-Miliopoulou (Venezia), Iryna Bobyreva, Alberto Ruzzier; contrabbassi: Luigi Cimarosti, Ljubisa Popovic (Novi Sad); flauto: Anastasija Kostic; oboe: Damir Softic (Novi Sad); corno inglese: Marija Popovic (Novi Sad); clarinetto: Alberto Forti; fagotto: Lorenzo Loberto; corno: Doris Racic (Novi Sad); tromba: Bosko Bismiljak (Novi Sad); percussioni Aleksandar Lazic (Novi Sad); arpa: Myriam Genito.
Insomma, un grande impegno coronato da un meritato successo a conclusione di un Anno accademico che ha segnato una importante ripresa dopo gli innegabili intralci e disagi causati dall’emergenza sanitaria. E ora per il Conservatorio Giuseppe Tartini si sta per aprire una nuova, sicuramente esaltante esperienza che sarà festeggiata con il tradizionale concerto inaugurale in programma il 21 novembre al Politeama Rossetti.

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In copertina e all’interno alcune immagini della trasferta in Serbia dell’Orchestra del Conservatorio “Giuseppe Tartini” assieme al direttore Sandro Torlontano e al professor Andrea Amendola.

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