Il modo in cui pordenonelegge, dopo la pandemia, è riuscita a tenere duro e a rilanciare con caparbietà la manifestazione, rimboccandosi le maniche e dando un nuovo respiro internazionale al festival, incarna quelli che sono gli elementi che caratterizzano il dna di quanti vivono in Friuli Venezia Giulia. È questo in sintesi il concetto espresso dal governatore della Regione in occasione della cerimonia di inaugurazione della 23ma edizione della kermesse letteraria che ha preso il via ieri nel capoluogo della Destra Tagliamento e che si concluderà domenica.
Alla presenza degli assessori regionali alla Cultura e al Patrimonio, del direttore della Fondazione pordenonelegge.it, del sindaco di Pordenone e del Console onorario della Repubblica ceca in Italia, il massimo esponente dell’Esecutivo ha voluto ringraziare gli organizzatori del festival per il grande lavoro svolto sino ad oggi. In particolar modo, la Regione Fvg ha voluto porre in risalto come, pur nella difficoltà legata al periodo trascorso, la manifestazione sia riuscita a tenere la barra a dritta per uscire dalla tempesta; il Teatro Verdi, pieno in ogni ordine di posto – è stato ricordato – è segno di un grande ottimismo della collettività che vede nella cultura una chiave per risollevarsi e ripartire.
Facendo poi riferimento al simbolo della manifestazione di quest’anno, la spiga di grano che evoca la tragedia in corso in Ucraina, il governatore ha evidenziato la generosità del popolo del Friuli Venezia Giulia, che ha accolto nelle abitazioni private molti profughi, assieme all’ospitalità che la stessa Regione ha garantito a molte persone scappate dai territori di guerra. Infine, è stato ricordato un altro importante ruolo che le manifestazioni come pordenonelegge possono avere nel contesto regionale: in un territorio a forte vocazione manifatturiero, la cultura è capace di dare il proprio contributo alla crescita e allo sviluppo, poiché genera valore ed occupazione.

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Pordenonelegge 2022 apre un vasto focus sugli eventi centrali del nostro tempo, e l’attualità irrompe al festival con novità rilevanti: come l’annuncio di ieri sullo scrittore Aleksej Nikitin, voce fra le più significative della scena letteraria ucraina, che parteciperà in presenza al festival nella serata di sabato 17 settembre. È infatti arrivato il visto ufficiale del Governo, firmato dal ministro della Cultura ucraino, che consentirà all’autore di espatriare malgrado il divieto, in tempo di guerra, per tutti i cittadini ucraini di sesso maschile fra 18 e 60 anni. La notizia, arrivata in queste ore, certamente arricchisce di interesse l’incontro che era previsto, in origine, con un collegamento da Kiev di Alekesj Nikitin. Appuntamento pertanto a pordenonelegge sabato, alle 19, nella Sala Ridotto del Teatro Verdi, dove Aleksej Nikitin converserà con Laura Pagliara, traduttrice di precedenti romanzi pubblicati in Italia da Nikitin ed esperta di letteratura russa. Al centro del dialogo sarà innanzitutto l’ultimo romanzo dello scrittore, pubblicato a fine 2021 per le edizioni Laurus di Kiev, di prossima traduzione in Italia per Voland: “Bat-Ami. Di fronte al fuoco”, dedicato al campione di pugilato ebreo ucraino Il’ja Goldinov e alle sue vicissitudini dopo lo scoppio della Seconda Guerra mondiale. Un modo per raccontare l’Ucraina in guerra e da quegli anni riportarci al presente, in un racconto che abbraccia anche la resilienza della cultura e letteratura ucraina nel tempo in cui la guerra sconvolge l’Europa e il mondo.
Aleksej Nikitin si fermerà alcuni giorni in Italia e la prossima settimana sarà ospite dell’Università di Bologna. Nel frattempo, sabato alle 11, nella sala stampa di pordenonelegge a Palazzo Klefisch (via della Motta 13, primo piano) terrà un incontro per le testate giornalistiche accreditate: la sua esperienza degli ultimi mesi, la vita dei cittadini di Kiev e dell’intera Ucraina – in particolare delle donne e uomini di cultura – saranno al centro del racconto.
Alla questione ucraina pordenonelegge dedica quest’anno un ampio focus: un’attenzione evidente sin dall’immagine con la spiga di grano impressa sulla 23^ edizione, che si completa con la presentazione, domenica prossima in anteprima nazionale (ore 17, Palazzo Montereale Mantica) dell’Antologia edita Mondadori “Poeti d’Ucraina”, a cura di Alessandro Achilli e Yarina Grusha Possamai. illustrata alla presenza delle poetesse ucraine Iya Kiva e Halyna Kruk. E venerdi’ (ore 19, Istituto Vendramini), al festival arriva col nuovo romanzo edito Marsilio Marianna Sasha Salzmann, l’autrice di origine ucraina che da tempo vive in Germania e presenta il libro “Nell’uomo tutto dev’essere bello”, il percorso di quattro esistenze, quattro donne ucraine emigrate in Germania sullo sfondo degli anni dalla «Perestroika» ad oggi. Salzmann presenterà il romanzo in dialogo con Federica Manzon.
Pordenolegge aderisce inoltre, attraverso gli eventi programmati da oggi a domenica 18 settembre, alla raccolta fondi promossa dal Teatro Verdi per borse di studio destinate ai giovani ucraini. Sostenere in modo concreto e diretto i giovani colpiti dalla guerra in Ucraina è infatti l’obiettivo della campagna di sottoscrizione fondi che vede in prima linea in queste settimane il Teatro Verdi di Pordenone, che ha attivato l’iniziativa assieme a Croce Rossa Italiana di Pordenone e del Fvg. La finalità della raccolta fondi è l’attivazione di Borse di Studio culturali da poter utilizzare, anche all’estero, per la propria formazione. La campagna trova adesso l’importante sostegno di pordenonelegge, per tutti gli eventi programmati al Teatro Verdi che permetteranno al pubblico del festival di aderire e partecipare concretamente alla campagna.

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Con più dicinquanta incontri e oltre centocinquanta protagonisti, entra nel vivo, oggi, 15 settembre, la 23ma edizione di pordenonelegge. Sarà il festival ad ospitare l’esordio letterario dell’artista Lino Guanciale, attore tra i più talentuosi della sua generazione, domani alle 20.30 nello Spazio San Giorgio, in dialogo con Valentina Gasparet, Guanciale presenterà per la prima volta al pubblico il suo racconto lungo “Inchiostro” (Round Robin), realizzato con le illustrazioni di Daniela Volpari. Visionario e tenero, Inchiostro racconta il viaggio di una giovane donna verso la radice più profonda del suo cuore, la rivelazione pura e luminosa del suo desiderio. Anteprima italiana anche per la scrittrice israeliana Ayeter Gundar-Goshen che domani sarà a pordenonelegge con “Dove si nasconde il lupo” (Neri Pozza), in dialogo con la giornalista Francesca Visentin. È la storia di una madre che mette in dubbio la sua intera esistenza quando arriva a porsi la più terribile delle domande: mio figlio è un assassino? (ore 21 Palazzo Montereale Mantica). Mentre il fisico Roberto Battiston firma per Rizzoli “L’alfabeto della natura”, e sempre in anteprima spiegherà a pordenonelegge, in dialogo con la giornalista Michela Nicolussi Moro, come oggi sia fondamentale ragionare in termini scientifici di fronte al caos: la scienza è infatti essenziale per gestire la complessità e porci le domande giuste (ore 11.30, Capitol). “Scuola di felicità per eterni ripetenti” (Garzanti), il nuovo libro di Enrico Galiano lo presenterà a pordenonelegge domani: capitolo dopo capitolo, Enrico Galiano ci porta in una scuola dove le lezioni sono piccole e grandi allo stesso tempo – sull’amore, il coraggio, la libertà – e impartite non da chi siede dietro la cattedra, ma dai ragazzi stessi (ore 19, Capitol). Due grandi donne a confronto, nel dialogo condotto da Anna Vallerugo: con l’anteprima del libro di Flaminia Marinaro “L’ultima diva”, dedicato a Francesca Bertini, in libreria per Fazi, scopriremo la trionfante carriera di Francesca Bertini, mentre Paola Cadelli ci porterà a conoscere la scienziata che fotografò il Dna, Rosalind Franklyn (ore 21, Auditorium della Regione). La giovane autrice Andreea Simionel, nata in Romania e arrivata undicenne a Torino nel 2007, affida alle Edizioni Italo Svevo il suo “Male a est”, una storia di conflitti familiari e migrazione, filtrata dallo sguardo di una protagonista bambina. Domani in anteprima alla Festa del Libro con gli Autori, ore 19.30 auditorium Largo San Giorgio, nel percorso ‘dialoghi’ insieme a Silena Santoni che racconta gli orrori militari dell’Argentina del 1977, presenta Federica Augusta Rossi. Francesco Costa presenta il suo nuovo libro “La fine del mondo. Perché la California non è più una terra promessa”(Mondadori), in dialogo con Alessandro Mezzena Lona: il racconto e l’analisi della crisi del modello di sviluppo delle città californiane e del sogno americano (ore 21, Spazio Gabelli). Sempre in anteprima esce domani 15 settembre e si presenta alle 17.00 nell’Auditorium della Regione Friuli Venezia Giulia, la nuova edizione, pubblicata da BeaT, del volume “La scena delle donne” di Emilia Costantini e Mario Moretti, con la prefazione di Dacia Maraini. Una capillare panoramica sulla cultura teatrale femminile nel mondo occidentale, partecipano Bruna Braidotti, Maria Letizia Compatangelo e Emilia Costantini.

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Info pordenonelegge.it

 

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