(g.l.) E ora sarà la famiglia von Sonderburg, nell’ambito del sempre interessantissimo contenitore “Trieste mosaico di culture”, la protagonista del nuovo incontro che l’Associazione culturale Altamarea ha messo in calendario per domani, 19 dicembre. Hammerle Editori presenta, infatti, alle ore 16, nella storica cornice del Caffè Tommaseo, sulle Rive, il libro di Maria Luisa Grandi “La famiglia von Sonderburg – La Trilogia completa”. Intervento critico del professor Paolo Quazzolo e letture a cura dell’attrice Daniela Gattorno. Moderatrice dell’incontro la giornalista Marina Silvestri, mentre la presentazione sarà curata direttamente da Rina Anna Rusconi, presidente di Altamarea.
Con la pubblicazione, in un unico volume, della Trilogia von Sonderburg, giunge a compimento un progetto iniziato nel 2010 con “La famiglia von Sonderburg – Fuga e ritorno”, cui ha fatto seguito, nel 2013 “Ritrovarsi” e, nel 2014, “L’antico cancello”. Romanzi che hanno conosciuto un notevole successo, tanto che il primo, nel 2012, viene tradotto in tedesco con un titolo leggermente diverso, Dämmerung in Triest (Crepuscolo a Trieste), ma tuttavia efficace nel cogliere quel senso di decadenza e di “finis Austriae” così ben descritto nel testo. L’idea per questa trilogia è maturata in Maria Luisa Grandi un po’ alla volta, attraverso la raccolta meticolosa di documenti, testimonianze e racconti tramandati all’interno della propria famiglia, ma anche tramite una rigorosa ricerca che le ha permesso di ricostruire, secondo la formula del romanzo storico, quell’articolato sfondo di eventi davanti ai quali si muovono personaggi di fantasia dal forte impatto emotivo e nei quali molti lettori possono riconoscere vicende proprie delle loro famiglie. La Trilogia abbraccia quasi per intero il cosiddetto “secolo breve” e si sviluppa entro quell’arco cronologico che va dalla Prima guerra mondiale agli anni Settanta, in una drammatica e coerente successione di eventi che hanno profondamente mutato il volto dell’Europa, come ha osservato nell’ampia prefazione lo stesso Paolo Quazzolo.
Maria Luisa Grandi, triestina, amante della natura e della sua città, con i suoi libri ha vinto numerosi premi letterari. Da sempre appassionata di storia locale e particolarmente legata alle tradizioni della propria famiglia, ha deciso di dedicarsi allo studio ed alla raccolta di numerose testimonianze che hanno portato alla stesura della trilogia composta da “La famiglia von Sonderburg – Fuga e ritorno”, “Ritrovarsi” e “L’antico cancello”. Inoltre, ha pubblicato il romanzo “Con la bora nel cuore” e, in versi, le sillogi “Petali – Il canto della natura”, “Giorno dopo giorno” e “La vertigine”. In particolare, per quanto riguarda l’argomento della nuova puntata proposta da Altamarea, l’autrice ha dedicato alla storia della famiglia Von Sonderburg, romanzo appunto di fantasia, ambientato nella Trieste poco prima e poco dopo la Grande Guerra, un lungo periodo della propria vita. Ha fatto ricerche e parlato con i parenti che avevano tante testimonianze da raccontare. Nel romanzo molti sono i riferimenti alla realtà e ad accadimenti di quel periodo. E solo in questi ultimi mesi ha deciso di mettere insieme gli appunti di tanti anni e costruire un romanzo con l’intento di pubblicarlo e dedicarlo alla memoria del padre. “La famiglia von Sonderburg”, opera prima di Maria Luisa Grandi, è una storia struggente di una nobile famiglia asburgica, triestina, che è rimasta travolta, come molte altre, anche non nobili, dal crollo dell’Impero. È un racconto romantico, come il carattere della scrittrice, che tuttavia lascia intravvedere, assieme al dolore dei protagonisti, il decadimento di Trieste, città bellissima, ma contesa da contrastanti ideologie.
“Fuga e ritorno”, “Ritrovarsi” e “L’antico cancello” rappresentano una trilogia in cui è narrata l’avvincente storia dell’aristocratica famiglia, le cui vicissitudini riflettono quelle dell’amata città, Trieste appunto, grande porto dell’Impero che le vicende storiche conducono nel corso del ventesimo secolo ad un inesorabile declino. Un viaggio che va, come si diceva, dal 1913 al 1970 con le vicissitudini liete e drammatiche che coinvolgono tre generazioni. Viene prospettata una visione degli eventi vissuti da una famiglia che esce sconfitta nella Grande Guerra, che risorge e ritrova motivazioni, integrandosi in un mondo nuovo anche se non più percepito come proprio. I componenti della famiglia si disperdono in varie località, alcuni fino in America, mantenendo tuttavia un forte legame fra loro. Vienna, Firenze e la Baviera diventano luoghi solo apparentemente lontani, in realtà fortemente uniti dallo spirito familiare che li accomuna, ritrovandosi assieme in occasioni belle o tristi nella villa di Scorcola dove sono cresciuti. La trilogia si configura come una vera saga familiare in cui i protagonisti si confrontano anche duramente con gli eventi della vita per poi giungere alla stessa conclusione: il senso di appartenenza a una grande famiglia, attraverso il rispetto di valori consolidati in quattrocento anni di fedeltà all’impero.
«Come ha dichiarato più volte la scrittrice – annota tra le tante osservazioni il professor Quazzolo -, i personaggi che popolano questa Trilogia, così come gli eventi che si svolgono dinnanzi il veritiero sfondo storico, sono frutto di fantasia. Ma, nella storia della letteratura, così come in quella della drammaturgia, non esiste opera che sia interamente frutto di invenzione: il vissuto personale di chi scrive, la sua memoria interiore, le emozioni e le aspirazioni, finiscono per proiettarsi, a livello conscio o inconscio, nel racconto; e ciò spesso avviene in modo trasfigurato, rendendo irriconoscibili e difficilmente identificabili i modelli di partenza. Maria Luisa Grandi, lo si è detto sin da principio, si è mossa attraverso una lunga serie di racconti appartenenti alla memoria familiare, intrecciando e romanzando i quali ha creato una storia nuova, inventata, eppure perfettamente credibile e del tutto coerente con le vicende storiche del Novecento europeo. Dietro le quinte del racconto è costantemente presente l’autrice che non solo organizza in modo sapiente le azioni dei suoi protagonisti, ma proietta nel racconto anche se stessa, rivelando i propri gusti personali quando, per esempio, descrive con raffinatezza gli abiti delle dame, le ricette di cucina o l’arredamento di un salotto». Parimenti, dietro ai numerosi personaggi, spesso si celano i ritratti di persone che appartengono al vissuto di Maria Luisa Grandi e che, «proprio per questo – aggiunge infine Quazzolo -, riescono ad apparire ancora più vivi e credibili. Ma, naturalmente, sarebbe inutile cercare di scoprire quali possano essere stati i modelli d’ispirazione: devono rimanere, come è giusto che sia, custoditi tra i segreti dell’autrice».

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In copertina, Maria Luisa Grandi autrice del libro “La famiglia von Sonderburg” che sarà presentato domani pomeriggio a Trieste.

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