«Spesso ci dimentichiamo che la gratitudine è un sentimento. Non è una parola. È uno dei sentimenti più belli che abbiamo come esseri umani. Sono grato alla musica, sono grato ad ogni nota. Una nota, e le voglio bene. Perché la gratitudine porta direttamente a voler bene». Sono parole di Ezio Bosso, direttore stabile residente del Teatro Verdi nell’ultimo viaggio artistico della sua vita: a due anni dalla sua scomparsa, per il cartellone di Trieste Estate 2022 lo ricorda, oggi 7 luglio al Castello di San Giusto, alle 21, la produzione musicale del Conservatorio “Tartini” che porterà in scena l’Ensemble composto dagli amici musicisti del maestro Bosso: il pianista Daniele Bonini con Edit Milibak violino, Danilo Sisto contrabbasso, Chiara Bosco corno, Domenico Lazzaroni trombone, affiancati dall’attrice e mezzosoprano Giulia Diomede con il compositore Dorian Dionisi.
“La musica sussurra e ci insegna la vita. Omaggio ad Ezio Bosso” titola la produzione, coordinata dal direttore del Conservatorio, Sandro Torlontano, con il docente Andrea Amendola: un filo rosso giocato fra le note e le parole scandirà il concerto, in un dialogo alimentato da brani originali del maestro Ezio Bosso e dalle parole di Emily Dickinson, la poetessa alla quale si ispirava. Così “Recontres” si arricchirà delle parole tratte da “Una dignità ci aspetta tutti”, e via via si avvicenderanno “Following a bird”, “Split. Postcards from far away” e ancora “Solitudes”, sull’eco dei testi di Wislawa Szymborska. Fra i pezzi in programma anche “Thunders and Lightning”, “Awakening”, e un estratto dallo Stabat Mater di Gioacchino Rossini, “Quando corpus morietur”. Al culmine del concerto l’”Allelujah” intonata da Giulia Diomede e “Rain, in your black eyes”.
Gli interpreti della serata hanno conosciuto Ezio Bosso e fatto parte del suo progetto musicale, legandosi a lui umanamente e professionalmente. «La musica è una necessità, ne abbiamo bisogno per tornare ad essere una società – raccontava il maestro Bosso -. Abbiamo bisogno di musica per essere umani, il potere magico della musica è infinito grazie a quella partitura che ci rende tutti uguali, un’unica società che lavora per essere migliore». È con un sussurro musicale, un sussurro di note, che si compirà il rito del ricordo collettivo di Ezio Bosso, un uomo che ha dedicato alla musica la sua intera vita e anche la sua morte. Un amico dei musicisti, un amico dei giovani che amano la musica ed un amico dell’umanità intera. In lui la vita e la musica si sono fuse fino a creare un unicum nella sua arte di esecutore, compositore e direttore d’orchestra, mai chiuso nella sua torre d’avorio, mai vicino alle élite e sempre vicino invece ad una visione pop, intesa come popolare del fenomeno musicale classico. Il senso di questo ricordo in musica si carica di un significato particolarmente emozionante nella città di Trieste, dove Ezio Bosso è stato accolto artisticamente ed umanamente della sua vita e dove ancora oggi è ricordato con immensa stima e caloroso affetto di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di incontrarlo, a teatro o ai tavolini di un bar, mentre racconta la sua visione appassionata del mondo dell’arte, con grande e contagiosa gioia: la stessa che trasmetteva ad ogni suo sorriso e che ha fatto innamorare della sua musica un grandissimo numero di persone, addette ai lavori e non.
«La gratitudine è il sentimento alla base di questo concerto – raccontano i musicisti che saranno protagonisti della serata – così come la gioia della condivisione; una gratitudine che oltrepassa i confini del tempo e che ci spinge a non essere mai stanchi di parlare di Ezio Bosso o di eseguire la sua musica, nella speranza che chi l’ha conosciuto possa godere di nuovo delle sue note e delle sue parole e chi invece non l’ha conosciuto possa immergersi nel mondo magico, sognante eppure così reale e concreto della musica di Ezio eseguita dai suoi amici e dai suoi musicisti di riferimento».
—^—
In copertina, il maestro Ezio Bosso con gli amici del Conservatorio Tartini di Trieste.