Il Friuli Venezia Giulia ai tempi dell’Antropocene: una mostra, per la prima volta, segue questo filo rosso per rappresentare la regione del nord-est d’Italia, “piccolo compendio dell’universo” (Ippolito Nievo) racchiuso fra l’Adriatico e le Alpi, attraverso il punto visuale del giovane artista udinese, Nicola Toffolini, attivo fra il Friuli e Firenze, autore della suggestiva Guida d’artista uscita a febbraio 2022 per le edizioni Centro Di.
“Acque e cuccioli di drago. Disegni per una guida d’artista del Friuli Venezia Giulia” titola, infatti, il percorso espositivo che si inaugura oggi, 26 marzo, negli spazi della Galleria Sagittaria a Pordenone (via Concordia 7), a cura del critico d’arte Angelo Bertani per il coordinamento della presidente Cicp Maria Francesca Vassallo, promossa dal Centro Iniziative Culturali Pordenone con la collaborazione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura, della Fondazione Friuli, di Crédit Agricole FriulAdria ed Elecrolux, in sinergia inoltre con l’Associazione culturale Colonos e la Fondazione Concordia Sette. La mostra vuole essere di stimolo alla riflessione sul tema del paesaggio in trasformazione e presenta 50 disegni realizzati dall’artista a penna (Penna Pigma Micron) con una tecnica raffinata e minuziosa. In galleria il pubblico troverà i volumi della Guida d’artista con tavole di Nicola Toffolini e i testi poetici di Eva Geatti.
Nicola Toffolini
Ph Claudio Pascarelli
La mostra sarà inaugurata, dunque, questo pomeriggio alle 16.30, a Casa Zanussi, con l’intervento del professor Mauro Pascolini dal titolo “Di paesaggi e di luoghi. Una ciurma alla deriva tra territori consolatori, illegittimi e immaginabili”. Pascolini, docente di Geografia all’Università di Udine, impegnato in tematiche di ricerca sul paesaggio, i territori montani e marginali, lo sviluppo locale e la valorizzazione del territorio, già responsabile scientifico alla redazione del Piano Paesaggistico Regionale del Friuli Venezia Giulia, è coordinatore e responsabile, come Delegato del Rettore, del progetto “Cantiere Friuli” e in particolare dell’“Officina Montagna”. Nel segno di un progetto espositivo profondamente calato nel nostro tempo si apre così il 2022 della Galleria Sagittaria di Pordenone. Osserva la presidente Vassallo: «Pochi segni, e Nicola Toffolini ci fa aprire gli occhi su come siamo. Su come siamo diventati. Da una realtà in bianco e nero al colore dei ricordi. Lo scorrere veloce dell’acqua tra due compatti eserciti di granturco e quello morbido tra le erbe dei prati, mutevoli in ogni momento dell’anno, in ogni stagione (…) Ora è tempo di riorganizzare, ottimizzare spazi e pensare ad un futuro con aria pulita e acque non inquinate. Tutto questo ci trasmettono i disegni di Toffolini, da avvicinare con uno sguardo che smuove pensieri, provoca inquietudini, e ci porta ad agire di conseguenza».
Alle 17.30, sempre oggi, spazio alla vernice della mostra, alla presenza del curatore Angelo Bertani e dell’artista Nicola Toffolini, che spiega: «Il mio progetto per la “guida” del Friuli Venezia Giulia può essere descritto come un tentativo di cogliere l’inafferrabile complessità di questo naturale, che scivola via ogni volta che pensiamo di averlo afferrato. Attraverso una sorta di ipernaturalismo descrittivo cerco di rappresentare il progressivo indebolimento del concetto stesso di natura attraverso dei luoghi simbolici della regione Friuli Venezia Giulia, specchio di una privata “mappa mentale” che riflette il modo di intendere il rapporto con il proprio ambiente. Il mio filo conduttore è l’acqua: forma plasmante e plasmata, difficilmente contenibile, elemento carsico e immaginifico che distrugge e nutre, concept progettuale potentissimo in quanto presenza silenziosa ma costante e pervasiva del Friuli Venezia Giulia». E aggiunge il curatore, Angelo Bertani: «Nella sua rilettura del nostro territorio Toffolini ha isolato alcune inquadrature che portano i segni diretti dell’azione umana o quelli indiretti della progressiva compromissione dell’ambiente da parte della nostra cosiddetta civiltà. Siti di antichi ghiacciai o di ghiacciai in drastica riduzione, sbarramenti e invasi, estensioni di monocolture geneticamente “selezionate”, viadotti e condotte, altrimenti considerati segni di progresso, grazie al loro isolamento in una dimensione quasi metafisica nei disegni ci appaiono ora sotto un’altra luce, più problematica di quella retorica delle magnifiche sorti e progressive».
Il Faro di Trieste.Il mais irrigato.
Nicola Toffolini (Udine, 1975), artista, performer e designer, vive e lavora a Firenze e Coseano. Ha completato la sua formazione artistica in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Crea sculture, installazioni e disegni. Ha ricevuto la prestigiosa borsa di studio dell’American Pollock-Krasner Grant Foundation (USA), istituita in onore dell’eredità artistica di Lee Krasner e Jackson Pollock. Insieme all’artista Eva Geatti, è fondatore della compagnia teatrale sperimentale interdisciplinare Cosmesi (2003) e dello studio di progettazione Cickine (2017) nel campo del design. Ha anche esposto in numerose mostre collettive e fiere in Italia e all’estero.
L’ex ghiacciaio del Canin.
La mostra è visitabile fino al 29 maggio con ingresso gratuito previa prenotazione inviando mail a cicp@centroculturapordenone.it. Info cicp@centroculturapordenone.it e sul sito web centroculturapordenone.it; chiuso il 16, 17, 18 e 25 aprile, 1 maggio.
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In copertina, casoni nella Laguna di Grado e Marano visti da Nicola Toffolini.