di Giuseppe Longo
TRIESTE – L’ha chiamata “Amarcord”, prendendo in prestito il titolo di un celebre film di Federico Fellini, che significa “mi ricordo” nel dialetto romagnolo del grande regista riminese. Ed è quello che ha voluto fare anche Gianni Borta, per celebrare i suoi 80 anni, attraverso la bellissima mostra che ha allestito alla Galleria Rettori Tribbio 2 di piazza Vecchia, nel centro storico di Trieste. La quale, inaugurata il 15 maggio, potrà essere visitata anche nelle giornate di oggi, dalle 10 alle 12.30, e domani, dalle 10 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30.
Gianni Borta
Con “Amarcord”, infatti, il pittore udinese, ha voluto ripercorrere mezzo secolo della sua feconda attività artistica, proponendo una serie di quadri a olio, dai quali si sprigiona, con un’energia che Borta sa esprimere con non comune efficacia, una vera e propria “festa” di colori primaverili che hanno ravvivato queste grigie giornate, abbinando anche diversi acquerelli, nei quali dominano i fiori ma che inneggiano anche a momenti di vita campestre e paesana, allegra e spensierata, ai quali tutti aspiriamo. Oltre a un mosaico floreale della figlia Matelda.
Gianni Borta espone esattamente da 60 anni, quando appena ventenne decise di sottoporre al giudizio del pubblico e degli esperti le sue prime opere che già rivelavano una genialità che poi è esplosa, man mano che la mano dell’artista evolveva. Da allora, le esposizioni cui ha partecipato sono un migliaio in Italia e all’estero e non si contano le affermazioni tra premi “in casa”, nel Friuli Venezia Giulia e nell’intero Belpaese, e internazionali. Premi con cui si è voluto sempre applaudire e sottolineare la sua personalissima arte, materica e appunto piena di energia, vitalità e colore, di cui è da decenni un riconosciuto caposcuola.
«Per Gianni Borta – ha scritto Licio Damiani – dipingere è come vivere o come respirare o come consumarsi. Raccontare con il colore le esperienze di ogni giorno; percorrere i sentieri della natura agreste per partecipare al tumultuoso incessante farsi della vita vegetale, il piacere di immergersi nel mare estuoso degli arbusti, delle foglie, dei papaveri rosseggianti o in un campo di erba medica tra il ronzio dolce di mille insetti e lasciarsi ubriacare dagli umori dei prati nelle giornate estive crepitanti di sole».
Per eventuali informazioni 349.5427579
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In copertina un quadro a olio e qui sopra un acquerello: due delle tante opere esposte alla Tribbio.