La mostra “Attimi di visibile sonorità” al Teatro Verdi di Pordenone è dedicata alle opere di arte visiva (lavori su carta, collage fotografici, video) create negli anni fra il 1969 e il 1979 da Claudio Ambrosini, musicista veneziano fra i più noti e apprezzati compositori del panorama contemporaneo. Si tratta di un passo ulteriore del progetto “Arte a Teatro” avviato nel 2019 con l’esposizione incentrata allora sulla pittura del compositore triestino Giampaolo Coral: una serie di allestimenti con cui il Teatro intende portare all’attenzione del suo pubblico artisti ed opere legati, a vario titolo, alla dimensione teatrale e musicale.
Si conferma, quindi, la scelta di ospitare negli spazi dei foyer le opere di artisti che sono profondamente coinvolti nella dimensione del teatro e della musica. Anche nel caso di Claudio Ambrosini – Leone d’Oro per la Musica alla Biennale di Venezia 2007, Premio Abbiati 2011 e 2019, Premio Internazionale “Leonardo Paterna Baldizzi” dell’Accademia dei Lincei, dal 2021 membro dell’Accademia di Santa Cecilia – ad essere indagato è quel versante visivo della sua produzione che, pur precedendo la piena affermazione a livello internazionale quale compositore, si lega intimamente al mondo musicale dell’autore e fa intravedere scelte di metodo e stile dense di implicazioni nel percorso successivo.
«A rinnovarsi in questo nuovo allestimento, è anche il proposito di rendere protagonista il pubblico più giovane, fondamentale non solo nel progetto “Arte a Teatro” ma nell’intera strategia del Verdi in tutti questi anni», spiega il presidente Giovanni Lessio, che poi aggiunge: «Ancora più intenso è stato e sarà il coinvolgimento delle scuole negli appuntamenti di formazione connessi alla mostra, tra tutte la particolare collaborazione con il Liceo Artistico “Galvani” di Cordenons, ai cui allievi è stata affidata negli scorsi mesi la realizzazione di commenti visivi alle opere di Claudio Ambrosini, che ora confluiscono nell’assetto espositivo della mostra».
L’ambizione del progetto è quella di non costruire semplicemente mostre di artisti visivi all’interno di un teatro, ma di prolungare la vibrazione della messa in scena e dell’interpretazione, che del teatro pervade gli spazi, nelle riflessioni pittoriche, fotografiche, plastiche firmate da chi al palcoscenico o alla dimensione concertistica è strettamente legato. Mostre, dunque, almeno concettualmente prossime all’idea di installazione ambientale, che propongono uno scarto rispetto alle convenzioni, anche attraverso l’attivo coinvolgimento del pubblico più giovane: proprio in quest’ottica si inscrive la collaborazione con il Liceo “Galvani” che nel corso del 2021 è stato protagonista di una serie di incontri di approfondimento sulla figura di Ambrosini, in quanto compositore e sperimentatore nel campo delle arti visive. Ad alcuni studenti dell’indirizzo di Grafica è stata, in particolare, affidata la realizzazione di stampe che costituissero un loro personale commento alle opere di Ambrosini: seguiti dalle docenti Sandra Cimolino, Federica Forner e Moira Piemonte, gli allievi hanno eseguito i lavori che ora confluiscono nella mostra dedicata al grande musicista veneziano. Lo spirito dell’iniziativa si è efficacemente condensato nel progetto grafico del manifesto della mostra, firmato dalla studentessa Laura Sassano: un brano di partitura della Morte di Caravaggio di Ambrosini, attraversato da una dinamica pennellata che parla di entusiasmo giovanile, di amore per la pittura e dell’inconsistenza delle barriere fra le arti.
La mostra – che si inaugura sabato 22 ottobre nel foyer del Verdi alle 11 e resterà aperta ad ingresso libero in tutte le giornate di spettacolo fino al 16 dicembre prossimo – è curata dallo storico e critico dell’arte Fulvio Dell’Agnese. Attesa all’inaugurazione la presenza del compositore veneziano e artista visivo Claudio Ambrosini, autore delle opere in mostra.

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In copertina, Claudio Ambrosini protagonista della mostra a Pordenone.

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