di Giuseppe Longo

«Ho sempre pensato che avrei voluto scrivere un libro e raccontare un po’ della mia vita, ma come tutte le cose che iniziano senza un faro che ci guidi, rimangono nel dimenticatoio e si trascinano nel tempo. Poi succede qualcosa, e quel pensiero che prima era solo un battito flebile, comincia a pulsare forte e ti senti carico, e pronto a condividere i tuoi pensieri». È quanto scrive Marco Grandinetti nella prefazione al suo libro, opera prima, “Quello che non ti ho detto”, che sarà presentato questa sera, a Nimis, nella sala della Biblioteca comunale di via Giacomo Matteotti (ex scuole elementari), nell’ambito della ormai collaudata e sempre più apprezzata proposta letteraria del giovedì (ore 20.30), che ha ripreso il suo cammino culturale con ottimi riscontri già da due settimane dopo la pausa estiva. Anche stavolta, la presentazione del libro sarà coronata dalla degustazione di un vino. E quello di stasera non è un vino qualsiasi, bensì quello di “Diamo un taglio alla sete”, la bellissima iniziativa di solidarietà che a Nimis si ripete con crescente successo da oltre quindici anni, tanto da aver consentito di raccogliere oltre mezzo milione di euro, una somma enorme grazie alla quale Fratel Dario Laurencig, religioso-rabdomante originario delle Valli del Natisone, ha potuto scavare ben 400 pozzi per la ricerca dell’acqua con cui dare sollievo all’Africa assetata.
Così, in questa nuova serata – con l’appassionata e competente regia di Angelika Pfister – protagonista sarà proprio il libro del concittadino Grandinetti, che mi sentirò onorato di presentare e commentare, il quale ha sentito il bisogno di comunicare, oltre i ristretti confini della cerchia familiare, cosa hanno significato per lui gli ultimi sei anni della propria vita, con la nascita, non facile, di due meravigliosi gemelli «che ogni giorno – sottolinea il nostro informatico-scrittore – mi insegnano a vivere in maniera sana ed etica e che guidano le mie scelte. Cambiamenti importanti che mi hanno segnato, fatto crescere, messo in discussione». Cambiamenti fondamentali nella vita di questo professionista friulano d’adozione, essendo originario della lontana Calabria, ma anche della moglie Claudia Covazzi, dopo l’arrivo di Manuel e Simone, fragili e delicati ma nello stesso tempo “guerrieri”, con tanta “forza”, davvero incredibile, per riuscire ad affacciarsi sulla scena della vita. Cambiamenti sui quali incentra il suo argomentare anche Sabrina Falanga a commento dei testi. «Quella in cui ci fa immergere Marco – scrive infatti – è una storia il cui vero protagonista non è altro che proprio lui: il cambiamento. E lo ritroviamo esattamente come esiste dentro ognuno di noi, nella parte più innocente e più vera, con tutte le paure e le resistenze e le rimanenze. Leggere le parole di Marco è leggersi dentro, è alleggerire i propri dubbi sul coraggio e imprimere su se stessi un nuovo spirito di cambiamento e accettazione di esso».
Un libro, insomma, che ti appassiona fin dalle primissime pagine, anche per lo stile coinvolgente e curato, tanto da invitarti a leggerlo tutto d’un fiato, perché quella che racconta è una vita realmente vissuta, quella di una delle tante famiglie di Nimis,  nella quale molti possono rispecchiarsi o ritrovarsi. Una esperienza difficile ma esaltante, costellata di problemi, ansie e paure, nella lunga parentesi milanese, ma sostenuta appunto da una grande dose di coraggio, fiducia e fede affinché tutto potesse evolversi positivamente. E per Claudia e Marco è stato proprio così.

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In copertina, Marco Grandinetti con la sua meravigliosa famiglia: la moglie Claudia e i gemelli Manuel e Simone.

(Foto tratta dalla pagina Facebook dell’autore)

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