Ptsd è un gioco di parole. È l’acronimo di Post Traumatic Stress Disorder (disordine da stress post traumatico), ma anche di Piattaforma Trans-Settoriale di Digital-art. Ptsd è il nome dell’installazione che sarà presentata al pubblico, per la prima volta, a Pordenone, all’ex convento di San Francesco, oggi 18 febbraio a partire dalle 17 (resterà aperta fino alle 21; domani 10-13/15-19; domenica 10-13). Due giorni più tardi comincerà un viaggio lungo un mese in altre località.

L’INSTALLAZIONE – Attraverso lo scambio di competenze e saperi tra ambiti disciplinari diversi quali l’artigianato, l’ingegneria del suono, le neuroscienze e le arti digitali, l’associazione Altrememorie – grazie al finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Comune di Pordenone, ExConventoLive, Associazione Sonic Pro, Zeroidee, BridA, Cas’Aupa, Casa dell’Arte, Galleria Double Room, Ottagono, Menti Libere – ha cercato di indagare sul trauma, tematica assolutamente attuale e capace di aprire a riflessioni complesse quanto fondamentali. Questa esplorazione – realizzata grazie a una serie di incontri e interviste con neuro scienziati, psicologi e psicoterapeuti – è stata tradotta poi in chiave artistica con la costruzione di un particolare spazio fisico, sonoro e visivo costituito da 100 stativi di ferro che sorreggono 14 lampade e 8 speaker: Ptsd.

CERVELLO, TRAUMA E ARTE – Il pubblico si troverà di fronte alla rappresentazione astratta di un sistema cerebrale colpito dal disturbo da stress post-traumatico. Potrà così comprendere (almeno in parte) grazie al linguaggio dell’arte, cosa succede a un cervello sottoposto a un evento inaspettato, improvviso, grave, che ha comportato lesioni psicologiche, violenze fisiche o sessuali, il rischio di morire. «Parliamo di trauma, ma anche di individualità – hanno sottolineato gli ideatori del progetto -, innumerevoli storie ci raccontano di come uno stesso evento può avere effetti molto differenti su individui diversi. Il suo effetto traumatico dipende dalla resilienza del soggetto e la resilienza dall’equilibrio interiore. Il trauma, dunque, è qualcosa di fortemente impattante nel nostro modo di vedere il mondo, di vivere e di agire nella società e nella collettività».

COMPETENZE E SAPERI – L’installazione artistica è stata realizzata da Zeroidee grazie a figure professionali di ambiti e competenze diverse: Giovanni Chiarot e Matteo Carli – ideazione e sviluppo, Renato Rinaldi – supporto artistico, Mattia Piani – programmazione e sound design, Bruno Ribis – strutture metalliche, Simona Martino – supporti in legno, Tiziano Zaramella – montaggio e cablaggio, Soluzioni SRLS – supporto tecnico, Franco Fabbro, Cinzia Canderan, Luciana Palumbo, Ilaria Guarracino – consulenza scientifica in neuroscienze.

INCONTRI NELLE SCUOLE – Parallelamente, l’esperienza artistica e il processo che l’ha generata sarà raccontata in diversi istituti scolastici della regione. Attraverso una serie di incontri, il progetto e le fasi di sviluppo dell’installazione saranno presentati con l’obiettivo di evidenziare la fruttuosa relazione che può venirsi a creare tra ambito produttivo e ambito artistico, e tra le competenze tecnico-professionali e quelle creative.

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In copertina, l’ex convento che a Pordenone ospiterà l’iniziativa artistica.

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