Dopo il lungo inverno della pandemia, con il lavoro preparatorio vissuto solo online, ecco l’estate del ritorno sul palco dal vivo: saranno gli “Ultimi” a segnare significativamente la ripresa dell’edizione 2020, sospesa nello scorso ottobre, del festival “I Teatri dell’Anima” di Pordenone, rassegna dedicata alla spiritualità nel Friuli occidentale, curata dalla compagnia Etabeta Teatro e giunta alla sua settima edizione. La ripartenza per la compagnia coincide con la prima di questo spettacolo che andrà in scena domani 29 giugno al Parco del Castello di Torre, alle 21 (in caso di maltempo all’auditorium Concordia). Ingresso libero con prenotazione consigliata contattando Etabeta Teatro, telefono 333.6785485 oppure info@etabetateatro.org

Le prove con Pugliese.


La pièce teatrale, prevalentemente in lingua italiana con parti in friulano e dialetti, è progettata assieme all’Associazione Teatrale Friulana con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia. Il lavoro è diretto da Fabrizio Pugliese di UraTeatro, artista leccese già apprezzato durante le scorse edizioni de I Teatri dell’Anima con l’acclamato spettacolo “Acquasantissima” sul rapporto tra religione e mafia. Il tutto con l’assistenza e la direzione organizzativa di Andrea Chiappori e di Etabeta Teatro. Sul palco oltre ad Andrea Chiappori, direttore artistico del festival, saranno coinvolti alcuni giovani attori locali: Simone Floreani, Alessia Saraniti, Fabio Miotti, Irene Missera e Maria Grazia Passon.
«Tutto è partito dall’esplorare una terra di confine da sempre – ha spiegato Chiappori -: il Friuli. Così una città, Aquileia, è diventata una favola per raccontare l’importanza dell’incontro e della tolleranza, e un fatto storico, la Crudel Joibe del 1511, si è frammentato in una serie di racconti di violenze e sofferenza spostati nel tempo e nello spazio, perché certe dinamiche appartengono all’uomo ed al mondo intero. Lo spettacolo Ultimi segna l’agognato ritorno al contatto con il pubblico preceduto da una lunga fase di lavoro di scrittura e prove del testo effettuata solo mediante incontri online a partire dal 4 marzo scorso. Dopo le dure settimane dell’emergenza, solo da lunedì 21 giugno abbiamo potuto iniziare le prove dal vivo a Udine».
Nello spettacolo, l’ispirazione alla Crudel Zobia Grassa, l’insurrezione contadina del 1511 in Friuli – che era da poco meno di un secolo sotto il controllo della Serenissima Repubblica di Venezia dopo la caduta dello Stato patriarcale nel 1420 -, la quale segna un momento di riscatto della contadinanza, ha permesso di riportare la tematica al presente immaginando e rappresentando le piccole rivoluzioni degli sfruttati o degli sfortunati indifesi del contemporaneo. «Con la speranza – ha concluso il direttore artistico – che queste portino ad un nuovo riconoscimento di alcuni diritti. Inoltre, il grido degli ultimi non vuole dimenticare nemmeno gli “invisibili” dell’era del Covid-19 i quali si sono trovati in una posizione di svantaggio e cercano il momento del riscatto».

E una foto di gruppo.

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In copertina, una illustrazione della Crudel Zobia Grassa a Udine nel 1511.

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