Un concerto tutto dedicato a Maurice Ravel oggi 20 aprile, alle 20.30, in Sala Tartini a Trieste per i Concerti del Conservatorio. Dancing! Piano-orchestra solo andata, con al pianoforte Luca Trabucco. Menuet Antique, Pavane pour une Infante defunte, Menuet sur le nom d’Haydn, À la maniere de Borodine, valse, Valses Nobles et Sentimentales e Le Tombeau de Couperin: il programma della serata comprende tutte composizioni che Ravel scrisse per il suo strumento (alcune di esse sono tra le più perfette, pianistiche, virtuosistiche e innovative che abbiano fatto la storia del pianoforte) e che quindi trascrisse per orchestra, rendendole a volte più note dell’originale. Va detto che ci sono, tra i vari brani, un paio di portoghesi: il “Menuet sur le nom d’Haydn” e “à la maniere de Borodine”; l‘inserimento è dettato dalla volontà di presentare in un’unica occasione tutte le composizioni pianistiche originali di Ravel a carattere di danza. Ed ecco, quindi, il perché di “dancing”.Prenotazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti, al tel. 040 6724911. Info e dettagli www.conts.it
Piano-orchestra solo andata? Perché? Da che mondo è mondo i compositori, professionisti e non, si sono sbizzarriti a trascrivere e hanno concentrato la loro attenzione sulla trascrizione per il pianoforte, e per molti ottimi motivi. L’estensione del pianoforte è molto vasta (più o meno come quella di un’orchestra), il pianoforte può produrre molti suoni contemporaneamente (esattamente come l’orchestra), durante l’Ottocento – periodo in cui tale pratica raggiunse vette numeriche e qualitative inimmaginabili – non esistevano mezzi di riproduzione fonografica o di diffusione radiofonica e il pianoforte, che ormai aveva preso possesso dei salotti borghesi, divenne il veicolo perfetto per riascoltare quartetti, sinfonie o intere opere liriche con notevole risparmio di spazio e… di denaro. Molti, moltissimi scrissero e trascrissero, ridussero e fantasticarono di ricreare l’orchestra attraverso il pianoforte. Alcuni si limitarono a riportare pari pari sulla tastiera la partitura orchestrale, lavoro lodevole e utilissimo che ancora oggi permette a ciascuno di noi di provare, intimamente, composizioni per le quali dovremmo scomodare diverse decine di persone. Altri preferirono creare dei pot-pourri per solleticare la memoria e il gradimento del pubblico: ecco le fantasie, le reminiscenze, le parafrasi; molti furono maestri nell’una o nell’altra pratica, qualcuno lo fu in entrambe. Agli inizi del ventesimo secolo la radio e le registrazioni non avevano ancora una diffusione massiccia e la prassi di trascrivere dall’orchestra per il pianoforte era ancora piuttosto diffusa, senza considerare il fatto che gli strascichi del romanticismo ottocentesco ancora si facevano ampiamente sentire e che alcuni personaggi di riferimento assoluto, come Ferruccio Busoni, amavano perpetrare la nobile arte che Liszt aveva portato tanto in alto.
In questo ambiente, quello dei pianisti-compositori insomma, appare la figura insolita di Maurice Ravel. A onor del vero va detto che l’appellativo di pianista-compositore non gli appartiene del tutto, perché che sia un compositore non lo mette in dubbio nessuno, e sappiamo che svolge studi pianistici completi ed esigenti in una struttura d’élite come il Conservatoire National di Parigi; eppure il suo pianismo, il suo muovere le dita sulla tastiera per intenderci, rimane sempre alquanto scadente. Da un personaggio così ci aspetteremmo lavori orchestrali di livello eccelso, caratterizzati da una cura nell’orchestrazione e da una sensibilità agli impasti timbrici inconsuete e personalissime. E infatti è proprio così. Tutto vero, ammirevole, una produzione orchestrale che ancora oggi fa gridare al miracolo, eppure tante delle sue incantevoli composizioni sinfoniche non sono altro che trascrizioni di cose che ha pensato e scritto, prima, per pianoforte.

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Luca Trabucco è nato a Salerno nel 1970; intrapresi gli studi musicali al Conservatorio di Genova con Claudio Proietti per il pianoforte e Adelchi Amisano per la composizione, si è quindi perfezionato all’Accademia Incontri col Maestro di Imola con Lazar Berman, Alexander Lonquich, Boris Petrushanski, Riccardo Risaliti e Piero Rattalino. Vincitore di molti concorsi pianistici internazionali (Venezia, Treviso, Viotti, New Orleans e altri) ha suonato in tutta Europa, Stati Uniti, Medio ed Estremo Oriente; ha al suo attivo numerose registrazioni ed incisioni tra le quali figurano diversi lavori scritti appositamente per lui. Nel corso degli anni ha approfondito il repertorio francese del primo ‘900, suonando l’integrale di Debussy e Ravel, autori per i quali è considerato uno specialista. Trabucco è invitato di frequente a tenere masterclass e siede spesso nelle giurie di concorsi internazionali, insegna pianoforte allo stesso Conservatorio Tartini di Trieste.

Prenotazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti, al telefono 040. 6724911. Info e dettagli www.conts.it

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In copertina, il pianista Luca Trabucco in concerto stasera al Conservatorio Tartini.

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