di Giuseppe Longo
Quello appena cominciato sarà il quinto anno di vita per il Gruppo Ricerche Ipogee Friuli di Tarcento. Un quinquennio denso di progetti portati a termine e messi in cantiere, anche se il 2020, a causa della purtroppo nota emergenza sanitaria, ha segnato non una battuta d’arresto ma necessariamente un rallentamento delle attività che hanno come obiettivo quello, affascinante, di scandagliare le bellezze naturalistiche della nostra regione, a cominciare dalle “familiari” cavità del sistema carsico dei monti La Bernadia con le famose Grotte di Villanova e il vicinissimo Abisso di Vigant. Una complessa attività, insomma, che coinvolge con entusiasmo la trentina di associati, la cui età va dai 10 agli 80 anni. «Questo dimostra che la speleologia – come dice Tiziana Braida, segretaria del Grif e componente del direttivo – può essere per tutti: non è certamente uno sport d’elite, se fatto con raziocinio. La nostra mascotte è Franco, classe 1941, una persona che ha vissuto la seconda guerra mondiale con le sue tragedie, la sua fame e il suo freddo. Emigrante, assieme alla moglie cui è devotissimo, ha trovato una grinta e una forza di combattere che tanti trentenni dovrebbero invidiare».
Il direttivo del Gruppo, giunto alla naturale scadenza biennale, dovrà essere rinnovato non appena questo adempimento sarà possibile a causa delle perduranti restrizioni pandemiche. Oltre alla citata Tiziana Braida, gli uscenti sono Paolo Burelli, Andrea Vazzaz, Costantino Chiesa e Stefano Salvador, i quali hanno tirato le somme del 2020. Un anno appunto difficile, che tuttavia, come si diceva, ha permesso anche di raggiungere alcuni importanti obiettivi, come l’esplorazione e la pulizia delle condotte sotterranee del Cascamificio di Tarcento e del sentiero delle Cascate di Crosis. «Queste attività extra – si annuncia in una lettera indirizzata ai soci – hanno permesso al Gruppo di ricevere entrate finanziarie inaspettate visti i tempi di crisi e di diffidenza verso il no-profit». Per cui si è «deciso di donare parte di questa “eccedenza”. La somma si aggira sui 500 euro». E questo si aggiungerà al recente dono alla casa famiglia di Pradielis, molto gradito dagli anziani ospiti. Proprio con la soddisfazione per questo risultato positivo, il Gruppo speleo ha chiuso l’anno con una bellissima giornata di attività tecnica e scambio di auguri alla “palestra” del citato Abisso di Vigant.
Ricordiamo che il Gruppo Ricerche Ipogee Friuli – come si ricorda nel suo sito – è nato ufficialmente nell’ottobre 2016 in seguito a una scissione da parte della maggioranza dei soci della sezione speleologica dell‘Associazione Naturalistica Friulana. Per cui svariate motivazioni hanno portato queste persone a riunirsi in una nuova realtà sociale che potesse mettere al centro dell’attività la speleologia in tutte le sue sfumature e le attività connesse all’esplorazione e allo studio del territorio del Friuli Venezia Giulia senza disdegnare ricerche ed esplorazioni sul territorio Italiano e, perché no, estero soprattutto nei vicini Paesi confinanti.
Fin dall’inizio è stata data notevole importanza alle persone associate e alla sede, punto nevralgico e centrale dell’attività del sodalizio. Così, una sede accogliente situata in via Morgante 29, a Tarcento, ha permesso di gettare delle solide basi per le attività. A tale riguardo, l’esperienza acquisita in moltissimi anni passati all’Anf ha permesso di creare la nuova associazione seguendo le leggi e i regolamenti della Regione Fvg. Il Gruppo attualmente beneficia della presenza di tre guide speleologiche riconosciute, mentre la scuola di speleologia ha quattro istruttori tecnici e tre aiuto-istruttori. «La forza del Gruppo – sottolinea infine Tiziana Braida – è data dalla coesione e dagli incontri, cosa che però nel 2020 non è stata possibile proprio a causa dell’emergenza sanitaria. Come pure non si sono potuti organizzare gli eventi “diversamente speleo”. Avevamo pensato di posticiparli a settembre, ma sono saltati visti il tipo di attività e lo stretto contatto con gli utenti per il loro accompagnamento in grotta».
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In copertina e all’interno gli speleologi di Tarcento all’Abisso di Vigant e durante altre attività.