di Giuseppe Longo

Anno nuovo, agenda nuova con la speranza di poter annotare cose positive, dopo un 2020 che meriterebbe d’essere dimenticato in fretta, ma che purtroppo non si può. E parlando di vademecum per i 365 giorni che ci attendono, mi piace ricordare “Agenda Friulana” che Chiandetti Editore pubblica a Reana del Rojale da ben 45 anni, sulla quale mi onoro di essere stato invitato a dedicare una dozzina di pagine a Nimis e alla sua bellissima valle, tra Cornappo e Torre.


«Per ambientare “Il Conte pecoraio” – scrivo nel primo dei sei capitoletti -, Ippolito Nievo scelse la valle del Cornappo e del Torre – il “Turro”, come lo chiamava lo scrittore che dimorava frequentemente nel castello di Colloredo di Monte Albano -, e in particolare Torlano, la frazione di Nimis che si incontra lungo la strada che sale verso Monteaperta e Taipana. Evidentemente, il letterato-patriota deve essere rimasto favorevolmente colpito, durante le sue escursioni nelle campagne del Friuli pedemontano, dalla bellezza di questa zona e in particolare del paese diviso dalle acque cristalline del torrente che nasce dal Gran Monte. I due borghi sono uniti da un bellissimo ponte, detto “degli Angeli”, attraverso il quale si raggiunge il nucleo più antico, noto anche come “borgo nieviano”, dove è appunto calata la vicenda narrata nel romanzo popolare-agreste. Qui c’è anche la parrocchiale, dedicata a Sant’Antonio da Padova, ricostruita integralmente dopo il terremoto del 1976 al posto di quella travolta dalle scosse che avevano salvato soltanto il bel campanile in pietra squadrata».

Torlano


«Ed è proprio da questo suggestivo paese – continuo su “Agenda Friulana” – che cominciamo un breve, ma invitante viaggio nel territorio dominato nell’antichità dal Castrum Nemas – questo l’originario nome del luogo che in celtico significa “bosco sacro” – citato anche da Paolo Diacono nella sua “Historia Langobardorum”, alla scoperta di angoli davvero interessanti carichi di storia e di richiami paesaggistici e ambientali di grande fascino che contribuiscono a dare forza alla famosa frase dello scrittore romantico, secondo cui il Friuli è “un piccolo compendio dell’Universo». Quindi, il viaggio prosegue per Ramandolo e Chialminis, fino a Villanova delle Grotte e alla vicina borgata di Vigant, famosa per il suo misterioso Abisso. «Ridiscesi a valle – concludo il primo capitoletto di questo affascinante giro storico-turistico e ambientale nelle Valli del Torre e del Cornappo -, la quarta tappa sarà nella Pieve dei Santi Gervasio e Protasio, gioiello con radici nel VI secolo, per giungere poi nel maestoso Duomo di Santo Stefano che conserva gelosamente uno degli altari più belli e imponenti della regione. Infine, il nostro viaggio si concluderà nel Santuario di Madonna delle Pianelle alle porte del paese, non senza aver compiuto una breve sosta nella piccola Chiesa di San Mauro, che studi post-sismici datano come la più antica del Comune».

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In copertina e qui sopra la storica Pieve dei Santi Gervasio e Protasio.

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