di Giuseppe Longo

Udine, come è noto, non ha un fiume che l’attraversa come tantissime altre città italiane o straniere. Ha però le rogge che, captate le acque dal Torre nei pressi di Zompitta (a eccezione del Ledra), attraversano il centro storico, regalando scorci di indubbia bellezza e suggestione: basti pensare a quella che scende per via Zanon fino a piazza del Pollame. O a quella che lambisce il Santuario delle Grazie e prosegue verso Giardin Grande e piazza Patriarcato – giardini Ricasoli, per poi scomparire “inghiottita”, come quella precedente, sotto strade e marciapiedi. Forse oggi, almeno in parte, si sarebbero potuti evitare questi lavori, trovando magari altre soluzioni tecniche, pur di salvaguardare questi corsi d’acqua meravigliosi, sebbene “disegnati” dalla mano dell’uomo e non da quella, ancor più brava, di Madre Natura. Ma, come si sa, ogni decisione è “figlia” del suo tempo…

Soltanto una piccola divagazione per introdurre il tema, importantissimo, che sarà trattato questo pomeriggio, a Udine. Perché proprio oggi, 22 marzo, si celebra la “Giornata mondiale dell’acqua” e durante un incontro che si terrà, con inizio alle 17, nella Biblioteca dell’Africa di via Romeo Battistig 48 (ma si può partecipare anche da remoto attraverso la piattaforma Zoom), sarà presentata anche una relazione dal titolo “Le rogge di Udine – Come eravamo ecosostenibili” (se si pensa che le massaie lavavano i panni su quei “lavadors” che si vedono ancora oggi qua e là). Ne parlerà Michela Bonan, dell’Università di Udine, che ha scritto “Le operose Rogge di Udine”, perché questi corsi d’acqua servivano anche ad azionare le ruote di mulini e battiferro, ormai quasi del tutto scomparsi o ridotti a memorie di archeologia industriale.
I lavori saranno aperti dalla professoressa Renata Capria D’Aronco, presidente del Club per l’Unesco di Udine (che ha promosso e organizzato la importante iniziativa), cedendo poi la parola anche a Teresa Gualtieri, Adriano Conti (L’acqua e l’insediamento umano), Angelo Porcaro (Il “quarto stato” dell’acqua), Maurizio Calderari (La privatizzazione dell’acqua), Maura Pontoni (L’acqua che parla, il sasso che ascolta) e Vanni Gortan (L’acqua, fonte di vita).
E in concomitanza con la “Giornata mondiale dell’acqua” l’artista Marisa Milan, socio del Club per l’Unesco di Udine, presenta una sua opera espressiva intitolata “La cura”. Un appello, anche attraverso l’arte, a difendere questo “bene naturale” sempre più prezioso, come ci dimostrano anche questi mesi estremamente siccitosi per le nostre latitudini. L’anno scorso erano state invece le note a “parlare” in favore dell’acqua: il maestro Giorgio Tortora aveva infatti presentato, durante un concerto degli Amici della Musica,  il “Concerto della Roggia”  dedicato proprio alla città di Udine.

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In copertina e qui sopra due immagini della roggia in via Zanon a Udine; qui sopra, l’opera di Marisa Milan.

 

 

 

 

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