(g.l.) «Italia e Slovenia hanno scelto l’eredità più nobile, quella che fa tesoro del passato per un futuro migliore per i nostri figli», ha detto ieri pomeriggio nel Duomo di Cividale, il presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, inaugurando la 30ª edizione di “Mittelfest”, la manifestazione culturale che racconta gli eredi della nuova Europa. Dopo il sipario alzato venerdì per i primi spettacoli, la cerimonia ufficiale di apertura ha visto la partecipazione anche del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dell’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, e del sindaco della città ducale, Daniela Bernardi, oltre che del prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, e di numerose autorità locali e ai rappresentanti delle minoranze linguistiche.
Un lungo ed emozionato applauso ha salutato l’intervento del presidente Pahor che, su invito del leader dell’Associazione Mitteleuropa Paolo Petiziol, con cui Mittelfest collabora anche per il Forum Fvg-Slovenia che si terrà il 31 agosto, ha partecipato alla cerimonia e ha chiuso gli interventi istituzionali con il proprio discorso. «Il tema Eredi fa subito nascere una profonda riflessione sulla parola eredità intesa come patrimonio di vittorie e sconfitte su cui basare il futuro delle proprie scelte – ha commentato l’illustre ospite –: il destino dell’uomo, infatti, è scegliere da che parte stare. Quando io e il presidente Mattarella, un anno fa, ci siamo tenuti per mano davanti alla Foiba di Basovizza, sentivamo di avere il supporto dei popoli che si battono per la pace: volevamo essere gli eredi dei loro successi e delle loro aspirazioni. Abbiamo scelto l’eredità più nobile, quella che fa tesoro del passato per un futuro migliore per i nostri figli. Chi è chiamato a decidere per la comunità ha la responsabilità politica di nutrire il lupo buono – ha aggiunto Pahor, ricordando l’antica storia slovena dei due animali feroci -. Credo che questa sia anche la missione di “Mittelfest” e vi ringrazio di questo patrimonio fatto di amicizia e solidarietà». Slovenia e Italia – ha aggiunto – hanno scelto i valori europei su cui costruire insieme pace e prosperità e una casa comune edificata dalle ceneri di due guerre mondiali e tre totalitarismi. Il prefetto Marchesiello ha quindi consegnato ufficialmente al Festival la Medaglia del presidente della Repubblica, un riconoscimento tangibile dell’autorevolezza che la manifestazione ha saputo acquisire in tre decenni nel panorama culturale italiano ed europeo.
«Mittelfest compie 30 anni e, in questo particolare momento storico, ha una grande responsabilità nel rappresentare il Friuli Venezia Giulia e l’Italia all’interno di una Mitteleuropa che sta ridisegnando la propria identità – ha affermato il presidente, Roberto Corciulo, dopo i ringraziamenti alla Regione Fvg, a sostenitori e partner –. La presenza del presidente Pahor ne è testimonianza e ci riempie di orgoglio per il grande lavoro che è stato fatto in questi mesi. Trent’anni dopo la sua nascita, Mittelfest si fonda sempre sul potere della cultura e delle arti come creatrici di nuove visioni sociali e politiche, ma, allo stesso tempo, ha saputo cogliere la sfida di essere centro propulsore della valorizzazione culturale e turistica della nostra regione, un percorso
che ne attraversa la cultura, ma anche le bellezze naturali, la tradizione enogastronomica e le economie locali».
Gli interventi istituzionali sono stati intervallati dall’esibizione del coro di voci bianche e giovanile VocinVolo (Ritmea – Udine): diretti da Lucia Follador e accompagnati dal pianoforte di Alessio Domini e dal Gorni Kramer Quartet, i ragazzi hanno cantato testi in italiano, friulano, sloveno e ungherese.
«La parola eredi racchiude il significato di responsabilità – ha sottolineato il governatore della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga -, responsabilità di quello che riceviamo e anche di ciò che consegniamo alle generazioni future. Lasciare qualcosa a chi verrà dopo di noi è responsabilità di ogni cittadino così come della comunità. Ringrazio personalmente il presidente Pahor: il popolo sloveno è simbolo di questa responsabilità. Qui a Cividale con Mittelfest si incontrano diversi popoli, diverse tradizioni, ma con gli stessi valori democratici e di dialogo. Qui la diversità diventa condivisione e valore da lasciare come eredità ai giovani. Dove non c’è democrazia, la diversità, invece, diventa conflitto e quello che sta succedendo nel mondo ne è la triste prova. La forza di Mittelfest sta proprio in tale consapevolezza. Non essere eredi, ma avere degli eredi». «Cividale è un luogo che è stato centro di scontri e incontri tra civiltà, è una città che racchiude un ruolo da erede molto importante – ha fatto eco Tiziana Gibelli -, Cividale ha saputo preservare nel tempo questa identità unica di fusione di culture dove la pluralità diventa valore aggiunto, esattamente quello che Mittelfest rappresenta da 30 anni». Per l’assessore regionale alla Cultura Cividale è punto topico degli scontri e degli incontri tra civiltà nei secoli, erede di Forum Iulii e della civiltà longobarda, oggi più che mai esprime iconicamente la fusione e l’integrazione tra culture.
Il sindaco Daniela Bernardi ha quindi portato il saluto della città e un ringraziamento speciale a tutta l’organizzazione che da un anno lavora a questa edizione. «È molto significativa la presenza oggi dei vertici della Regione Fvg: Mittelfest, infatti, ha saputo fare sistema con il territorio, proprio come l’amministrazione regionale ci aveva chiesto: abbiamo coinvolto le valli, i paesi, i sindaci, le realtà locali per rappresentare tutto il Fvg, per essere punto di contatto e di relazione. L’espressione artistica e il valore internazionale di Mittelfest sono suggellate dalla presenza del presidente Pahor».
«Il cartellone di Mittelfest è stato pensato affinché sia davvero di tutti e per tutti – ha aggiunto il direttore artistico, Giacomo Pedini – dopo aver dato voce ai giovani artisti europei con Mittelyoung, in questi dieci giorni portiamo il meglio della Mitteleuropa a Cividale trasformando la città in un unico grande palcoscenico di musica, danza e prosa, con un’attenzione in più alle proposte per le famiglie e i bambini, i veri eredi dell’arte che verrà».
IL PROGRAMMA
Fino alle 17.30, ogni mezz’ora – EMPATIAR – Mittelfest Cividale Digital 2021 – musica, prima assoluta, Italia – Monastero di Santa Maria in Valle
Immersi nelle musiche e nei suoni di Giorgio Pacorig, perturbati dalle voci di Aida Talliente e Marta Cuscunà, il viaggio multisensoriale di EmpatiaAR ideato e diretto da Luca A. d’Agostino è un entrare nell’universo friulano e nella mitologia fascinosa delle agane. La realtà virtuale ci porta in un ascolto e una visione magica e irrequieta.
In corso e alle 17 – LA GIOSTRA – teatro, Italia – Giardino Residenza Morandini, il Curtil di Firmine, Pozzo di San Callisto
Sei brevi interventi performativi dislocati per Cividale del Friuli, una Giostra di spettacoli di teatro d’oggetti da tavolo per far partecipare famiglie, bambini e adulti a un gioco divertente di coinvolgimento collettivo. Gli spettacoli, nati rovistando fra i bauli del Cta e fra i tanti testi scritti negli anni da Antonella Caruzzi, sono arricchiti dal supporto prezioso delle attrici Serena Di Blasio, Elena De Tullio e Alice Melloni.
In corso – LABORATORIO DI GIOCOLERIA “ENRICO RASTELLI” (5/9 ANNI) di CIRCO ALL’INCIRCA – Workshop – Orto delle Orsoline
I 3 laboratori di circo sono declinati sul tema dell’eredità lasciata dai grandi personaggi circensi. Per questo ogni laboratorio si riferisce ad una figura che in qualche modo ha cambiato la storia della propria disciplina. Il laboratorio “Enrico Rastelli” consiste in due lezioni di giocoleria, il laboratorio “Philippe Petit” in altrettante lezioni di equilibrismo, il laboratorio “Antoinette Concello” prevede due lezioni per approcciarsi alla disciplina del trapezio. I laboratori sono condotti da Valentina Bomben, formatrice del centro di arti circensi “Circo all’inCirca” di Udine. Gratuito con iscrizione obbligatoria.
Ore 11, 16, 18 – MNÉMOSYNE – danza, prima nazionale, Ungheria/Francia – Museo Archeologico Nazionale Cividale
Mnémosyne esprime la memoria di un mondo, quello del coreografo e artista visivo Josef Nadj. Trent’anni dopo la creazione della sua prima performance, produce un’opera totale, sia progetto fotografico che performance teatrale. Lungo tutto il suo percorso, da quando era studente alla scuola di Belle Arti di Budapest, l’artista ha scattato fotografie. Recuperando una parte del suo percorso sviluppato accanto al suo lavoro di danza, Josef Nadj scava nella sua memoria per allargare ancora una volta il suo orizzonte creativo. Svolta artistica o ritorno alle origini? Per Mnémosyne ha costruito una mostra fotografica e una scatola nera in cui mette in scena sé stesso – recitando, ballando, esibendosi – a tu per tu con il suo pubblico.
Ore 11, 17.30 – REMOTE CIVIDALE DEL FRIULI – teatro, prima nazionale, Germania – spettacolo itinerante con partenza dal Cimitero maggiore
Un viaggio dentro la città come un film collettivo. In Remote Cividale, un gruppo di 30 persone attraversa a piedi la città indossando delle cuffie. Sono guidati da una voce digitale. L’incontro con questa intelligenza artificiale porta il gruppo e i suoi componenti a mettersi alla prova. Come vengono prese le decisioni comuni? Chi seguiamo quando a parlarci sono algoritmi? Remote Cividale si interroga sull’intelligenza artificiale, sui big data e sulla nostra prevedibilità. Lo fa nella forma di una camminata, per Cividale del Friuli, percorsa con uno sguardo nuovo e inatteso.
Ore 11.30 – SPETTATORI TELECOMANDATI E TRAPIANTI DI PERFORMER. Lecture di Stefan Kaegi, Rimini Protokoll – incontri con gli artisti – Chiesa di San Francesco
Come mettere in scena dei ready-made e ricontestualizzare degli esperti sulla scena? Benvenuti nella zona grigia tra realtà e finzione. Lasciati sedurre da materiali documentari e da interventi teatrali per entrare dentro temi complessi come il cambiamento climatico o le politiche europee. Stefan Kaegi, fondatore e regista dei Rimini Protokoll, mostrerà e racconterà brevi video dalle ultime produzioni della sua etichetta teatrale: dai 50 spettatori telecomandati ai 100 abitanti di San Paolo portati in scena a far da statistiche viventi, fino ai venditori internazionali di armi e alle creazioni di spazi immersivi, laddove i lacci che legano le persone restano oltre le loro stesse vite. Incontro in lingua inglese con traduzione italiana consecutiva. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.
Ore 17.30 – LABORATORIO DI GIOCOLERIA “ENRICO RASTELLI” (10/13 ANNI) di CIRCO ALL’INCIRCA – workshop – Orto delle Orsoline
Ore 17.30, 19.30 – TURN OFF SUBTITLES (OVVERO ODE A GIUSEPPE MOLINARI) – musica/danza, prima assoluta, Italia – Chiesa di Santa Maria dei Battuti
Un evento multidisciplinare in cui due performer – la ballerina Martina Tavano e il pianista Matteo Bevilacqua – si uniscono in un’ode a Giuseppe Molinari, geniale musicista sacilese scomparso, un maestro dalla personalità scontrosa e irascibile, con un innato talento nella composizione musicale, dal destino fatalmente tragico. Turn off subtitles – disattiva i sottotitoli, perché la musica è il linguaggio universale delle emozioni, che si diffonde tramite l’empatia. Lo spettacolo, un percorso emozionale di suggestioni, ascolti e impressioni visive scaverà a fondo nella complicata personalità dell’autore, esplorando il suo disagio esistenziale e la sua incapacità di comunicare e relazionarsi al di fuori del suo talento musicale, rimanendo intrappolato in un ermetico e personale piccolo universo.
Ore 18 – ONCE UPON A SONG IN BALKANS – musica, prima nazionale, Bosnia Herzegovina – Chiesa di San Francesco
Due artiste con un’educazione musicale classica, Tijana Vignjević (voce) e Belma Alić (violoncello), attraverso la loro formazione e una vasta esperienza nell’esecuzione di musica classica, esplorano, sperimentano e combinano stili musicali e linguaggi della musica tradizionale balcanica con la musica classica e contemporanea. Le canzoni affrontano il tema dell’amore e del desiderio, dell’amore insoddisfatto e della disperazione, mentre alcune trattano del desiderio fisico di una donna per il suo amato o possono includere vari elementi comici. Queste vecchie canzoni, attraverso una combinazione unica di voce e violoncello, vengono riscritte e reimmaginate dentro la nostra modernità.
Ore 19.45 – L’ATLANTE DELLA MEMORIA – Mittelimmagine, Italia – Il Curtîl di Firmine
Lorenzo viene a conoscenza degli studi e delle ricerche del linguista friulano Ugo Pellis, che agli inizi del ‘900 attraversò l’Italia per realizzare una delle più importanti inchieste dialettologiche mondiali: l’Atlante Linguistico Italiano. Durante i suoi viaggi, Pellis raccolse migliaia di schede dialettali, scattando più di 7.000 fotografie. Lorenzo inizia così un viaggio sulle tracce di Pellis, con l’obiettivo di tornare sui luoghi delle fotografie e cercare le persone ancora in vita, partendo dal Friuli per poi arrivare nella terra che il linguista visitò più spesso: la Sardegna. Durante il suo pellegrinaggio Lorenzo riflette sul significato della memoria, nella sua compenetrazione con la lingua, l’identità e la diversità, l’amore e la morte. Perché l’atlante linguistico di Pellis è come un grande mappa da esplorare a più dimensioni, in cui i veri protagonisti sono le persone e i loro ricordi. Un atlante della memoria. Regia di Dorino Minigutti.
Ore 21.30 – PATRICIA KOPATCHINSKAJA & FAZIL SAY PER MITTELFEST – musica, prima nazionale, Moldavia/Svizzera/Turchia – Teatro Ristori
La violinista moldava e il pianista turco tornano alla bellezza dolce e struggente delle sonate del viennese Franz Schubert e al fluire denso e carico di nostalgie dell’amburghese, già adottato dalla Vienna fin de siècle, Johannes Brahms. Infine, come a chiosa del mito asburgico che sfuma nell’immane tregenda della Grande Guerra, Kopatchinskaja e Say affrontano la sonata del ceco Leoš Janáček, con la sua tormentata storia: sgorgata nel 1914 in un primo impeto da sogni di indipendenza, sarà scritta e riscritta dopo le disillusioni della guerra e del tramonto dell’Impero. La brillantezza, l’ironia e il senso scenico di Patricia Kopatchinskaja, che trasformano ogni suo concerto in un’esperienza teatrale profonda, si uniscono all’eccitazione e alla forza con cui arriva direttamente al pubblico il talento pianistico di Fazil Say.
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In copertina, i ragazzi del coro simbolo della nuova Europa; all’interno, immagini della cerimonia inaugurale a cominciare dall’arrivo e dall’intervento del presidente Pahor.
(Fotografie di Luca d’Agostino e Alice Durigatto – Phocus Agency)