(g.l.) Omaggio alla memoria di Mario Baldan da oggi alla Galleria La Loggia di Udine, dove è stata allestita una retrospettiva dedicata al periodo informale che va dal 1960 al 1965: la vernice si terrà questo pomeriggio, alle 18.30. Nel centralissimo spazio d’arte, diretto da Maristella Cescutti, prende vita dunque una grande mostra che la figlia Stefania Baldan ha voluto dedicare al padre scomparso a Udine nel 1996. Una ventina i lavori esposti tra tecniche miste, monotipi, oli, alcuni dei quali inediti, del periodo che precede quello cosiddetto dei “Pavoni” e dei conseguenti, noti come i “Voli”.
«Mario Baldan – ricorda la professoressa Cescutti – era molto conosciuto e amato in città per essere stato insegnante e vicepreside, un pilastro che ha lasciato un segno all’Istituto statale d’arte Sello. Mai dimenticato dai colleghi e allievi, è stato un protagonista nel panorama dell’arte regionale, nazionale e internazionale da quando aveva 17 anni fino all’età di 62, quando è prematuramente scomparso. Autodidatta, nel 1955 a Firenze è stato a contatto con Ottone Rosai il quale spronò il suo, già rilevante, talento artistico. Da quel momento, incessante è stata la sua continua, e profonda, sperimentazione all’insegna “dello scavo interiore”, come scrive la figlia nella presentazione della mostra che proseguirà fino al 7 luglio prossimo con i seguenti orari: giorni feriali escluso il lunedì dalle 17.30 alle 19.30 festivi 11-12.30».
Numerose sono state le opere “monumentali” realizzate dall’artista in regione e in campo nazionale, così pure le mostre personali e antologiche dedicate da enti e istituzioni durante i suoi 45 anni di attività con un percorso intervallato da sette periodi che hanno visto succedersi Esordio giovanile, Neorealismo/astrattismo, Informale, Presenze, Muri, Muffe, Impronte e Lune, fino ad arrivare a Bersagli, Pavoni, Voli e Fiori. Di lui hanno scritto i maggiori critici, da Elio Bartolini a Paolo Maurensig.
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In copertina, Mario Baldan in una immagine di Danilo De Marco; qui sopra, una delle sue opere.