di Giuseppe Longo
CIVIDALE – Scroscianti e calorosi applausi, con richiesta di bis, ieri sera, nella Chiesa di San Francesco a Cividale, per la presentazione in prima assoluta di “Apollon Socragète. Satie/Stravinskij”, la brillante produzione musicale allestita dal Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste in sinergia con l’Accademia di musica di Novi Sad e il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, nell’ambito dei percorsi di Cooperazione culturale Italia-Serbia. Presenti anche il direttore del Conservatorio giulano, Sandro Torlontano, e il responsabile della programmazione concertistica Andrea Amendola, la serata ha visto sul palco dell’ex tempio cittadino, oggi auditorium con un’acustica perfetta, una quarantina di elementi assieme a quattro bravissime cantanti che, nell’ambito di “Mittelfest – Imprevisti”, diretto da Giacomo Pedini, hanno presentato questo progetto firmato dalla classe di Direzione d’orchestra dello stesso Tartini, guidata dal maestro Marco Angius: sul podio il giovane maestro Mattia Veggo. E stasera si replica, nella splendida cornice del Castello di San Giusto, alle 21, per il cartellone di “Trieste Estate”, dove la bacchetta della direzione passerà a Ana Erčulj.
«Apollon Socragète – informa una nota illustrativa del progetto musicale – nasce dalla volontà di proporre, nello stesso concerto, il Socrate di Satie e l’Apollon Musagète di Stravinskij, negli anni in cui a Parigi, tra il secondo e il terzo decennio del Novecento, attorno ai temi dell’antichità greca classica e ai rimandi mitologici connessi al neoclassicismo, maturarono varie e singolari esperienze artistiche, che produssero numerosi e stimolanti frutti nella contemporanea produzione musicale. Lo stesso Satie, in una lettera a un amico, riferendosi alla genesi del Socrate, scrive: “Sto componendo qualcosa di bianco e puro, come l’antichità”. Socrate Drame Symphonique fu ultimato da Erik Satie nel 1918, il compositore lo progettò per pianoforte oppure orchestra e quattro voci femminili».
Un duplice omaggio, dunque, al genio di due compositori di riferimento del cosiddetto “secolo breve”, Erik Satie (1866-1925) e Igor Stravinskij (1882-1971), appunto, presentati in due tempi: nel primo, l’opera “Socrate”, per orchestra e quattro voci femminili – in questa produzione del Conservatorio Tartini si sono alternate (e sarà così anche questa sera a Trieste) le interpreti Alina Arakelova (Socrate), Dragana Paunovic (Phèdre), Elif Canbazoglu (Alcibiade) e Kamilla Karginova (Phédon) -, quindi “Apollon Musagète” per orchestra d’archi. Una interpretazione di grande effetto e intensità, che ha emozionato il foltissimo pubblico, il quale l’ha appunto salutata da calorosi applausi che hanno voluto sottolineare non solo la bellezza dei brani ma anche, e soprattutto, la bravura di tutti gli interpreti, guidati dal giovane Mattia Veggo. E, allora, violini primi: Snezana Acimovic, Ludovico Furlani (Venezia), Uendi Reka, Tijana Drinic, Marija Jankovic (Novi Sad), Anna Biasutti Savytska, Milica Orlic, Daniel Longo; violini secondi: Mina Opsenica, Aurora Ferro (Venezia), Norbert Kurunci, Rocco Ascone, Federico Secchi (Venezia), Fabio Pez (Venezia), Florjan Suppani, Neda Stojkanovic; viole: Vanja Radlovacki, Natasa Dordevic (Novi Sad), Milena Pektovic, Marina Vranjes, Danijel Trajkovic, Aleksandra Mirnic; violoncelli Enrico Zambon (Venezia), Kezia Andrejcsik, Estella Candito-Miliopoulou (Venezia), Iryna Bobyreva, Alberto Ruzzier; contrabbassi: Luigi Cimarosti, Ljubisa Popovic (Novi Sad); flauto: Anastasija Kostic; oboe: Damir Softic (Novi Sad); corno inglese: Marija Popovic (Novi Sad); clarinetto: Alberto Forti; fagotto: Lorenzo Loberto; corno: Doris Racic (Novi Sad); tromba: Bosko Bismiljak (Novi Sad); percussioni Aleksandar Lazic (Novi Sad); arpa: Myriam Genito.
Dopo questa prima assoluta nell’ambito del cividalese “Mittelfest”, dunque, questa sera a Trieste l’attesa replica nel Cortile delle Milizie, nel Castello di San Giusto, dove il Conservatorio Giuseppe Tartini con questo bellissimo progetto vuole, appunto, rendere omaggio alla città, orgogliosa di questa sua storica Istituzione musicale.
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In copertina e all’interno l’orchestra diretta da Mattia Veggo al termine del concerto applaudito da un foltissimo pubblico.