di Mariarosa Rigotti

Nuova iniziativa che vede coinvolto un Museo Diocesano, precisamente quello di Faenza, per oggi 18 marzo. Una proposta che arriva a pochi giorni dall’appuntamento virtuale firmato dall’Amei, l’Associazione Musei Ecclesiatici Italiani, che ha visto la partecipazione di Giovanna Brambilla, la quale, dialogando con Luca Dal Pozzolo, ha presentato il suo libro “Soggetti Smarriti. Il Museo alla prova del visitatore”, uscito per Editrice bibliografica (2021), e in vista della proposta, sempre formata dall’Amei di cui è presidente Giovanni Gardini, che prevede, il 5 aprile prossimo, la presentazione da parte di don Liborio Palmeri del libro “Se Dio non vale un quadro”, pubblicato da Gangemi (2021).
E dunque, venendo a quanto in cartellone oggi, alle 21, firmato dal Museo della città romagnola sarà portato in scena “Tempo bianco”, ultimo atto, performance di Fabrizio Fortini e Filippo Zoli. L’appuntamento, per la precisione, sarà nello spazio espositivo della Chiesa di Santa Maria dell’Angelo. L’ingresso a questa iniziativa del Museo Diocesano è libero, ma c’è ovviamente l’obbligo del Green pass.
La proposta proviene, dunque, da una prestigiosa realtà museale. Infatti, come si può scoprire, vi sono conservate «dalle grandi pale d’altare alle suppellettili sacre, al prezioso mobilio che si articola un percorso di arte e fede che spazia in tutti i settori e getta una visione d’insieme sulla vita delle comunità cristiane nei secoli». E, ancora: «Il Museo Diocesano di Faenza occupa un importante settore della residenza episcopale la cui origine risale al secolo XII. All’età medievale risale l’ambiente più prestigioso del Museo: la “Sala Superior”, oggi denominata “Sala degli Affreschi”. Al suo interno sono riaffiorati lacerti di esafore duecentesche di ascendenza emiliano-veneta e notevoli porzioni di pitture parietali di scuola riminese: Le quattro sante, Il Trionfo della morte, L’incontro dei tre vivi e dei tre morti e Il Giudizio finale. Coevi dei dipinti di Buffalmacco nel Camposanto di Pisa (1330-1340) gli affreschi sono da collocarsi nell’alveo della contestuale diffusione in Emilia Romagna della lezione giottesca e della cultura figurativa francese, veicolata in regione da Bertrando del Poggetto (Bertrand du Pouget), legato papale a Bologna nel secondo decennio della cattività avignonese». E viene evidenziato che «il percorso museale, ricco di 300 opere d’arte sacra dal X al XX secolo, prosegue snodandosi negli ambienti ricomposti in età barocca».

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In copertina, una iniziativa del Museo Diocesano di Faenza. E questa sera c’è “Tempo bianco” all’ultimo atto.

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