Ancora una volta il Conservatorio di Trieste si mobilita in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, in vista del 25 novembre. E nel pomeriggio di domani, alle 18, nella Sala Tartini in via Ghega 12, ecco l’evento “Donne tra musica e parole – Rebecca e Clara”, ideato e promosso dal Comitato Unico di Garanzia perché, spiega la presidente Rossella Lucchini, «è soprattutto con la cultura che si riescono a scardinare gli stereotipi e a portare all’attenzione dell’opinione pubblica condizioni difficili, come quelle che vivono le donne in Afghanistan».

Photo: Mohammad Jawad/dpa

L’evento di domani partirà dalla musica focalizzandosi su due compositrici, Rebecca Clarke e Clara Wieck Schumann, nella chiave storica e sociale della questione di genere. Sul palco si esibiranno Ecem Eren alla viola, Neda Stojkanović al violino, Lana Obrenović al violoncello, Hiromi Arai, Loren Donadić ed Elena López Górriz al pianoforte. In programma la Sonata per viola e pianoforte di Rebecca Clarke, e il Trio per violino, violoncello e pianoforte Op. 17 di Clara Wieck Schumann e Robert Schumann da 30 Lieder e Canti. Ancora una volta, quindi, la musica si rende veicolo per interpretare la vita, coglierne le sfumature e diffondere messaggi sul tema della violenza di genere, e per sollecitare una svolta culturale a qualsiasi latitudine del pianeta. Prezioso valore aggiunto, nel corso della serata, sarà la testimonianza di Adriana Mascoli, già docente alla Scuola di musica di Kabul, istituto frequentato da Negin Khpalwak, prima donna a essere diventata direttrice d’orchestra in Afghanistan. Un ulteriore omaggio a Negin Khpalwak, arriverà dall’artista Pier Toffoletti, che per l’occasione presenterà l’opera di Fearless a lei dedicata. Il giorno dopo, 24 novembre, alle 11 sempre in Sala Tartini, riflettori su “Lei non può: la musica negata”, una conferenza per approfondire la realtà dell’Anim a cura di Adriana Mascoli.
La conferenza si focalizzerà sul progetto Anim e il contesto in cui è nato, i talebani al potere e la risposta delle donne nell’agosto 2021, la musica come strumento di controllo sociale, la Zohra orchestra e i luoghi separati. Collegamento con una delle ragazze afgane.

«Altre persone, a Kabul e non solo, odiano la musica e pensano che sia peccato – ha dichiarato la giovane direttrice, Negin Khpalwak -. A me però non importa: ho promesso a me stessa che combatterò. Nel 2010 c’erano solo dieci ragazze alla scuola di musica; adesso sono un centinaio. Noi dieci abbiamo aperto una strada e fatto sì che altre famiglie scegliessero la musica, che è un linguaggio, è amore, è vita. Con il linguaggio della musica voglio parlare dei diritti umani: da noi non se ne può discutere a parole, dicono che non ha senso; ma se suoni una musica o una canzone, capiranno». «Ringrazio il Cug e la sua presidente per l’iniziativa di alto profilo che, ancora una volta, proietta il Conservatorio al centro delle tematiche sensibili della società contemporanea», afferma il presidente del Conservatorio, Lorenzo Capaldo.

L’ingresso è aperto a tutti i possessori di Green Pass. Per eventuali prenotazioni 040.6724911. Info e dettagli sul sito conts.it

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In copertina e all’interno Negin Khpalwak prima direttrice d’orchestra in Afghanistan.

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