Dopo il successo dei primi appuntamenti musicali, il sipario del Teatro Verdi di Pordenone si alza ancora con un evento d’eccezione, sull’apertura ufficiale della sezione Prosa della Stagione 2021-2022, curata dalla consulente teatrale Natalia Di Iorio che firma un cartellone di grande teatro, costellata di grandi titoli, grandi interpreti, grandi registi.
Quello della Prosa spicca per essere un programma ricco e variegato, in cui si mescolano generi, si incrociano testi classici e contemporanei, maestri e nuove generazioni dando spazio a temi importanti con differenti declinazioni. Il compito di inaugurare il cartellone prosa – con doppia replica oggi e domani, sempre alle 20.30 – è affidato al Premio Oscar Nicola Piovani con “La musica è pericolosa – concertato”, un racconto che percorre con parole e suoni alcune tappe della vita e della brillante carriera del celebre pianista e compositore. Alternando brani teatralmente inediti e nuovi arrangiamenti delle sue più note composizioni, il maestro dà vita ad un’opera fatta non solo di parole e musica, ma anche di immagini di film, di spettacoli e – soprattutto – immagini che artisti come Milo Manara hanno dedicato alla sua opera. Un inno alla musica perché le canzoni vivono nell’aria, attraversano la nostra vita, abitano i nostri sogni. Il segno che una canzone lascia nel tempo è qualcosa che sfugge all’analisi critica, “una delle testimonianze più irrazionali e convincenti dell’essenza del soprannaturale”, per dirla alla Piovani.
«La musica è pericolosa», disse una volta Federico Fellini a Piovani. È pericolosa come lo sono le cose belle quando hanno a che fare con l’indicibile, come quel senso di spaesamento che ti coglie negli amori adolescenziali. «Anche se, secondo me – asserisce Piovani -, gli amori sono tutti adolescenziali». Così il pianista romano nello spettacolo parte dal racconto su Fellini, che piangeva sempre quando ascoltava una melodia. È chiaro che una reazione così delicata e incauta potesse essere derisa da tutti, ma non da Piovani, che riprende oggi l’assioma felliniano e lo elegge a titolo del suo spettacolo: un dipinto a partiture senza confini con pennellate chiaroscure di musica e narrazione. Sul palco si snoda, così, un’autobiografia artistica ricca di preziose memorie, riflessioni e suggestioni che ricompongono un viaggio ipnotico che arriva dritto al cuore.
Prossimo appuntamento con la Stagione del Verdi è fissato per mercoledì 27 ottobre con un omaggio al Barocco, protagonista il virtuosismo strumentale dell’Imaginarium ensemble – Enrico Onofri a violino e direzione, Alessandro Palmeri al violoncello, Simone Vallerotonda all’arciliuto, Federica Bianchi al clavicembalo – che presenta “Non udite lo parlare? La parola al violino nell’età del Barocco”.
Tutte le informazioni sul sito teatroverdipordenone.it e in biglietteria (0434.247624).
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In copertina e qui sopra Nicola Piovani nelle foto di Flavia Lucidi e Francesco Prandoni.