Ottimo il bilancio per “Trivium, Dante e la musica sottesa”, il festival ideato e promosso dall’Associazione musicale Sergio Gaggia di Cividale e che per la sua originalità ha richiamato in tutti gli appuntamenti un folto pubblico di appassionati. «La nostra riflessione – spiega il presidente della Gaggia, il pianista Andrea Rucli – si è basata sul presupposto che la poesia, secondo Dante, non è che creazione verbale espressa secondo retorica e musica: un testo, cioè, in cui la musica è sottesa. E’ quindi alle molteplici e ricchissime destinazioni musicali delle arti retoriche e dialettiche in derivazione e correlazione con le geniali intuizioni dantesche che abbiamo voluto dedicare la nostra indagine, proponendo una serie di eventi che facessero emergere e rendessero finalmente evidente il percorso storico del connubio, spesso sottaciuto, tra leggi del suono e della parola».
Dante Alighieri
Il gran finale era avvenuto domenica scorsa a villa Romano – in località Case di Manzano – con il ritorno in Friuli di Giovanni Bietti, il massimo divulgatore italiano dell’arte dei suoni, curatore delle seguitissime “Lezioni di musica” su Radio 3 Rai. La conversazione (“Dante, la musica sottesa”, appunto) si è imperniata su una questione ancora irrisolta: perché i testi del Sommo Poeta sono stati così poco sfruttati nella musica, al contrario, per esempio, di quelli di Petrarca? L’attenzione del pubblico è stata catturata anche grazie a semplificazioni musicali al pianoforte e a varie registrazioni.
Giovanni Bietti
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In copertina, il pianista Andrea Rucli presidente dell’Associazione Gaggia.