di Giuseppe Longo
Fra pochi giorni ricorrono i 45 anni dal terremoto che sconvolse mezzo Friuli. E anche Nimis, appena uscita dalla ricostruzione post-bellica, dovette rimboccarsi le maniche per rifare nuovamente le case distrutte o danneggiate. Ebbene, cinque anni dopo il sisma, larga parte del lavoro era già stata fatta. L’antica Pieve era stata completamente restaurata – una fra le prime in tutta l’area devastata – e pure il Duomo, anche se meno colpito dalle scosse, era pronto a riaccogliere i fedeli: il sogno di monsignor Beniamino Alessio continuava a vivere. E proprio la Comparrocchiale dedicata a Santo Stefano, recuperando il titolo della demolita Chiesa di Centa, in quel maggio del 1981, fu riaperta al culto con un grande evento per la comunità cristiana: la ordinazione e la prima Messa di don Carlo Gervasi, 65 anni da poco compiuti e da undici parroco di San Marco in Chiavris, popoloso quartiere di Udine, dove continua l’opera di illuminati e storici pastori come don Davide Floreani e monsignor Leandro Comelli, ma anche di monsignor Gastone Candusso, don Agostino Plazzotta e don Sergio De Cecco.
La prima Messa in Duomo.
Cresciuto nella fede durante i quindici anni di presenza a Nimis di monsignor Eugenio Lovo (ricordo ancora i numerosi incontri in canonica con un affiatato gruppo di ragazzi), Carlo Gervasi – fratello di Danilo, che è stato anche sindaco del Comune pedemontano – è nato a Nimis il 26 marzo 1956 in una famiglia contadina: la mamma si chiamava Rosina Bertolla, donna di grande fede, e il papà Pietro, pure di solidi principi umani e cristiani. In paese ha frequentato le scuole elementari e medie, e poi è sbocciata la scelta di entrare nel Seminario di Castellerio, frequentando il liceo classico. «Nel 1973 – ricorda la parrocchia udinese – la sua vita e la sua fede rimangono segnate e innamorate per sempre dall’incontro con gli amici di don Luigi Giussani e poi con lui stesso: attraverso di loro il Signore lo coinvolge in modo assolutamente convincente e continua a farlo. Dopo gli anni di teologia nel Seminario di Udine, viene ordinato sacerdote il 2 maggio 1981 da monsignor Alfredo Battisti nel Duomo di Nimis, riaperto per l’occasione dopo la rovina del terremoto». Nella stessa Chiesa, ha poi celebrato anche la prima Messa: arciprete era il defunto Luigi Murador, giunto nella Pieve dei Santi Gervasio e Protasio tre anni prima assieme all’attuale responsabile della pastorale, monsignor Rizieri De Tina, a don Luigi Gloazzo e a don Flaviano Veronesi, anch’egli prematuramente scomparso.
L’antica Pieve di Nimis…
… e la Chiesa di San Marco a Udine.
«Viene nominato subito – prosegue la nota biografica – cooperatore del parroco di Tricesimo dove si ferma per oltre quattro anni, insegnando anche religione alle medie. Si iscrive all’Università e, dopo il primo anno, continua a frequentare a Padova, mentre nel fine settimana svolge un servizio da cappellano festivo, per quattro anni, nella parrocchia di Moggio Udinese. Sono gli anni di Giovanni Paolo II, maestro sicuro di contenuti e di fede». Ed ecco le altre decisive tappe della vita sacerdotale di don Gervasi: «Il 23 ottobre 1990 – conclude la nota della parrocchia di Chiavris – si laurea in Scienze geologiche con una tesi di grande soddisfazione sulla stratigrafia della regione del Monte Tersadia e poi, all’inizio del nuovo anno (il 2 gennaio 1991), viene nominato vicario parrocchiale a San Quirino in Udine. Il 21 novembre 1993 diventa parroco di Lauco e il 25 gennaio 1998 viene nominato parroco di San Cromazio, in Udine, dove rimane per oltre 12 anni. Dal ’92 insegna anche religione prima al Blanchini, poi al Malignani e quindi religione e scienze al Bertoni». Infine, dal 24 ottobre 2010 è appunto parroco di San Marco in Chiavris, dove continua la sua preziosa e apprezzata opera. E dove ora sta avviando i lavori di ampliamento e restauro della bella Chiesa dedicata all’Evangelista.
Dicevamo della laurea in Geologia. Don Carlo Gervasi, oltre ad aver sentito la vocazione fin da bambino che poi ha costantemente alimentato, ha sempre coltivato anche la passione appunto per le materie scientifiche e in particolare per quelle che riguardano la formazione della nostra Terra, che ha espresso non solo attraverso lo studio e l’insegnamento, ma anche con un grande amore per la montagna in tutte le sue forme. «Passione che durante la sua vita ha trasmesso a tanti», ricorda il fratello Danilo, pure lui innamorato delle alte quote di casa nostra, ma anche di quelle più famose del mondo. Ad multos annos, don Carlo!
La cerimonia di ordinazione.
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In copertina, don Carlo Gervasi, 65 anni e sacerdote da quaranta.