di Giuseppe Longo

UDINE – Sono state le coinvolgenti note della quinta Danza ungherese di Johannes Brahms, interpretata dalle fisarmoniche di Manuel e Pasqualino Petris, a concludere, a palazzo Belgrado già sede della storica Provincia di Udine, la presentazione di “Jo i soi di paîs”, il bellissimo libro, prima fatica letteraria, di Dino Persello, nel quale l’attore sandanielese, ma originario della vicina Dignano, ha scritto “Frammenti di vita vissuta, tra… impegno, profilo civico, passioni, ironia, autoironia”. Il volume, uscito con i tipi di Litoimmagine, ha beneficiato del patrocinio del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia – nella cui sede Persello era intervenuto, molto applaudito, in occasione dell’ultima “Fieste de Patrie dal Friûl” – e del sostegno di Generali Centro Friuli e di Bcc Credifriuli.

L’intervento di Zanin…

… le letture di Monica Tallone…

… e il saluto dell’autore.


«Un libro che è un affresco del Friuli – ha osservato il presidente dell’Assemblea di piazza Oberdan, Piero Mauro Zanin, complimentandosi con l’autore – , dove ognuno di noi può trovare il suo Friuli». E al riguardo Zanin ha sottolineato l’importanza di incentivare la piccola editoria friulana, al fine di dare continuità alle storie della nostra terra. «Se non si raccoglie e si pubblica – ha messo in guardia il presidente – rischiamo di disperdere un “giacimento” che raccoglie la nostra identità e specialità, oltre che la nostra lingua e cultura».
Quindi il giornalista Stefano Damiani – di fronte a un pubblico che gremiva lo splendido salone del Quaglio – ha illustrato il progetto che ha portato alla pubblicazione del libro. «”Stele di Nadal” – ha spiegato, tra l’altro – è l’almanacco che da 75 anni racconta il Friuli, la sua cultura, le sue tradizioni, la sua storia, in una parola: l’anima della sua gente e dei suoi paesi. Non poteva, dunque, che incrociare la propria strada con quella di Dino Persello che di quest’anima è genuina espressione». Un’anima che esprime con nitidezza anche il volontariato che tanta parte ha nella vita delle nostre comunità dove si esprime anche attraverso il prezioso lavoro delle Pro Loco, associazioni benemerite che hanno avuto per vent’anni proprio Persello quale direttore del Comitato Fvg che ha sede a Villa Manin di Passariano. E proprio a queste il nostro autore ha dedicato un importante capitolo, in quanto la loro attività rappresenta «una vera medicina – sono parole sue – contro l’apatia sociale».

Manuel e Pasqualino Petris…

… e il disegno di Simone Masotti.

Dopo un intermezzo musicale offerto da Manuel e Pasqualino Petris, nel quale non poteva mancare “O ce biel cjstiel a Udin” – vero e proprio inno del Friuli che Persello ha voluto fosse dedicato al ricordo di tre indimenticabili scrittori di questa terra: Aurelio Cantoni (Lelo Cjanton),  Otmar Muzzolini (Meni Ucel) e Riedo Puppo -, hanno portato un saluto i rappresentanti di Generali e Bcc Credifriuli, cedendo poi la parola a Monica Tallone – autrice della prefazione – che ha letto alcuni fra i più significativi “frammenti” del libro. Che, come è stato sottolineato a più voci, non deve rimanere soltanto come un’opera prima e ultima di Dino Persello, bensì come una strada aperta per altre sue testimonianze di vita nella terra friulana, proprio per conservare e tramandare, come aveva efficacemente sottolineato il presidente Zanin, la nostra cultura.
Infine, una nota simpatica che merita d’essere annotata: in sala c’era anche Simone Masotti, architetto di Pradamano, 47 anni ma che soffre del morbo di Parkinson da quando ne aveva 30. Mentre assisteva alla presentazione del libro ha ritratto la cerimonia in un disegno in bianco e nero che pubblichiamo.

Folto il pubblico a palazzo Belgrado.

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In copertina, il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin si congratula con Dino Persello; al centro, Stefano Damiani che ha illustrato il progetto.

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