Oltre 700 studenti, il 60% dei quali iscritti a corsi di istruzione superiore, 90 professori a tempo pieno e più di 15 professori a contratto, un’offerta formativa forte di 115 corsi dei quali 79 di livello universitario, oltre 150 eventi annuali di musica pubblica a Trieste e nella regione Friuli Venezia Giulia (uno ogni tre giorni!), uno scambio molto intenso di insegnanti e studenti italiani e stranieri per seminari e masterclass: il Conservatorio di Musica di Stato Giuseppe Tartini di Trieste è uno dei più longevi d’Italia, rientra fra i 13 Conservatori storici italiani ed è una delle principali Istituzioni di Alta formazione musicale d’Europa.
Alessia Rosolen con Capaldo e Torlontano.
DOPPIO MANDATO – In questo tessuto didattico e formativo ha impresso la sua traccia il doppio mandato del presidente uscente Lorenzo Capaldo, che negli ultimi sei anni – dal 2016 ad oggi – ha affiancato prima il direttore Roberto Turrin e da luglio 2021 l’attuale direttore Sandro Torlontano, con un’azione focalizzata su obiettivi di alto valore strategico: primi fra tutti, l’internazionalizzazione ad ampio raggio nello sviluppo delle attività di formazione e produzione musicale del Tartini, e l’armonizzazione dell’ordinamento interno del Tartini alle esigenze da un lato di inclusività delle comunità linguistiche del territorio, quella slovena in primis, dall’altro di competitività del Conservatorio nel contesto nazionale e centro-europeo, dove è già istituzione di riferimento per studenti e insegnanti italiani e transfrontalieri. La responsabilità di Capaldo alla guida del Conservatorio Tartini si prolungherà provvisoriamente fino alla nomina del nuovo presidente (entro 45 giorni dalla scadenza del 24 settembre).
REGIONE FVG – «Ringrazio il presidente Capaldo a nome di tutta l’Amministrazione regionale – ha affermato Alessia Rosolen, assessore al Lavoro, Formazione, Istruzione, Università e Ricerca della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, intervenuta all’incontro stampa nella Sala Predonzani a Trieste, presente anche il direttore Torlontano – per il lavoro intenso svolto nell’arco di tempo del suo mandato al servizio del Conservatorio Tartini che rappresenta oggi un fulgido esempio della cultura e della vocazione internazionale di Trieste e di tutto il Friuli Venezia Giulia. Un plauso ad un Istituto che rappresenta un riferimento importante per i tanti giovani che lo frequentano e che da decenni opera con responsabilità ed evidenza di risultati per la promozione e lo sviluppo della cultura musicale. La presenza della Regione oggi – ha aggiunto l’esponente della Giunta Fedriga – testimonia la riconoscenza nei confronti di un’attività d’eccellenza e ribadisce la disponibilità delle Istituzioni ad assicurare al Conservatorio di Trieste la possibilità di proseguire al meglio la sua attività. I centri di alta formazione come il Conservatorio Tartini di Trieste – capace di attrarre talenti e di far crescere il bagaglio artistico e musicale del Friuli Venezia Giulia – sono essenziali per vincere la sfida strategica del nostro territorio che è quella internazionale”. E ha aggiunto: «La Regione ha offerto un sostegno vigoroso, a partire dalla scelta pionieristica di inserire i due conservatori, Tartini e Tomadini, nel sistema universitario del Friuli iuVenezia Giulia, insieme agli atenei di Trieste e Udine e alla Sissa».
Per quanto riguarda il Tartini l’assessore ha evidenziato due dati: l’innalzamento, rispetto al precedente biennio, del finanziamento regionale da 750mila a 900mila euro e l’erogazione, sempre nell’ultimo biennio, di 236 borse di studio, per un totale di 800mila euro, 82 delle quali sono andate a studenti italiani, 67 a studenti Ue e 87 a studenti extra Ue, «a riprova – ha osservato Rosolen – di un chiarissimo ruolo internazionale». Tra i principali risultati colti dalla presidenza uscente del Conservatorio triestino sono stati indicati proprio il primato negli scambi Erasmus, le intense relazioni con i Balcani, il ruolo di primo piano nella rete globale Gmel, le co-produzioni internazionali di successo e alto prestigio e la messa in campo della Cemam Orchestra, fiore all’occhiello in ambito centroeuropeo, che si sono abbinati alla presenza sul territorio, come i concerti offerti alla cittadinanza in particolare nel periodo natalizio.
Accanto alla vocazione internazionale, che ha visto il Tartini aprire le porte per primo agli studenti ucraini sbalzati dal conflitto, Alessia Rosolen ha indicato l’attualità del percorso di regionalizzazione dei conservatori. «Torneremo a discutere dell’attuazione del titolo V della Costituzione – ha rilevato – facendo valere le caratteristiche peculiari del nostro territorio tra cui il plurilinguismo». Ultimo punto sottolineato dall’assessore Rosolen, l’ambizione di raccordare alta formazione e territorio. «Oggi a Udine – ha reso noto – si terrà un confronto molto ampio per rinsaldare il rapporto tra il sistema musicale presente nelle nostre realtà e i due Conservatori, in modo da cogliere e canalizzare al meglio tutte le energie e il potenziale artistico di cui disponiamo».
La Ceman Orchestra.
Il presidente Lorenzo Capaldo ha, quindi, così sintetizzato il bilancio dell’attività portata avanti nei sei anni del suo doppio mandato consecutivo al Conservatorio Tartini:
INTERNAZIONALIZZAZIONE – Il Conservatorio di Trieste ha consolidato la sua vocazione internazionale diventando il primo in Italia per scambi di studio Erasmus e attrattività di studenti di provenienza estera. «Durante i sei anni del mio mandato – spiega il Presidente Lorenzo Capaldo – Trieste ha rafforzato la propria leadership nell’area Centro-europea intensificando relazioni le bilaterali istituzioni musicali con Austria, Slovenia e I Balcani anche attraverso l’articolato protocollo di cooperazione Italia – Serbia che, accanto a vasti scambi didattici e accademici, ha portato alla produzione di “Galileo’s Journey”, opera prima multimediale al suo debutto a Mittelfest 2021 e poi proposta in una apprezzata tournée internazionale. Nel frattempo il Conservatorio Tartini, lavorando in sinergia con l’InCE Iniziativa centro-europea, è anche diventato capofila della rete Ceman, Central European Music Academies Network: in questa direzione si iscrivono relazioni intense con realtà musicali di Bosnia, Ucraina e Bielorussia e la promozione di eventi di produzione congiunti. Di pari passo con il Ceman network è stata propiziata la costituzione della Ceman Orchestra con un nucleo di 35-40 giovani musicisti che sono espressione di una decina di Accademie europee, da Sofia a Bucarest, da Tirana a Sarajevo e Banja Luka, da Novi Sad a Zagabria, Lubiana, Chisinau, Cetinje e naturalmente Trieste. Testimonianza tangibile l’ultima produzione allestita nel mese di settembre e molto applaudita giovedì scorso al Teatro Verdi di Trieste. L’azione di penetrazione internazionale, rallentata purtroppo nel corso del biennio pandemico ma proseguita poi con slancio, ha trovato forte impulse con l’adesione a GMEL, il network mondiale con sede a Pechino che collega le più prestigiose accademie di tutti i continenti,da Auckland a Chicago, dalla California a Birmingham, da Berklee a New York, Ginevra, Helsinki, Sideny, Tel Aviv. «Nel giugno 2019 – ricorda il presidente Lorenzo Capaldo – il Conservatorio Tartini, unica istituzione italiana aderente insieme al Conservatorio Rossini di Pesaro, ha avuto l’onore di ospitare il primo meeting europeo di GMEL, elevando Trieste a capitale della musica mondiale e promuovendone l’immagine. Attualmente il Tartini è intestatario di oltre 60 Accordi internazionali con Accademie europee ed extraeuropee, a testimonianza del prestigio e della considerazione acquisiti a livello globale».
Di profilo internazionale anche la sinergia che ha visto protagonista il Conservatorio Tartini in occasione delle celebrazioni per I 250 anni dalla morte del grandissimo violinista e compositore cui è intitolato il Conservatorio, Giuseppe Tartini appunto: il Conservatorio è stato copromotore, nell’ultimo triennio. di un articolato progetto transfrontaliero in cordata con l’InCE, il Comune di Pirano e l’Accademia musicale di Lubiana. Il progetto tARTini, sostenuto dalla Comunità Europea, si proponeva di disegnare un vero e proprio itinerario di turismo musicale e culturale nei “luoghi” di Giuseppe Tartini da Pirano a Padova e da Trieste a Lubiana. Un percorso permanente che si schiude non solo a studiosi e appassionati, ma anche e soprattutto a visitatori e turisti e che dà anche la possibilità di accesso allo “scibile” tartiniano, finalmente fruibile sul portale discovertartini.eu E’ stato inoltre realizzato l’Epistolario “Lettere e documenti” (EUT 2020): un volume in cui per la prima volta sono raccolte oltre 200 lettere, per la maggior parte inedite, che gettano un fascio di luce sulla personalità artistica di Giuseppe Tartini e sulla sua dimensione umana e quotidiana. Ed è stata ufficialmente inaugurata, nei mesi scorsi, la “Stanza di Tartini”, spazio espositivo permanente nel cuore del Conservatorio di Trieste, aperto alle visite di tutti gli interessati, con oggetti, cimeli, spartiti, manoscritti autografi di Giuseppe Tartini e le tracce tangibili del suo genio musicale.
PANDEMIA – Nel febbraio 2020 la pandemia covid-19 ha fatto irruzione nelle nostre vite, cambiandole forse per sempre e imponendo regole precise e drastici limiti alle attività di tutti. Il Conservatorio Tartini ha immediatamente riorganizzato, secondo scrupolosamente le regole sanitarie nazionali, innanzitutto l’attività didattica, per garantire la regolarità della nostra formazione a tutti gli studenti. E compatibilmente con le condizioni generali abbiamo cercato di proporre iniziative fruibili dal più vasto pubblico: vanno ricordate le produzioni televisive realizzate nel tempo in collaborazione con la RAI e con emittenti private quali Telequattro e TV7, che, oltre a far conoscere il nostro Conservatorio a un pubblico più ampio, proprio nel biennio pandemico hanno lenito la sofferenza generata.
Nel contesto delle collaborazioni con la sede regionale Rai per il Friuli Venezia Giulia si inserisce anche il progetto ILYM, il primo originale format di reality didattico con grandi protagonisti – dal flautista Roberto Fabbriciani al compositore Salvatore Sciarrino – che sarà trasmesso dalla Rai regionale nel corso del 2023.
MODIFICHE STORICHE – «La normativa statale in materia di Conservatori – sottolinea il presidente Capaldo – non ha mai avuto una piena attuazione: la riforma dei primi anni Duemila è rimasta incompiuta, disegnando istituzioni sospese tra spinte autonomistiche e un centralismo amministrativo che rischia di vanificarle e di rallentare, se non di impedire, virtuosi processi di integrazione. La strada che separa i Conservatori dall’autonomia delle Università è quindi ancora molto lunga, per questo la scelta del Tartini è stata di precedere il legislatore, utilizzando tutti i margini di autonomia già esistenti. Si è così pensato di rivedere lo Statuto, conferendogli un’”anima” che lo connotasse quale documento fondativo di una specificità linguistica e culturale propria della città di Trieste e dell’intera regione. Al termine di un triennio “costituente” è stato così approvato dal CdA del Tartini, dopo circa un ventennio, un regolamento generale che recepisce le diversificate istanze del territorio insieme alle peculiarità culturali e artistiche. La scelta “inclusiva” del Tartini evidenzia il legame rafforzato con le comunità linguistiche che insistono sul territorio di riferimento, a partire da quella slovena, e guida verso l’attuazione interna della legge n.38/2001, dedicata alle “Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena della Regione Friuli – Venezia Giulia”». Recita al riguardo il rinnovato art.1, comma 2, dello Statuto: “Attraverso il perseguimento dei propri fini istituzionali e il libero confronto delle idee il Conservatorio concorre allo sviluppo culturale, artistico e scientifico della Nazione e della Regione Friuli Venezia Giulia, della comunità internazionale nonché di tutte le comunità presenti nella Provincia di Trieste”. «Volevamo rendere evidente – sottolinea il presidente Capaldo – che il Conservatorio è e sempre più sarà la casa comune di tutti e tributerà la giusta attenzione a tutte le comunità linguistiche che storicamente contribuiscono alla crescita umana, culturale ed economica della nostra meravigliosa città».
DISCRIMINAZIONI – Primo tra i Conservatori italiani a istituire il Comitato Unico di Garanzia (C.U.G.), il Tartini si è dotato di un valido e innovativo strumento di soluzione dei conflitti, adottando, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 14 maggio 2019, il Codice di condotta per la prevenzione e il contrasto alle molestie sessuali, al mobbing e a ogni forma di discriminazione, a tutela dell’integrità e della dignità della persona.
RAZIONALIZZAZIONE – Con delibera del Consiglio di amministrazione 7 aprile 2021 è stato approvato il regolamento generale del Conservatorio, che ha introdotto le disposizioni applicative dello Statuto, le modalità di elezione, funzionamento e rinnovo degli organi: uno strumento fondamentale per aggiornare l’assetto dell’ente alle recenti riforme della Pubblica Amministrazione, vale la pena di evidenziare il principio di Buona Amministrazione sancito dall’art.2 che promuoverà il continuo arricchimento professionale e lo scambio di esperienze in una prospettiva di massima inclusività ed efficienza.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE – «Al termine di sei anni di intenso lavoro – conclude il presidente Lorenzo Capaldo – molto è stato fatto in termini di rafforzamento del Conservatorio e per dialogare direttamente con la città: lo abbiamo fatto costantemente con le nostre rassegne concertistiche fruibili liberamente dal pubblico, e con iniziative come i Concerti di Natale proposti nel cuore di Trieste, nella Chiesa di Sant’Antonio, sempre coinvolgendo Ensemble, solisti e Direttori di alto prestigio internazionale. A conclusione del mio duplice mandato ringrazio anzitutto il direttore Roberto Turrin e il suo successore Sandro Torlontano, insieme a tutti i membri del Consiglio di amministrazione che si sono avvicendati nella carica con dedizione e impegno, oltre che, ovviamente, il personale tutto, docente e non docente. Il rinnovato Statuto, con le sue disposizioni programmatiche, costituirà il motore propulsivo per ulteriori traguardi di ricerca e crescita, non solo in ambito musicale, favorendo integrazioni, sinergie e collaborazioni anche di natura internazionale, consentendo al Conservatorio Tartini di rafforzare la propria leadership nell’area centro europea e balcanica. Sono fermamente convinto che, se si proseguirà il percorso intrapreso in termini di inclusione, diversità e approccio multiculturale, non solo si asseconderà il codice genetico del nostro amato Conservatorio, ma anche ulteriori prestigiosi traguardi saranno conseguiti».
La sede del Conservatorio in via Ghega.
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In copertina, il presidente Lorenzo Capaldo che dopo sei anni lascia la guida del Tartini di Trieste.