di Giuseppe Longo

La scomparsa dell’onorevole Piergiorgio Bressani, avvenuta venerdì a Udine, s’incrocia con la nuova presentazione del libro “Prima e dopo Aldo Moro” (L’Orto della Cultura). L’interessante volume del giornalista friulano Enzo Cattaruzzi sarà proposto domani, 6 giugno, alle 18.30, nella sala consiliare “Egidio Feruglio”, in piazza Indipendenza, a Feletto Umberto. Durante l’incontro, organizzato con la collaborazione del Club per l’Unesco di Udine, dialogherà con l’autore la responsabile della Casa editrice di Pasian di Prato, Maura Pontoni.
Il libro dedicato alla figura e alla tragedia del grande esponente dc – rapito e ucciso dalle Brigate rosse nella primavera del 1978 – offrirà pertanto anche l’occasione per rendere omaggio proprio all’illustre politico udinese, spentosi alla soglia dei 93 anni, che con l’onorevole Moro visse anni molto intensi dell’allora Democrazia Cristiana. Nato a Udine il 10 giugno 1929, rimasto tredicenne senza il padre morto in guerra, il giovane Bressani intraprese la carriera di avvocato, per poi appassionarsi alla politica, iscrivendosi appunto alla Dc della quale ben presto divenne uno dei più autorevoli esponenti a livello nazionale, una fra le voci più ascoltate della corrente “morotea” che si richiamava appunto alla linea politica dello statista pugliese. Nelle file del partito cattolico di don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi, Bressani fu eletto deputato nel 1963, vivendo l’esperienza parlamentare per sei legislature, fino al 1986. Fu anche sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, negli anni in cui vi si avvicendarono Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, poi Capo dello Stato, e Arnaldo Forlani. Proprio in questo ruolo, fu prezioso il suo impegno a favore del Friuli sconvolto dal terremoto di 46 anni fa, in quanto il rappresentante del Governo tenne rapporti stretti con il presidente della nostra Regione, Antonio Comelli – pure lui udinese, ma come Bressani originario di Nimis -, al fine di sostenere la ripresa dall’emergenza post-sismica e quindi assecondare la ciclopica opera di ricostruzione, portata a termine in tempi rapidissimi ed esemplari, tanto da passare alla storia come “modello Friuli”. Concluso il lungo mandato parlamentare, fu eletto alla guida della città natale, dal 1985 al 1990, raccogliendo l’eredità di Angelo Candolini, morto prematuramente, e quindi fu apprezzato componente del Consiglio superiore della magistratura.
«Con la scomparsa di Piergiorgio Bressani la regione perde uno tra i suoi politici più illustri, uomo delle istituzioni capace e acuto, persona signorile e dalle profonde conoscenze giuridiche e culturali: fu un pilastro fondamentale per la ricostruzione post-terremoto e un protagonista della nascita dell’Ateneo friulano», ha detto di lui il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, esprimendo così il cordoglio dell’Amministrazione regionale. «Udinese nato da una famiglia originaria di Nimis, Bressani – ha aggiunto Fedriga – rimase orfano del padre, avvocato, alpino morto sul fronte greco nella Seconda guerra mondiale, e studiò al liceo classico Stellini laureandosi poi in giurisprudenza alla Cattolica di Milano. Da sindaco del capoluogo friulano lasciò un ricordo indelebile per la sua capacità di realizzare programmi, opere pubbliche, risolvere problemi concreti, sempre con uno stile personale che rifuggiva l’apparenza, ma sempre amabile nel rapporto con i cittadini, prodigo di consigli saggi e acuti». Parole che bene tratteggiano Piergiorgio Bressani, la cui figura domani a Feletto emergerà in tutta evidenza proprio accanto a quella di Aldo Moro. Politici che entrambi meritano la riconoscenza del Friuli.

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In copertina, una vecchia immagine di Piergiorgio Bressani: risale agli anni in cui era parlamentare.

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