Nei tempi in cui la moda sembrava essere di esclusiva competenza dei sarti e dell’industria francese, una donna di poliedrica creatività, Rosa Genoni – classe 1867, la prima di diciotto fratelli – maturava l’idea che l’Italia avrebbe potuto e dovuto produrre una moda tutta sua. La unificazione dello Stato italiano era recentissima, ma quella giovane sarta lombarda, nonché studiosa dell’arte, ricercatrice, insegnante, attivista politica e protofemminista, con la sua intuizione aveva illuminato la direzione del futuro “italian style”.

Manuela Soldi

Virginia Ricci

Un libro di recente uscita, “Rosa Genoni. Moda e politica: una prospettiva femminista fra 800 e 900” (Marsilio 2019) ha permesso di approfondire la straordinaria e versatile personalità di Rosa Genoni, stilista ante litteram, amica e sodale di Anna Kuliscioff, appassionata educatrice e filantropa, capace di coniugare l’impegno sartoriale alla causa dell’emancipazione e autodeterminazione delle donne: «L’arredamento e il vestito femminile sono terreno nostro, l’abito è casa», amava ripetere.
Proprio a Rosa Genoni è dedicato, domani, alle 17.30, nell’auditorium di Casa Zanussi a Pordenone (via Concordia 7) il focus inaugurale di “Avamposti al femminile. Pioniere e visionarie del Novecento. Tra moda, scienza, architettura”, edizione 2022 di “Narratori d’Europa”, la storica rassegna promossa dall’Istituto Regionale Studi Europei del Friuli Venezia Giulia, a cura di Stefania Savocco, che dialogherà con l’archivista Manuela Soldi, autrice del libro Marsilio, e con Virginia Ricci, giornalista del settimanale IO Donna/Corriere della Sera. Un confronto a tre voci per capire come Rosa Genoni, a partire dalla sua creatività e dall’adesione convinta alle idee socialiste, si sia battuta anche per garantire alle operaie del suo settore diritti fondamentali come il congedo per maternità, un salario dignitoso e la diminuzione dell’orario lavorativo. Virginia Ricci aggiornerà anche sulle nuove tendenze del fashion sostenibile e il fenomeno Vintage. È questo il primo di cinque appuntamenti settimanali, dal 3 febbraio al 3 marzo, dedicati a storie di donne coraggiose e resilienti, raccontate dalla letteratura e dalla saggistica.

Nata nella seconda metà dell’800 in provincia di Sondrio, Rosa Genoni lavora fin da bambina in sartoria, prima dalla zia, poi all’estero. Il volume di Manuela Soldi attinge dall’archivio familiare e include un ampio materiale iconografico, con bozzetti e fotografie di attrici come Lydia Borelli, all’epoca celebre diva del muto, abbigliata con capi di Rosa Genoni, capace di guardare all’antichità classica e al Rinascimento con spirito contemporaneo. I suoi abiti volevano prima di tutto essere comodi per adattarsi alle donne del tempo, il cui stile di vita iniziava a cambiare. L’Esposizione internazionale del Sempione, a Milano, fu per lei spunto organizzativo di una vera e propria campagna per il lancio di una moda italiana. Un impegno che si riverberò anche nell’insegnamento e nelle lezioni alla Società Umanitaria.

“Avamposti al femminile” proseguirà giovedì 10 febbraio, sempre alle 17.30, con “Giorni Felici” (Fazi, 2021), il libro di Brigitte Riebe. Giovedì 17 febbraio il testimone passerà a “Il libro di Blanche e Marie” (Iperborea, 2006), dello svedese Per Olov Enquist, dedicato a Marie Curie e alla sua assistente di laboratorio. Con “La signora Bauhaus”, giovedì 24 febbraio, conosceremo Ise Frank, moglie di Walter Gropius, colei che realizzò la prima “casa della donna emancipata”. «Siamo particolarmente felici – sottolinea la presidente Irse, Laura Zuzzi – che abbia accettato il nostro invito a Pordenone l’autrice del volume, l’architetto e accademica tedesca Jana Revedin, promotrice già nel 2006 del Global Award for Sustainable Architecture; assieme a lei approfondiremo l’avventura del dialogo interdisciplinare avviato da Gropius e magari anche la pressante attualità di un New European Bauhaus – come lo ha chiamato Ursula von der Leyen – per abbinare sostenibilità e stile, nella mente delle persone e nelle case». Infine, giovedì 3 marzo con “Le ragazze dell’atelier dei profumi”, di Charlotte Jacobi, seguiremo le peripezie di due sorelle con la passione per le fragranze floreali, Interverrà la traduttrice italiana del libro, Irene Abigail Piccinini.

Tutti gli incontri avverranno in presenza sempre a Casa Zanussi di Pordenone e verranno trasmessi contemporaneamente in diretta streaming su piattaforma digitale, con accesso gratuito dal link: bit.ly/IRSE_AvampostiFemminili2022. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti i possessori di super green pass, con prenotazione obbligatoria sul sito www.centroculturapordenone.it/irse. Info: irse@centroculturapordenone.it, telefono 0434.365326.

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Racconti in class… room
domani i vincitori

«Se sei uno portato a immaginare o, quantomeno, a farsi un po’ i fatti degli altri, in una giornata qualunque, in un momento di noia, può capitarti di chiederti a cosa stia pensando lo sconosciuto o la sconosciuta che ti passa accanto». L’estratto del romanzo di Paolo di Paolo “I desideri fanno rumore” (Giunti, 2021) è stato il motivo ispiratore della XIV edizione di “Racconti in class…room”, il contest di scrittura narrativa “Racconti in classe”, promosso dal Liceo Leopardi–Majorana di Pordenone in collaborazione con Fondazione Pordenonelegge.it. Testimonial di questa edizione è proprio lo scrittore Paolo di Paolo (nella foto): il breve estratto del suo romanzo ha innescato una staffetta creativa coinvolgente, a conferma del successo di un contest ideato per stimolare e promuovere l’esercizio della scrittura narrativa, gli anni scorsi tra i banchi di scuola e nelle ultime edizioni in modalità online. Lo scorso 15 dicembre il concorso si è svolto online, mettendo a frutto l’esperienza della passata edizione. Hanno partecipato oltre 120 ragazzi di 3a delle scuole Secondarie di Primo grado di Pordenone e del territorio (tra le altre Tesis, Bagnarola, Pravisdomini, Sacile) e di 2^ del Liceo Leopardi-Majorana di Pordenone.
L’attenzione adesso è focalizzata sulla proclamazione dei vincitori, domani 3 febbraio, alle 17, sulla piattaforma Meet: ospite d’onore sarà proprio lo scrittore Paolo di Paolo, chiamato a premiare i vincitori scelti dalla Giuria, composta da Teresa Tassan Viol (presidente onoraria), dalla curatrice di pordenonelegge Valentina Gasparet, dagli scrittori e docenti Enrico Galiano e Andrea Maggi, dai giornalisti Lorenzo Marchiori e Mauro Rossato della redazione Il Gazzettino e da Cristina Savi della redazione Messaggero Veneto, e da Paola Schiffo di Fondazione Pordenonelegge. Le letture dei racconti vincitori saranno tutte a cura degli ex alunni del liceo Leo_Major Carlo Tomba (al II anno di Lettere a Bologna) e Arianna De Nadai (al II anno di Medicina a Trieste), con la guida e il coordinamento dei docenti Angela Piazza e Patrizio Brunetta e della Dirigente del Leopardi-Majorana, Rossana Viola.
«Nei giorni in cui ragazzi e ragazze che dovranno fare l’esame di stato dopo un paio d’anni così complicati manifestano il loro fastidio, la loro preoccupazione per la prova scritta – afferma lo scrittore Paolo di Paolo –, il fatto di lavorare sulla scrittura in un modo libero, soprattutto investendo sulla creatività, significa scommettere su questa possibilità e dimostrare che non è sensato aver paura di scrivere. Io capisco tutte le preoccupazioni, ma vorrei in qualche modo incoraggiare i ragazzi e le ragazze di quell’età perché aver paura di scrivere significa avere paura di pensare, di sentire, di comprendere il mondo e in qualche modo anche di proporre la propria visione, il proprio punto di vista, e di questo non si deve avere paura. Dunque, credo che l’appuntamento con “Racconti in classe” sia anche un’occasione per dimostrare che si può stare dentro la scrittura in qualunque età, e in particolare in questa età, sentendo proprio che scrivere è un modo di abitare il mondo».

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In copertina, un bellissimo ritratto di Rosa Genoni che ora Pordenone con l’Irse vuole riscoprire.

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