A 35 anni di distanza dalle prime, sorprendenti scoperte in quella che si sarebbe poi rivelata un’imponente necropoli altomedievale, in ampia percentuale riconducibile alla popolazione longobarda, il Comune di Romans d’Isonzo compie un passo fondamentale per la valorizzazione e la promozione del suo prezioso patrimonio archeologico, frutto di ripetute ed estremamente proficue campagne di scavo. Coronando un percorso graduale, avviato – era il 2007 – con l’inaugurazione di uno spazio espositivo nella sede municipale e proseguito con una serie di importanti e apprezzate mostre, l’amministrazione del sindaco Davide Furlan ha deciso di fare il grande salto e di realizzare una sede permanente per il Civico Museo Archeologico che avvalorerà ulteriormente l’attuale status di “deposito museale” riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività culturali in funzione di un’adeguata conservazione dei reperti.
Ecco l’area dei ritrovamenti.
La portata e le potenzialità dell’operazione sono tali che il Comune, che pure già dispone di una considerevole posta a bilancio, lancia un appello alla collaborazione: determinante sarebbe infatti il sostegno di partner esterni, pubblici e privati, per sviluppare al meglio, nella forma più completa possibile, un progetto che farà leva, con forza, anche sulla multimedialità e che potrà rappresentare uno straordinario volàno per il territorio, arricchendo il percorso archeologico locale e regionale di una nuova, rilevante tappa. Prestigioso lo spazio individuato per il Museo, che prenderà forma al secondo piano di Casa Candussi Pasiani, immobile a vocazione polifunzionale, già sede della biblioteca civica, di un auditorium e di una ludoteca. «Locali ampi, che si prestano perfettamente allo scopo – commenta il vicesindaco Michele Calligaris, che fin dal 2006, quando rivestiva il ruolo di assessore alla Cultura, segue costantemente il settore archeologico locale -. Disponiamo già del progetto definitivo dell’opera e stiamo completando quello esecutivo: due distinti contributi, pari a complessivi 550 mila euro circa, ci hanno consentito di finanziare la progettazione e ci permetteranno di iniziare i lavori strutturali per la predisposizione delle sale museali. Nel prossimo bilancio, invece, stanzieremo una posta per poter concretizzare l’allestimento».
Seguito, ovviamente, dalla Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, con la quale il Comune di Romans intrattiene stretti e proficui contatti, il progetto permetterà di esporre un’importante quantità dei reperti affiorati dalle oltre 300 sepolture della necropoli, parecchie delle quali erano custodi di ricchi corredi funerari: si sta al momento valutando quali e quanti, esattamente, inserire nelle bacheche, che come accennato saranno affiancate da una ricca sezione multimediale e interattiva, per offrire al visitatore un’esperienza di natura immersiva. Un importante contributo, a quest’ultimo proposito, arriverà dall’Associazione Invicti Lupi, che fornirà materiale filmico di particolare interesse, prodotto nell’ambito di un suo progetto in fase di realizzazione proprio in questi giorni.
Nell’insieme, dunque, l’operazione si annuncia impegnativa, ma senza dubbio promettente: e sono proprio le sue grandi potenzialità a far sperare che più soggetti – istituzionali e non – si prestino a sostenerla, affiancando il Comune di Romans nello sviluppo dell’iniziativa e delle progettualità connesse al futuro Museo. Già abbozzata una sinergia con l’Arlef, l’Agenzia regionale per la lingua friulana, ai fini della traduzione anche in marilenghe del materiale didattico e divulgativo.
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In copertina e qui sopra alcuni dei preziosi reperti rinvenuti a Romans.